Ricordando Gianni Gatti, amico della pace e della nonviolenza
L'ultimo saluto lo hanno dato oggi i parenti e gli amici in provincia di Brescia, nel comune di Borgonato, dove è vissuto gli ultimi anni della sua vita, nella Cascina Mancapane.
Gianni è stato un testimone autentico di una vita spesa per la pace, la solidarietà e la nonviolenza. Fin da giovane, nel mondo dell’associazionismo cattolico, aveva scelto di mettere la fede al servizio della giustizia e della dignità umana.
Nel 1973 compì un gesto coraggioso e pionieristico: si rifiutò di destinare la propria quota fiscale alle spese militari, devolvendo quella somma a un’associazione pacifista. Un atto concreto di disobbedienza civile che ancora oggi parla al nostro tempo. Fu, infatti, il primo cittadino in Italia a concretizzare un’obiezione fiscale contro le spese militari, devolvendo 30.622 lire al Movimento Nonviolento.
Il suo cammino è sempre stato quello della concretezza: dalle esperienze comunitarie rurali di accoglienza e ritorno alla terra, fino al suo impegno instancabile con Pax Christi, promuovendo l'obiezione di coscienza, il disarmo, la giustizia sociale e la solidarietà internazionale, anche attraverso viaggi nei luoghi più feriti del pianeta.
Gianni si è impegnato nel recupero di una villa del Cinquecento a Tavarnuzze, trasformandola nella sede nazionale di Pax Christi. Tavarnuzze è diventata così la "Casa della pace": un crocevia di incontri, progetti, ideali. Un luogo dove abbiamo costruito anche gli incontri nazionali della comunità di PeaceLink. Con noi c'era anche alla sua presenza, discreta, saggia e operosa. Chi ha partecipato agli incontri di PeaceLink a Tavarnuzze, sui colli fiorentini, porta nel cuore il suo sorriso, la sua ospitalità e il suo instancabile impegno.
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