A sangue freddo
Avvocato con molti nemici
Per la verità, e per la giustizia, si battevano Stanislav Markelov, avvocato di parte civile nel processo per il rapimento, le sevizie e l'assassinio di Elsa Kungaeva, 18 anni, e la giovane venticinquenne Anastasia Baburova, collaboratrice del quotidiano in cui lavorava Anna Politovksaya. Markelov era il direttore dell'Istituto per l'applicazione della legge, un organizzazione per le libertà civili che aveva portato, grazie a lui, davanti alla giustizia numerosi militari russi, signori della guerra ceceni e neofascisti. Anche la Baburova era impegnata in inchieste sulla rinascita di gruppi neo-nazi nella Russia putiniana. Pare che la giornalista abbia tentato di inseguire il killer e sia stata colpita alla testa.
Omicidio a contratto
I due sono stati freddati all'uscita di una conferenza stampa nella quale Markelov aveva riferito ai giornalisti l'intenzione di presentare ricorso alla Corte europea per i diritti umani contro il rilascio di Budanov. Questi, colonnello pluri-decorato, era considerato alla stregua di un eroe nella guerra contro i ribelli ceceni. Condannato nel 2000 a 10 anni di reclusione per l'omicidio della diciottenne cecena, era stato liberato giovedì scorso per buona condotta. Mentre la morte di Elsa era assurta simbolicamente a simbolo della violenza e degli abusi commessi dai militari russi in Cecenia, il colonnello Budanov era onorato e venerato non solo dalle frange ultranazionaliste russe. L'omicidio del legale porta le consuete caratteristiche di un omicidio a contratto. Il fatto che sia avvenuto in pieno giorno ha sopreso molti: una tale modalità di esecuzione sarebbe forse accaduta solo nei regolamenti di conti tra le bande del crimine organizzato nella Mosca degli anni '90.
Quattro morti alla Novaya
L'uccisione di Markelov potrebbe essere la vendetta contro l'uomo che ha portato in carcere Budanov. Ma, poiche l'avvocato e paladino per i diritti civili seguiva praticamente ogni caso aperto a seguito del lavoro di indagine di Anna Politkovskaya (escluso il processo agli assassini della giornalista), l'omicidio potrebbe avere molti mandanti, e non solo in ambito militare. Markelov difendeva anche vittime della violenza xenofobica e razzista, un fenomeno che si è dilatato negli ultimi anni in frequenza e intensità. Nelle prime due settimane del 2009, secondo quanto riporta il Moscow Human Rights Bureau, almeno 10 persone sono state uccise in Russia in omicidi a sfondo razziale. Con la morte della Baburova, sale a 4 il numero dei giornalisti della Novaya Gazeta uccisi dal 2000.
Chi parla di Cecenia muore
Il commento di Marja Magarik su http://www.articolo21.info
Anastasia Baburova aveva 25 anni. Era una giornalista- praticante e lavorava con entusiasmo per la Novaja gazeta, il giornale di Anna Politkovskaja. E' stata uccisa in un agguato assieme all' avvocato Stanislav Markelov impegnato nella difesa dei diritti umani in Cecenia. Sceglieva i temi scomodi Anastasia, raccontava il neonazismo crescente delle sconsolate periferie del paese.
L'ultima inchiesta doveva essere dedicata alla vicenda- simbolo delle atrocità commesse dai russi contro la popolazione civile cecena. Quella del colonnello dell'esercito di Mosca Budanov che aveva rapito assieme ad un gruppo di soldati, violenatato e ucciso una ragazza cecena di 17 anni - Elza Kulganova. L'ufficiale era stato arrestato e condannato a 10 anni di carcere nel 2000 per crimini di guerra. Ma giovedì scorso è stato liberato in anticipo. La sua scarcerazione è stata accolta da un'ondata di proteste. Dopo aver ucciso Markelov, il sicario ha sparato un colpo alla nuca della giornalista. La ragazza è morta poche ore dopo in ospedale. Una vicenda atroce, perchè ad essere uccisi nel pieno centro di Mosca sono due giovani - Andrej di anni ne aveva 34, Anastasia stava per laurearsi in giornalismo all'Università della capitale russa.
Avvcinarsi alla storia del colonnello Budanov significava andare incontro a morte certa. Dopo l'assassinio di Anna Politkovskaja pochi affrontano la Cecenia. Ciò che è stato - è stato. Dimenticare è meglio. La condanna di Budanov, 8 anni fa, è stato un successo incredibile. Per la prima volta un tribunale russo aveva trattato come crimine di guerra l'operato delle truppe di Mosca in Cecenia. Un precedente sensazionale. Ma si capiva subito che sarebbe stato l'unico caso. L'esercito ha scelto Budanov come simbolo per difendere il proprio ruolo nella piccola repubblica indipendentista del Caucaso. La famiglia della vittima è stata minacciata di morte e costretta a scappare in Europa.
Stanislav Markelov combatteva affinchè Budanov scontasse pienamente la pena. Alla vigilia dell'agguato l'avvocato aveva ricevuto diversi avvertimenti: "Se non abbandoni il caso - morirai". Perche' il colonnello è un ideale per i militari convinti che Elsa Kulganova sia un incidente di percorso. Come altri migliaia di civili spariti, torturati e uccisi.
Mosca dei pochi oppositori e degli sparuti difensori dei diritti umani è sotto shock, la maggioranza fa finta di niente. Tutti preoccupati per la crisi e l'annunciato crollo del prezzo del gas. Se calerà del 60 per cento - come dice Gazprom - ci saranno dei tumulti sociali. E in Ingushezia c'e' stato un attentato.
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