In riva al mare in cerca di poesia
Torno distrutto da un viaggio interminabile in treno. Prima di tornare a casa viro verso il mare, a salutare un vecchio amico finalmente di nuovo placido e ancor mio. Nel silenzio, nella tranquillità mi lascio andare alle sue dolci onde. Seduto sulla sua riva ascolto l'omerico cantore, accompagnato dalle note del Poeta, tornare a raccontare incredibili storie. E' un'assolata giornata di settembre, di quelle che solitamente si chiaman "belle giornate". Eppure il mare non è calmo come ti aspetteresti. Si agita, s'inquieta. Come l'animo umano... Mai fermo, mai tranquillo, sempre in movimento, vagabondo nel grande gioco della Vita. Scorron storie tragiche, storie d'amore e di odio. La profondità dell'azzurro e le aspre, ma dolci nel cuore, note ti fan sentire il peso del dolore e la leggerezza della futilità. Rivivi storie, vite passate e interroghi il futuro, quel che sarà e che nel presente bussa ma ancora non è. Scorre l'inquietudine dell'animo, compagno del cuore. Poi d'improvviso ... un dettaglio, un minuscolo puntino nell'aere si avvicina. Lo lasci venire e assorto lo osservi. E un improvvisa dolcezza, come tenera carezza, ti avvolge. Ti senti vicina una bellezza stupenda, straordinaria. I pesi appaiono più leggeri, o forse lo sono, e tutto cambia.
Avrà forse ragione Arundhati Roy, la straordinaria scrittrice indiana, autrice del libro "Il dio delle piccole cose"? La divinità, questo insondabile mistero della Vita che "move il sole e l'altre stelle", è forse qui? Non nell'immenso, nei mastodonti delle nostre civiltà e tecnologie, ma nelle piccole cose? Nelle note ispirate(ma da chi? appunto) poeta e nelle parole di un silenzioso cantore, nel volo di un piccino e nella brezza che accarezza viso e cuore?
Verrebbe da sussurrare "la risposta soffia nel vento" ...
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