
Lo sciopero globale per il clima a Taranto
Si riporta una breve presentazione del corteo tarantino e a seguire il documento con il quale il Friday For Future ha lanciato la mobilitazione per venerdì 11 ottobre in tutto il mondo. Peacelik sostiene le iniziative del FFF nelle città italiane condividendo l'azione contro la crisi climatica e il metodo nonviolento.
Friday For Future Taranto
Venerdì 11 Ottobre, non sarà una data ed una giornata qualunque...
Scendiamo in piazza per tutelare il nostro territorio e la nostra città da chi ancora vorrebbe continuare a sfruttarla.
Scendiamo in piazza perché crediamo che un altro futuro sia possibile e necessario.
Scendiamo in piazza perché siamo consapevoli delle potenzialità che ha la nostra città e che restano inespresse.
Siamo stanchi di veder andare via i giovani, nostri coetanei, per studio o per lavoro, stanchi di vedere ancora fabbriche che inquinano e mietono malattie e morti.
C’è bisogno di cambiare la rotta, siamo ancora in tempo per farlo e possiamo farlo solo noi, tutti insieme.
Per questo vi invitiamo ad essere presenti accanto a noi venerdì 11 ottobre.
Friday For Future italiano
In un momento storico scandito da guerre, aumento del carovita, aumento delle temperature medie e aumento degli eventi climatici estremi, uno scenario che porta le persone a pensare che sia troppo tardi per fare qualcosa e spesso crea un senso di impotenza, Fridays For Future Italia lancia un appello: “Possiamo ancora cambiare la rotta e contenere l’aumento della temperatura media globale a +1.5°, quello che manca è il coraggio e la volontà politica di mettere in atto strategie a lungo termine per la difesa dei territori e delle persone.” dice Antonio Iodice.
La comunità scientifica globale si è espressa all'unanimità: i cambiamenti climatici attuali sono causati dalle attività umane; in particolare i cambiamenti che stiamo vivendo sono più rapidi di quello che si è visto in tutte le ere precedenti, e la causa diretta è il nostro modello economico e la distruzione dell’ambiente necessaria per la sua sopravvivenza. Difendere il clima significa difendere la vita delle persone e per questo Fridays For Future Italia scende in piazza il giorno 11 ottobre 2024 in tutte le piazze d’Italia.
Il movimento ribadisce la sua posizione sull’entità sionista che, con il supporto acritico degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, sta commettendo un brutale genocidio del popolo palestinese e un ecocidio delle loro risorse naturali, bombardando anche il popolo libanese nella sua furia colonialista. “Ci schieriamo fermamente al fianco della resistenza del popolo palestinese, pretendiamo che la Palestina sia liberata dall’entità sionista e da chi agisce per colonizzarla e sfruttarne le risorse naturali attraverso progetti fossili come il piano Mattei.” afferma Anna Postorino
Realizzare la giustizia climatica vuol dire operare per smantellare il sistema imperialista e colonialista occidentale che si esprime anche attraverso progetti e finanziamenti dannosi e imposti.
“Dobbiamo impedire che gli errori degli stati e di alcune aziende vengano pagati dalle persone nelle zone più vulnerabili come chi vive nei paesi del sud del mondo e nelle zone di sacrificio in tutti i paesi, a cui si aggiungono ormai le sempre più frequenti zone alluvionate.” spiega Emanuele Genovese.
Il movimento si oppone con forza all’approvazione anche ad altre misure recenti del governo come la proposta di autonomia differenziata, che acuirà le disuguaglianze, anche ambientali, e del DDL 1660 (Decreto Sicurezza), una delle leggi più liberticide della storia della Repubblica, consapevole che la fortissima repressione e criminalizzazione delle proteste per la giustizia climatica e sociale è un sintomo della mancanza di risposte concrete ai problemi materiali del nostro presente. Il governo non riuscendo a convincere con la propaganda, prova a farlo con la forza.
Ed è per questo che oggi più che mai è fondamentale unirsi in un’unica grande mobilitazione. La profonda crisi della nostra democrazia è resa evidente dalla distanza delle istituzioni dalle istanze di chi cerca di sostanziare processi democratici dal basso: i comitati cittadini, i sindacati, i collettivi studenteschi e i movimenti antagonisti. “Non è troppo tardi per ottenere il cambiamento di cui abbiamo bisogno per la sopravvivenza. È stato fatto in passato e possiamo ripeterlo di nuovo. La mobilitazione di massa capace di costruire comunità dietro a rivendicazioni di interesse collettivo è l’unica strada per ottenere un miglioramento delle nostre vite e per salvarci dalla distruzione.” conclude Marzio Chirico.
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