Conflitti

Intervista a Naomi Toyoda

Durante la Terza Conferenza Internazionale per la messa al bando dell'Uranio Impoverito abbiamo incontrato il fotogiornalista giapponese Naomi Toyoda, che da anni testimonia con le sue foto la follia della guerra. I suoi reportage dal Libano, dalla Palestina e dall'Iraq hanno avuto notevole riscontro nell'opinione pubblica giapponese. Il suo ultimo film sull'uso di uranio impoverito in Iraq e' stato trasmesso anche da Rai News 24 e ha smascherato come i soldati italiani a Nassiryia non siano per niente informati dei rischi a cui sono esposti.
Segue una breve intervista.

Libano - Foto di Naomi Toyoda Sei gia' stato in Libano, in passato, puoi dirci di piu' sulla tua esperienza libanese

Come sai nel 1982 Israele invase il Libano. Purtroppo non riuscii ad andare in Libano subito, ma solo l'anno successivo.
Il mio interesse principale era il problema dei profughi palestinesi e al tempo stesso volevo raccogliere informazioni sulla guerra civile in Libano.
In quegli anni riuscii a recarmi piu' volte nel sud del Libano, a quel tempo occupato dalle forze israeliane. Avevo dei contatti con le truppe delle Nazioni Unite presenti sul posto, e stando insieme a loro riuscii ad accedere a zone altrimenti impossibili da raggiungere.
Due anni dopo mi recai ancora in Libano, perche' volevo avere la possibilita' di conoscere meglio la vita della popolazione durante l'occupazione e i bombardamenti, che avvenivano prevalentemente tramite elicotteri.
A volte giravo con le Nazioni Unite, altre volte scortato da gente del posto. Ebbi modo di assistere al massacro di Qana. Un elicottero israeliano sparo' dei missili contro una base delle Nazioni Unite.
Cana e' abitata per la maggior parte da cristiani e a causa dei frequenti attacchi molti civili si erano rifugiati nella base delle Nazioni Unite.
Un elicottero israeliano attacco' il rifugio dell'ONU uccidendo piu' di 100 persone. Inizialmente Israele disse che si tratto' di un errore, ma fu in seguito dimostrato grazie a un video che non si era trattato di un errore.
Questo episodio come molti altri rafforzo' la posizione di Hezbollah ma non solo, anche di Amal e Hamas che combattevano contro l'occupazione..
Non solo gli sciiti, ma molti cristiani sostenevano economicamente Hezbollah e Amal perche' rappresentavano un movimento nazionale di difesa della popolazione dall'occupazione militare.

Qualcosa di simile sta succedendo ora...

Gia'. In questo momento i media giapponesi dicono cose un po' strane, come ad esempio che l'unica soluzione sia l'invio di una forza di intervento multi-nazionale. Ma cio' significa anche forze statunitensi.
Gli Stati Uniti appoggiano l'idea di Israele di creare una "zona di sicurezza", ma in Libano questo si chiama occupazione.
La gente del posto chiede che se devono arrivare delle forze di interposizione, devono essere delle Nazioni Unite e controllate dalle Nazioni Unite.
C'e' una bella differenza. La presenza di forze internazionali, in un contesto di guerra civile, potrebbe essere percepita come occupazione e attaccata.
Hezbollah invece rispetta l'autorita' dell'ONU.

Hai intenzione di tornare in Libano?

Si', nelle prossime settimane. Innanzitutto vorrei andare a Qana, Shakra e Brashit, in prossimita' del confine, perche' ho molti amici nei villaggi della zona. Ma non so se mi sara' possibile, non ho idea di come possa evolvere la situazione e se ci sara' l'invio di truppe dell'ONU.

Alcuni giornali hanno riportato informazioni sull'uso di Uranio Impoverito, e ci sono testimonianze dell'uso di armi nuove e micidiali da parte di Israele

Ricordo che negli anni ottanta molti dissero che Israele stava testando delle nuove armi in Libano. In quegli anni gli U.S.A. non erano impegnati in alcuna guerra, e cosi' Israele testava le armi per conto loro. Per cui credo che anche ora Israele stia testando delle armi sulla popolazione libanese per conto degli Stati Uniti. Naturalmente mi portero' il contatore Geiger, ma non so se mi sara' possibile scoprire qualcosa.

Libano - Foto di Naomi Toyoda Qual e' il potere della fotografia nel raccontare cosa succede in guerra?

La fotografia da solo conta ben poco; la gente, chi guarda le foto, puo' cambiare idea e contare veramente.
Una fotografia e' solo un pezzo di carta, il potere reale sta nella gente che vede le fotografie.

Quale suggerimento daresti a un giovane fotografo interessato a raccontare la guerra?

Innanzitutto preferisco parlare di fotogiornalismo, non di fotografia.
Alcuni fotografi giovani ambiscono a recarsi nel campo di battaglia, scattare fotografie forti... io credo che invece un fotografo, prima di scattare una fotografia, debba avere una propria opionione, documentarsi, capire quello che succede.
E avere anche un obiettivo: quello di fermare la guerra. Questo conta piu' di tutto il resto.

Note: Le fotografie di questo articolo sono tratte dal sito giapponese di Naomi Toyoda
http://www.ne.jp/asahi/n/toyoda/
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