TRIBUNALE MONDIALE SULL'IRAQ Violazione dei media contro la Verità e l'Umanità Le Politiche di disnformazione nella guerra all'Iraq
Gli organi di informazione richiedono costantemente che i governi e il settore privato agiscano in modo responsabile. Denunciano e rendono pubbliche le violazioni compiute dai politici e gli episodi di corruzione delle aziende e della finanza. Ma che dire dell’operato dei media stessi? Chi ne determina le responsabilità – soprattutto ora che le distorsioni e le inesattezze veicolate dai media hanno contribuito in modo decisivo all’uccisione di decine di milioni di persone durante la guerra in Iraq?
Il Tribunale Mondiale sull’Iraq (WTI), un’iniziativa internazionale promossa da cittadini che intende esaminare e accertare la verità in merito alla guerra e all’occupazione dell’Iraq, sta organizzando, per la prima volta, un tribunale dei popoli che indaghi sul lavoro svolto dai media riguardo al conflitto iracheno. Una Sessione su “Le violazioni dei Media contro la Verità e l’Umanità” si svolgerà nei giorni 10-13 febbraio a Roma presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università Roma Tre.
La sessione intende affermare il diritto delle persone a giudicare i media a causa del ruolo decisivo che hanno avuto nell’informare e disinformare l’opinione pubblica di tutto il mondo; essa si concentrerà sul dovere dell’Informazione di raccontare la verità e di operare in modo indipendente dai governi. Un pannello di esperti ascolterà le deposizioni di testimoni iracheni, di giornalisti indipendenti e osservatori dei media, come anche analisti esperti di strategie governative atte a raggiungere il “predominio sull’informazione” e manipolare la comunicazione mediatica. Tra gli altri ricordiamo: Issam Rasheed, film-maker e attivista iracheno; Dahr Jamail, importante esponente del giornalismo indipendente che sta operando in Iraq; l’ex producer della CNN e di ABC News Danny Schechter, attualmente editor di MediaChannel.org, e regista del premiato documentario sui media WMD: Weapons of Mass Deception; Fernando Suarez del Solar, di guerreroazteca.org, attivista contro la guerra e padre di Jesus A. Suarez del Solar Navarro, uno dei primi militari americani uccisi in Iraq nel 2003; David Miller della Strathclyde University in Scozia, autore di "Tell Me Lies - Propaganda and Distortion in the Attack on Iraq” e Direttore di Spinwatch.org e Corinne Kumar, coordinatrice internazionale della World Court of Women.
Vari organi di informazione, quali il the New York Times, il Washington Post, e i direttori delle News di ABC, NBC e CBS hanno ammesso che la copertura mediatica del periodo precedente alla guerra era viziata. Ma questi mea culpa e pentimenti tardivi sono sufficienti? Che dire della copertura della guerra, incluse le reticenze ad informare sulle violazioni dei diritti umani e sulle torture di prigionieri? Che dire della copertura attuata tuttora sullo svolgimento dell’occupazione? Che dire dei media di tutti gli altri paesi al di fuori della “coalizione” inclusi quelli dell’Africa e del Medio Oriente?
"La maggior parte dei media c.d. “mainstream” controllati dalle lobby finanziarie e industriali é colpevole di complicità," dice Jayan Nayar del Peoples’ Law Programme, Coordinatore del
WTI-Italia "Entro certi limiti le singole agenzie e testate in cui si articola il settore sono disponibili ad ammettere le loro responsabilità. Questo è un fatto positivo, ma non è sufficiente. Quello che serve è ben più di un semplice riconoscimento di singoli casi di mancata professionalità. Il Tribunale Mondiale sull’Iraq reclama un giudizio da parte dei cittadini. Un giudizio sulle bugie, le falsificazioni, le manipolazioni e il silenzio colpevole dei media”
I temi affrontati dalla sessione:
La sessione metterà a fuoco questi temi partendo dal punto di vista di tre categorie di cittadini danneggiati dalla guerra: i cittadini dell’ Iraq; i cittadini della c.d. ‘Coalizione’; e i cittadini del resto del mondo (da intendersi come la popolazione mondiale in generale, con particolare enfasi sui cittadini dei PVS e del sud del mondo).
La sessione articola le violazioni dei media in 3 categorie:
1. Contro i cittadini iracheni
• Il torto dell’Aggressione: complici nell’aver sostenuto le tesi della guerra di aggressione e nell’aver perpetrato un regime di occupazione e per questo co-responsabili di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità
• Il Crimine del Silenzio: responsabili nel non aver dato lo stesso privilegio, peso e dignità alle voci della sofferenza irachena.
2. Contro i cittadini dei Paesi della c.d. “Coalizione”
• Responsabili nell’Inganno: complici, attraverso la convalida e la disseminazione delle informazioni, di aver permesso la fraudolenta appropriazione di risorse finanziarie ed umane per la guerra a danno dello sviluppo sociale.
• Responsabili nell’Incitazione: colpevoli per aver incitato un clima ideologico di paura, razzismo, xenofobia e violenza.
3. Contro l’Umanità
• Responsabili nell’Esclusione: complici nell’aver escluso dallo scenario del c.d. “Primo Mondo” le voci, le visioni e le prospettive della maggioranza sociale del pianeta sul concetto di “Sicurezza Collettiva” e benessere sociale, privilegiando invece le priorità e le visioni di una piccola elite economico-militare.
• Responsabili nell’Usurpazione: complici nell’aver permesso l’usurpazione delle aspirazioni dell’umanità, per la pace e la giustizia sociale, per pure ragioni di profitto politico ed economico.
I media daranno risalto a questa sessione o la marginalizzeranno come già hanno fatto nei confronti di tante voci critiche che si sono levate contro la Guerra? Noi speriamo di No!
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