Il SudAmerica ama sempre più Linux e l'Open Source
Il Brasile, con i suoi 170 milioni di abitanti, è la maggiore realtà economica del continente, con dimensioni rilevanti: basti pensare che l'economia di San Paolo da sola supera i volumi di tutto il Messico, è la punta di diamante di questa "Corsa a Linux".
l presidente brasiliano Lula non ha mai fatto mistero di preferire Linux ai sistemi proprietari, e di vedere nell'Open Source il modo di risollevare le sorti tecnologiche del suo paese.
L'Argentina, dopo le vicissitudini del suo crack finanziario, sta cercando nuove risorse proprio nell'adozione del software Open Source, con numeri rilevanti: oltre il 40% delle aziende argentine usa Linux, e la maggiorparte di esse vuole adottare OSS per tutti i suoi settori.
Nel Cile l'Open Source si sta diffondendo soprattutto nelle scuole, con il sistema Edulinux.
Un altro punto di riferimento è poi il Perù, dove il governo ha imposto per legge l'uso del software Open Source nell'amministrazione pubblica.
Anche nel caso di uso di prodotti non Open, deve essere rilasciato il sorgente, e tali prodotti possono essere usati solo se non esiste qualcosa di Open equivalente.
Come è immaginabile, i produttori di software non gradiscono l'effetto Perù, e stanno facendo di tutto per contrastarlo.
GLi appelli alla libera concorrenza, cavallo di battaglia dell'ultimo periodo, sono stati però tutti rispediti al mittente, con la dichiarazione di un politico peruviano: "Non vi impediamo di partecipare ai nostri concorsi, semplicemente saimo noi Peruviani a stabilire le regole".
Il discorso, IMHO, non fa una grinza e mi piacerebbe vedere prima o poi anche in Italia un dibattito serio slla necessità di passare a tecnologie Open Source, almeno per quanto riguarda la pubblica amministrazione e la scuola.
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