Yar’Adua confermato presidente dal tribunale
Un tribunale nigeriano ha rigettato l’istanza presentata dai candidati dell’opposizione che chiedevano l’annullamento delle elezioni presidenziali tenutesi ad aprile nel 2007. Il tribunale, composto da cinque giudici, ha unanimemente confermato Umaru Yar’ Adua come legittimo presidente, sostenendo che non sono presenti prove sostanziali per annullare il voto.
I due candidati sconfitti, l’ex vice presidente Atiku Abubakar e l’ex generale Muhammadu Buhari, comunque non si arrendono, i loro avvocati hanno annunciato che porteranno il caso di fronte alla Corte Suprema.
Le elezioni di aprile furono definite una farsa dagli osservatori internazionali, e sotto gli standard previsti per essere considerate pienamente regolari.
Questa conclusione non sorprende molti nigeriani che nonostante tutto si erano gia’ rassegnati ad accettare Yar’Adua, e la Nigeria ha bisogno di stabilita’. Questa decisione in un certo senso blocca le speranze dell’opposizione e permette a Yar’Adua di concentrarsi sul suo lavoro.
Gia’ in passato dopo le vittorie di Olusegun Obasanjo, Buhari aveva condotto lunghe battaglie legali, tutte finite con la conferma del presidente eletto; questi precedenti in un certo senso hanno indotto i cittadini nigeriani a considerare tempo perso supportare strenuamente queste rivendicazioni, scegliendo invece il principio di giudicare la legittimita’ del presidente secondo quanto sara’ in grado di fare una volta al potere.
I dati ufficiali mostrano che Yar’Adua vinse le elezioni con il 70% dei voti, contro il 18% di Buhari e il 7% di Abubakar. Questo enorme divario ha lasciato molti dubbi sulla regolarita’ del voto, e lo stesso Yar’Adua ha confermato la presenza di alcuni problemi, promettendo che lavorera’ per il miglioramento del sistema elettorale.
L’ex generale Buhari sostiene che il voto non e’stato regolare in 29 stati su 36, mentre Abubakar aggiunge che in molti casi le schede del voto non sono mai arrivate ai seggi o giunte in ritardo. Il nocciolo della questione, secondo gli avvocati di Abubakar, sarebbe da ricercare nella ristampa delle schede elettorali avvenuta in Sud Africa, dopo che l’ex vice presidente fu ammesso come candidato alle elezioni presidenziali.
Una buona parte di queste schede sarebbe stata stampata senza numero seriale facilitando le manipolazioni e rendendo inpossibile considerare valido il voto.
A questo punto diversi sono i percorsi dei vari contendenti; Yar’Adua vede questo come un primo riconoscimento della sua posizione, e conferma che si dedichera’ alla realizzazione del suo programma; i due candidati dell’opposizione annunciano una nuova battaglia legale che dovrebbe portarli alla Corte Suprema.
Ma i destini di entrambi restano incerti: Yar’Adua ancora deve fronteggiare queste possibili cause, e gia’ il voto in sette stati e’ stato annullato, in piu’ il famoso piano energetico per risollevare le sorti del paese si presenta piu' complicato del previsto. La riforma della Nigerian National Petroleum Company rappresenta le difficolta’ del presidente. Yar’Adua e’ sostenuto da molti influenti uomini del PDP, i quali sono anche legati a enormi affari nel settore energetico, e si aspettano ora un ricambio di favori.
Abubakar e Buhari decidono di andare avanti, l’annullamento delle elezioni in sette stati e’ un incentivo, ma la via per un annullamento delle presidenziali si presenta arduo e, visti i precedenti, praticamente impossibile.
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