Dal modello trasmissivo alla scuola partecipativa

Nuove scelte nell'ambito della didattica digitale

Le ICT (Information and Communications Technology) offrono strumenti di condivisione e cooperazione per progettare un apprendimento attivo. Il dibattito sulla didattica a distanza ha fatto emergere un interesse attorno al "Manifesto delle Avanguardie Educative". Vediamone i punti fondamentali.
24 maggio 2020
Redazione PeaceLink

La crisi del coronavirus e la diffusione della didattica a distanza ha richiesto un ripensamento complessivo della scuola.

Da questo punto di vista è stata molto utile la community delle Avanguardie Educative che ha anticipato scelte e innovazioni metodologiche nell'ambito della didattica digitale.

Tali scelte sono sintetizzate nel "Manifesto" che potete leggere qui di seguito.

1. Trasformare il modello trasmissivo della scuola: oltre l’erogazione della lezione dalla cattedra verso modalità di apprendimento attivo, anche con l’ausilio di simulazioni, giochi didattici, attività “hands-on”, ecc.

2. Sfruttare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare: le ICT non sono né ospiti sgraditi né protagonisti, sono opportunità che consentono di personalizzare i percorsi di apprendimento, rappresentare la conoscenza, ampliare le fonti del sapere, condividere e comunicare.

3. Creare nuovi spazi per l’apprendimento: la fluidità dei processi comunicativi innescati dalle ICT si scontra con ambienti fisici non più in grado di rispondere a contesti educativi in continua evoluzione e impone un ripensamento degli spazi e dei luoghi in cerca di soluzioni flessibili, polifunzionali, modulari e facilmente configurabili in base all’attività svolta.

4. Riorganizzare il tempo del fare scuola: il superamento di steccati rigidi come il calendario scolastico, l’orario delle lezioni e la parcellizzazione delle discipline in unità temporali minime distribuite nell’arco dell’a.s. può avvenire tenendo conto della necessità di una razionalizzazione delle risorse, di una programmazione didattica articolata in segmenti, unità e moduli formativi, dell’affermarsi delle ICT che favoriscono nuove modalità di apprendimento e che necessitano di nuovi tempi.

5. Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza: l’espansione di internet ha reso la conoscenza accessibile in modo diffuso; non solo il patrimonio di fatti e nozioni (una volta monopolio esclusivo di pochi) oggi è aperto alla comunità e ai cittadini, ma la società contemporanea valorizza competenze nuove, difficilmente codificabili nella sola forma testuale e nella struttura sequenziale del libro di testo.

6. Investire sul “capitale umano” ripensando i rapporti (dentro/fuori, insegnamento frontale/apprendimento tra pari, scuola/azienda, ecc.): una scuola d’avanguardia è in grado di individuare (nel territorio, nell’associazionismo, nelle imprese e nei luoghi informali) le occasioni per mettersi in discussione in un’ottica di miglioramento, per arricchire il proprio servizio attraverso un’innovazione continua che garantisca la qualità del sistema educativo.

7. Promuovere l’innovazione perché sia sostenibile e trasferibile: obiettivo delle scuole d’avanguardia è individuare l’innovazione, connotarla e declinarla affinché sia concretamente praticabile, sostenibile e trasferibile ad altre realtà che ne abbiano i presupposti. Strumenti digitali

Note: «Avanguardie educative» è un progetto di ricerca-azione nato dall’iniziativa autonoma dell’Indire con l’obiettivo di investigare le possibili strategie di propagazione e messa a sistema dell’innovazione nella scuola italiana. Il progetto si è poi trasformato in un vero e proprio Movimento – ufficialmente costituito il 6 novembre 2014 a Genova – aperto a tutte le scuole italiane; la sua mission è quella di individuare, supportare, diffondere, portare a sistema pratiche e modelli educativi volti a ripensare l’organizzazione della Didattica, del Tempo e dello Spazio del ‘fare scuola’ in una società della conoscenza in continuo divenire. Il Movimento è frutto di un’azione congiunta di INDIRE e di 22 scuole fondatrici che hanno sottoscritto un «Manifesto programmatico per l’Innovazione» costituito da 7 «orizzonti di riferimento», che esplicitano ed animano la vision di «Avanguardie educative».
Le 22 scuole, avendo sperimentato uno o più percorsi di innovazione ispirati dal «Manifesto», sono così anche le prime 22 scuole capofila di «Avanguardie educative». I percorsi di innovazione ispirati dal «Manifesto» sono diventati le cosiddette «Idee» che le scuole aderenti al Movimento – confortate da un servizio di assistenza/coaching in modalità blended – possono adottare e sperimentare nei loro curricoli.
Il Movimento è una comunità di pratica ‘in crescendo’ che evolve, si trasforma e che dal 2014 aumenta di anno in anno il suo contingente, tra scuole capofila delle Idee e scuole adottanti che stanno sperimentando una o più di una delle Idee. A queste si aggiungono le scuole polo che assicurano a livello regionale – insieme ad esperti formatori presenti sul territorio di pertinenza – un’articolata serie di attività di informazione, formazione, diffusione e sostegno alle scuole del Movimento e ai processi d’innovazione.

La community di «Avanguardie educative» si apre alle scuole accogliendo esperienze di innovazione da loro sviluppate e consolidate.

Fonte: Indire

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