Patriot Act, sconfitta per Bush
Washington (USA) - Una delle misure più contestate del Patriot Act, la legge firmata da Bush all'indomani dell'attentato contro le torri gemelle, è stata bloccata da un giudice distrettuale.
Il magistrato Victor Marrero ha infatti sostenuto in una sentenza che è incostituzionale intercettare le comunicazioni dei cittadini senza farlo sapere, senza dover dare conto di cosa e quanto in profondità si è lavorato e impedendo a provider e operatori telefonici di rivelare a chicchessia l'esistenza dell'indagine.
L'incostituzionalità è dovuta a due fattori. Il primo è la violazione del Primo Emendamento, perché il divieto permanente di rivelare l'esistenza di una indagine, imposto a chi la conosce, rappresenta una forma di censura preventiva. Il secondo è l'abuso del Quarto Emendamento, quello che consente alla magistratura di indagare e conoscere la tipologia e la misura delle indagini governative.
Secondo Marrero il problema centrale affrontato dal Patriot Act, vale a dire la sicurezza nazionale, ha "un'importanza vitale" e sono assolutamente necessari i poteri che consentano al Governo di agire "rapidamente ed efficacemente". Ma Marrero ha anche evidenziato che la sicurezza personale è altrettanto importante "e viene considerata al massimo livello dal nostro sistema giudiziario".
Inutile dire che la sentenza di Marrero ha suscitato gli applausi di chi, come la potente organizzazione pro-diritti civili ACLU, da tempo si batte strenuamente contro una normativa, il Patriot appunto, da molti considerata una delle più pericolose per le libertà individuali mai approvata negli Stati Uniti.
Qualora l'appello si rivelasse sfavorevole all'amministrazione americana, per Bush il caso potrebbe diventare imbarazzante, visti i ripetuti appelli del Presidente affinché le misure più contestate del Patriot Act siano rinnovate dal Congresso e ulteriormente rafforzate.
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