La diretta

In marcia a Roma contro il riarmo

In totale, sono oltre 480 le sigle tra associazioni, sindacati e movimenti politici che hanno aderito all’appello, rendendo il corteo una delle più ampie mobilitazioni contro il riarmo degli ultimi anni.
21 giugno 2025
Redazione PeaceLink

Stop Rearm Europa a Roma il 21 giugno 2025

Corteo di Roma contro il riarmo, 21 giugno 2025 In marcia contro il riarmo, qui la diretta.

Qui un'altra visuale, sempre in diretta.

La manifestazione è organizzata da una vasta rete di realtà pacifiste e sociali, tra cui Arci, Ferma il Riarmo (che riunisce Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia.

In totale, sono oltre 480 le sigle tra associazioni, sindacati e movimenti politici che hanno aderito all’appello, rendendo il corteo una delle più ampie mobilitazioni contro il riarmo degli ultimi anni.

I manifestanti contestano il piano europeo di difesa da 800 miliardi di euro e la corsa al riarmo, chiedendo invece investimenti per la pace, la giustizia sociale e climatica, i diritti e la democrazia.

La manifestazione di Roma del 21 giugno 2025

La protesta si inserisce nella settimana europea di mobilitazione contro la guerra e il riarmo, che coinvolge circa 1.000 organizzazioni in 18 Paesi.

Qui le immagini e le informazioni in diretta:

Microblog Stop Rearm Europe

https://sociale.network/tags/StopRearmEurope

Presente l'europarlamentare PD Cecilia Sala che ha parlato al microfono durante la marcia.

L'europarlamentare PD Marco Tarquinio: "Qui ci sono quelli che rappresentano base larga dentro il centrosinistra italiano e parti dell'opinione pubblica italiana che non hanno rappresentanza politica".

Lo riporta Fanpage che così prosegue con Tarquinio: "È importante che ci sia una delegazione del Pd, una presenza, perché questa è una parte del popolo dell'alternativa alla guerra e all'attuale quadro politico italiano ed europeo. Corteo per il disarmo, Roma 21 giugno 2025

Qui ci sono quelli che rappresentano una base larga dentro il centrosinistra italiano e tante parti dell'opinione pubblica italiana che oggi non hanno rappresentanza politica. Questa non è un'iniziativa promossa da forze politiche ma da organizzazioni della società civile a cui i partiti potevano dare un contributo se lo ritenevano".

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