Boycotta La Guerra

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    Tutto nasce dalla straordinaria storia dell'albero di kaki di Nagasaki. Sopravvissuto miracolosamente al bombardamento atomico del 9 agosto 1945, questo albero è diventato, nel mondo, un simbolo vivente di resilienza, memoria e speranza.
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    Nel 1973 compì un gesto coraggioso e pionieristico: si rifiutò di destinare la propria quota fiscale alle spese militari, devolvendo quella somma a un’associazione pacifista. In seguito si è preso cura della Casa della Pace di Tavarnuzze, sui colli fiorentini, ed è lì che lo abbiamo conosciuto.
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    All’inizio di marzo, in una fattoria nello stato del Jalisco, sono stati trovati dai Guerreros buscadores, uno dei tanti gruppi auto-organizzati dei familiari dei desaparecidos, centinaia di corpi carbonizzati all’interno di un vero e proprio campo di sterminio
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    Durante il corteo è risuonata forte la denuncia dei crimini contro l’umanità, più volte, invano, denunciati dalle organizzazioni internazionali, Onu in primis. E' stato lanciato anche un forte messaggio contro la corsa al riarmo.
    28 aprile 2025 - Redazione PeaceLink

Campagna: Fuori la guerra dalla tua spesa

505 persone - pagina 1 ... 41 42 43 ... 51
  • 95. Bianca d'Aponte - CE (7 aprile 2003)
  • 94. Irene Dioli - CR (7 aprile 2003)
  • 93. Famiglia Casini - PG (7 aprile 2003)
    Da diverso tempo stiamo cercando di non acquistare più prodotti di multinazionali che sfruttano le persone rendendole "nuovi schiavi" o peggio ne condizionano la salute (Nike - Nestlè ...). Da qualche giorno proviamo anche a boicottare i prodotti di società USA. Ma pensiamo che il primo passo sia quello di camminare verso un consumo sostenibile e ad acquisti "puliti" e sobri (Altro commercio, Gruppi di acuisto solidali, auto-produzione, ...) Ciao a tutti
  • 92. Gianfranco Florio - RM (7 aprile 2003)
  • 91. Paolo Nistri - PO (7 aprile 2003)
  • 90. marilena de rosa - MO (7 aprile 2003)
  • 89. federico virello - PD (7 aprile 2003)
    Penso che se tutti coloro che hanno messo la bandiera della pace al proprio balcone, in europa e nel mondo, aderissero a questa iniziativa, nel giro di un anno o forse meno il PIL degli Stati Uniti ne risentirebbe a tal punto che la prossima volta che Bush volesse scatenare una guerra, qualcuno dei suoi finanziatori glielo impedirebbe!
  • 88. Gianluca Di Claudio - RM (6 aprile 2003)
    Ancora siamo così pochi? Coraggio ragazzi, aderite in massa
  • 87. Marco Caldo - PA (6 aprile 2003)
    Quando ho capito che le lobbies statunitensi erano decise, anche se Saddam Hussein si fosse attenuto alla lettera ad ogni loro richiesta, a colonizzare l'Iraq per sfruttarne il petrolio, mi è tornato alla mente il film "2001: odissea nello spazio". Il "cervellone" controllava il viaggio perfettamente fino a quando non impazziva improvvisamente, mandando alla deriva gli astronauti. A cosa ci porterà ora questa improvvisa follia del Paese che finora ha diretto il mondo? Se quando non c'era follia sono state rase al suolo Hiroshima e Nagasaki, adesso che ci aspetta? Già alcuni soldati italiani in ex Iugoslavia hanno pagato con la vita la "leggerezza" dell'uso di armi con l'uranio impoverito. Ma questo è niente di fronte a ciò che accadrà, vinca chi vinca, dopo la guerra in Iraq. L'impero americano è ormai al tramonto come ne sono tramontati tanti altri. Bisogna accettare i propri limiti senza spirito vandalico, che non fa altro che innescare un gigantesco boomerang. Americani, tornate indietro!!!
  • 86. Roberta Trojanis - AR (6 aprile 2003)
    Il singolo civile non può fermare la guerra, anche se voluta principalmente da una sola persona che fa il bello e il cattivo tempo...ma se tutti insieme ci uniamo e diventiamo un'unica voce nessuno può ignorarlo. Bisogna lottare, farsi sentire, ed è quello che nel mio piccolo farò.
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