Telefonini, riciclaggio all'americana
Roma - Ci sono nomi come Motorola, Nokia, AT&T Wireless, Verizon e Spint nel gruppo di imprese e operatori americani che hanno firmato "Wireless: The New Recyclable": una carta piena di buoni propositi per il riciclaggio dei telefoni mobili e per ridurne conseguentemente l'impatto ambientale.
I problemi che le aziende si impegnano ad affrontare sono molti. Anzitutto si tratta di creare impianti di riciclaggio ad hoc, che siano in grado di tirar fuori dai cellulari usati tutti i materiali che possono essere riutilizzati. Ma anche impianti, e ciò riguarderà in primis i produttori che realizzano telefonini sul suolo americano, nei quali i materiali riciclati possano essere ricondizionati per il reinserimento nel ciclo di produzione.
Gli operatori del settore si impegnano anche a costruire i telefonini tenendo il più possibile presenti le opportunità e i problemi del corretto smaltimento di quei materiali che non possono essere riutilizzati ma devono essere smaltiti con accortezza perché tossici. Ci sono elementi come il piombo, il litio o il cadmio che, se rilasciati nell'ambiente, possono causare gravi inquinamenti del suolo e delle falde acquifere.
Secondo il vicepresidente dell'associazione dei produttori CTIA, Joanne Basile, i problemi sono relativamente contenuti al momento perché molti consumatori quando dismettono un vecchio telefonino, anziché buttarlo lo ripongono in un cassetto e perché, soprattutto, le dimensioni stesse del cellulare non ne fanno un rifiuto ingombrante, elemento che ha fin qui ridotto i costi dello smaltimento.
Basile però non nasconde che nel tempo, con la crescita esponenziale nell'uso dei telefonini, il problema dello smaltimento dei cellulari assumerà una portata rilevante, simile a quella che è già ampiamente riconosciuta per i personal computer e altri apparecchi elettronici.
L'iniziativa, inoltre, impegna i produttori a promuovere il riciclaggio in tutti gli aspetti della produzione e della vendita, comprese confezioni e scatole e materiale pubblicitario. E le certificazioni della CTIA saranno rilasciate solo ai cellulari realizzati su questi principi. Un sito, recyclewirelessphones.com, è in via di attivazione mentre scriviamo e avrà il compito di informare i consumatori sui modi migliori per sbarazzarsi di un proprio cellulare.
Tutto questo però non convince gli ambientalisti locali, per i quali l'assenza di fondi per la promozione dell'iniziativa nonché il fatto che non sia prevista una penalizzazione per chi non si adegua, rendono poco credibile l'operazione. Secondo Basile, invece, si tratta di un importante passo avanti. Qualcuno maligna, però, che la firma del protocollo tra i produttori sarebbe un tentativo per evitare l’introduzione di normative statali che potrebbero risultare ben più onerose di una dichiarazione di autoregolamentazione...
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