Prima che sia troppo tardi
Prima che sia troppo tardi
• Appello ai G8 della Terra per la giustizia nel mondo.
• La Campagna “Prima che sia troppo tardi”: per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
• A 40 anni dalla Enciclica di Papa Paolo VI “Populorum progressio”
Interverrano:
Mons. Arrigo Miglio vescovo di Ivrea, Presidente della Commissione C.E.I. per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace
Sergio Marelli, direttore generale di Volontari nel mondo–FOCSIV.
Entrambi membri della delegazione di 11 Cardinali e Vescovi del mondo e presidenti di ONG, che hanno portato un appello ai capi di governo dei paesi ricchi perchè si attivino a favore dei paesi poveri
Don Fabio Corazzina, Coordinatore nazionale di Pax Christi
Piera Gioda, presidente CISV (ONG federata alla FOCSIV)
campagna "Prima che sia troppo tardi"
In vista del G8 che si terrà in Germania dal 6 all’8 giugno, una delegazione, formata da 11 Cardinali e Vescovi di diverse parti del mondo e i presidenti di importanti Organizzazioni Non Governative, si è recata a Londra, Berlino e Roma (dal 30 aprile al 4 maggio), per chiedere ai capi di governo Blair, Merkel e Prodi, il rispetto degli impegni internazionali assunti nei confronti dei paesi poveri. Al termine la delegazione presieduta dal Card. Maradiaga di Tegucicalpa (Honduras), rappresentante vaticano presso la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, è stata ricevuta ed elogiata dal Papa e dal presidente della CEI Mons. Bagnasco.
La Dichiarazione presentata ai capi dei paesi ricchi contiene un severo monito, per l’ingiusta distribuzione dei beni della terra e per il ritardo nel mantenimento degli impegni presi negli scorsi vertici internazionali, nella lotta alla miseria e alla fame che attanaglia oltre 800 milioni di persone.
Infatti gli stati dell’ONU, nella Dichiarazione del Millennio del settembre 2000, si impegnarono entro il 2015 a:
1. Sradicare la povertà estrema e la fame
2. Garantire l'educazione primaria universale
3. Promuovere la parità dei sessi e l'autonomia delle donne
4. Ridurre la mortalità infantile
5. Migliorare la salute materna
6. Combattere l'HIV/AIDS, la malaria ed altre malattie
7. Garantire la sostenibilità ambientale
8. Sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo
Ora che è trascorso metà del tempo previsto, i membri della delegazione dichiarano di essere: “sconcertati dalla mancanza di progressi da parte dei Governi del G8 per il mantenimento degli impegni fissati” e, ricordando le parole del Papa Giovanni Paolo II, ammoniscono: “il mancato adempimento degli impegni con le nazioni in via di sviluppo costituisce una seria questione morale e mette ancora più in luce l'ingiustizia delle disuguaglianze esistenti nel mondo.... Vediamo che in alcune parti del mondo bambini muoiono per malnutrizione e per mancanza di una basilare assistenza sanitaria. Vediamo famiglie lacerate perché madri e padri devono lasciare la loro casa ed il loro Paese nella disperata ricerca di un miglioramento per i loro cari. Vediamo i piccoli agricoltori e pescatori che col passare dei secoli guardano impotenti le loro terre che si erodono, le loro foreste disboscate, i loro bacini inquinati o riempiti con allevamenti industriali. Vediamo la crescita di quartieri poverissimi nelle grandi metropoli dove cresce disperazione, violenza e inquietudine. Vediamo intere comunità costrette a lasciare le loro terre a causa dello sfruttamento economico. Vediamo in altre regioni una crescita economica che va oltre le aspettative ed ingenti profitti per le multinazionali ... Vediamo insieme opulenza e ricchezza materiale e povertà estrema. Mentre il numero dei milionari e dei miliardari cresce velocemente, in alcune parti del mondo il numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema rimane altissimo. Dobbiamo solo menzionare la enorme discrepanza tra le risorse destinate alle spese militari che hanno raggiunto gli 824 miliardi di dollari nel 2006 a fronte di un ammontare totale per gli aiuti allo sviluppo di 75 miliardi di dollari.”
L’appello contiene tre richieste precise ai G8:
mantenere gli impegni a destinare allo sviluppo dei paesi poveri lo 0,5% del PIL entro il 2010 e lo 0,7% entro il 2015 e a cercare nuove risorse da destinare alla cooperazione;
elaborare nuove strategie per risolvere la crisi del debito dei paesi più poveri;
adottare misure contro la corruzione verso i Paesi in via di sviluppo e nella gestione degli aiuti, promuovere la trasparenza nelle transazioni internazionali, prendere “provvedimenti contro i paradisi fiscali ed il segreto bancario al fine di prevenire la fuga ed il riciclaggio di capitali provenienti da atti di corruzione nei Paesi in via di sviluppo...sostenere in maniera effettiva e completa il recupero delle risorse sottratte ai paesi in via di sviluppo”.
Il Presidente Prodi nell’incontro con la delegazione riconoscendo la necessità di invertire la tendenza del ruolo internazionale dell’Italia nella lotta alla povertà e all’ingiustizia, ha promesso: “sarà nostro compito primario raggiungere la quota dello 0,7% del PIL per gli aiuti allo sviluppo”; infatti l’Italia è ancora ferma allo 0,2% ed è insolvente verso il Fondo Globale per la Lotta all’Aids, Tbc e malaria.
Sergio Marelli, Direttore Generale della FOCSIV (Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario), unico italiano a fare parte della delegazione, oltre a Mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e Presidente della Commissione C.E.I. per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace, in un comunicato stampa ha richiamato l’Italia anche a un’altra coerenza: quella di ridurre la produzione e la vendita di armi al sud del mondo.
Papa Paolo VI 40 anni fa scrisse: “Quando tanti popoli hanno fame, quando tante famiglie soffrono la miseria, quando tanti uomini vivono immersi nell’ignoranza, quando restano da costruire tante scuole, tanti ospedali, tante abitazioni degne di questo nome, ogni sperpero pubblico o privato, ogni spesa fatta per ostentazione nazionale o personale, ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi.” (Populorum Progressio, 53)
"A 40 anni dall'appello della Populorum Progressio", ha dichiarato Sergio Marelli, "è responsabilità di tutti i cristiani ripartire da quell'appello, purtroppo ad oggi ancora disatteso, per cambiare noi stessi e fare del nostro cambiamento lo strumento di pressione sulla politica, che ancora manifesta sordità e miopia non riconoscendo come urgente la lotta contro la povertà nel mondo. È necessaria un'assunzione di responsabilità da parte del nostro Governo e dei leader dei paesi del G8 per attuare politiche concrete e coerenti con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio".
Nonostante l’iniziativa e le istanze presentate fossero di alto profilo e rientrassero nella Campagna "Prima che sia troppo tardi", promossa da 16 associazioni italiane (Azione Cattolica, Pax Christi, Acli, Cisl, Coldiretti, Uciim, Coldiretti, ecc.), in occasione del 40° anniversario dell’Enciclica di Paolo VI “Populorum progressio”, i mezzi d’informazione italiani, cattolici e non, hanno dato all’avvenimento poco risalto o l’hanno del tutto ignorato.
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