Conflitti

Uganda: LA GUERRA DELL’INNOCENZA PERDUTA

una guerra non dimenticata, ma ignorata; non nel nome dell’Islam, ma nel nome dei “nostri” dieci comandamenti
9 ottobre 2004
Elisabetta Caravati

Ogni sera all’imbrunire migliaia di bambini, lasciano i villaggi e partono per recarsi a dormire in citta’. Molti si tengono per mano, solitamente sono i piu’ grandi e le piu’ grandi a capo delle file, molti sono a piedi nudi, solitamente hanno un fagotto sulle spalle o una stuoia arrotolata in testa. Lasciano, nei villaggi, la paura di essere “rapiti” dalla Lra (Lord’s Resistance Army) cioe’ “l’Esercito di resistenza del Signore”, la formazione ribelle del nord dell’Uganda; ogni domani ritorneranno in quegli stessi villaggi lasciati la sera prima...
In Uganda, da molti anni ormai, perdura una guerra civile; credule, ma limitata; spietata ma circoscritta; una guerra destinata a durare all’infinito in uno spazio relativamente ristretto.
Non una guerra “dimenticata”, ma una guerra ignorata. Si dimentica involontariamente, si ignora volontariamente.
Laddove non ci sono interessi economici: niente petrolio, niente miniere; laddove si combatte non nel nome dell’Islam, ma nel nome di un cristianesimo amalgamato allo spiritismo, nessuno ha interesse ad intervenire, tantomeno l’amministrazione Bush, sempre pronta a denunciare i conflitti degli islamici per compiacere il suo elettorato fondamentalista cristiano; ma cieca allor quando nessuna possibilita’ esiste di far trionfare il “bene” contro il “male”, di mandare i “buoni” contro i “cattivi”.
In Uganda del nord, i cattivi, quelli che costringono i bambini a giocare a quel gioco mortale che si chiama guerra, lo fanno nel nome del nostro Dio; infatti, professano di voler istaurare il Regno dei Dieci Comandamenti sulla Terra...
E cosi’ i bambini, dagli otto ai dodici anni, vengono rapiti nei villaggi, razziati come bestiame, arruolati a forza sotto minaccia della vita, costretti ad uccidere per stringere un patto di sangue con i loro aguzzini e poi mandati a combattere. Le femmine vengono usate come cuoche o concubine per i capi guerriglieri. Questa guerra viene chiamata “la guerra dell’innocenza perduta” perche’ tutti: buoni o cattivi; vittime o carnefici, sono bambini. I soldati governativi ne hanno paura; infatti, i guerriglieri-bambini sono veloci, imprevedibili nelle manovre e negli agguati e spietati in battaglia... ma qualche volta, i guerriglieri-bambini riescono a scappare portandosi appresso racconti agghiaccianti delle crudelta’ compiute...
Tutto incomincio’ dopo la presa al potere dell’attuale presidente Yoweri Museveni alla fine degli anni Ottanta.; dopo tanti anni di orrore e atroci guerre, in Uganda sembrava intravedersi finalmente uno spiraglio di pace. Ma, nei villaggi e nelle citta’ del nord del paese fra gli Acholi, che erano sempre stati i favoriti dai precedenti regimi perche’ quasi tutti negli alti ranghi dell’esercito, inizio’ a propagarsi lo scontento. Si sentivano, gli Acholi, emarginati ed esclusi; erano stati rimandati a casa, si sentivano sconfitti; ma sapevano di non essere disarmati!
Alice Lakwena una ragazza senza marito ne’ figli, una guaritrice, inizio’ a predicare la riscossa degli Acholi. Da guaritrice divento’ profetessa; da santona a capopopolo. Gli Acholi impugnarono le armi: Alice, mescolando il cristianesimo allo spiritismo, chiamo’ il suo movimento “Le forze mobili dello Spirito Santo”. Marciarono a petto nudo contro le guarnigioni governative e vinsero sempre, fino a giungere alle porte della capitale dove l’esercito governativo li aspettava con l’artiglieria schierata. Gli Acholi furono sconfitti; la profetessa “scappo’” in Kenya e ancora oggi, a chi ha voglia di ascoltarla, giustifica quella sconfitta col fatto che, alle prime vittorie, gli Acholi smisero di osservare i comandamenti...
Alice venne “sostituita” da un suo cugino, le “forze mobili” diventarono “l’Esercito di Resistenza del Signore” in una sanguinosa caricatura dell’effimero movimento spirituale guidato da Alice.
Non paradisi, nei sogni dei bambini-guerriglieri, ma ogni oggi il loro inferno quotidiano...

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