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Una lunga intervista che fa il punto della situazione sulle iniziative, i progressi e le difficoltà nel percorso per la concretizzazione di un supporto giuridico di proibizione delle armi nucleari.

Per una fine “salutare” dell’era nucleare. Intervista a Tilman Ruff

Tilman Ruff, consulente per l’OMS e la Croce Rossa australiana, è co-presidente dell’IPPNW ed ex presidente della filiale australiana, MAPW. Ricopre il ruolo di rappresentante di IPPNW nel comitato direttivo internazionale di ICAN e scrive e parla spesso della necessità di bandire ed eliminare le armi nucleari.
19 ottobre 2015

Tilman Ruff alle Nazioni Unite

Una lunga intervista che fa il punto della situazione sulle iniziative, i progressi e le difficoltà nel percorso per la concretizzazione di un supporto giuridico di proibizione delle armi nucleari. Con riferimento – nel primo quesito – alla posizione particolare del governo australiano, sì genericamente favorevole al disarmo ma (anche per via delle origini e della storia di occupazione e dipendenza dell’Australia dai susseguenti Stati imperiali) ricercando ancora oggi una sorta di protezione sotto l’ombrello atomico dei Nuclear States. Pur non possedendo armi nucleari ma ugualmente coinvolta nella catena globale di strutture per una “deterrenza nucleare estesa” nell’area orientale del pianeta.

E questo fa sì che si opponga ai progressi verso un trattato completo per la messa al bando delle armi nucleari.

L’intervista tocca anche gli aspetti cruciali dello sforzo di divulgazione e convincimento da parte di IPPNW sulla necessità urgente di un disarmo totale per via delle conseguenze catastrofiche nell’intero pianeta. “Un aspetto che scaturisce in occasione delle varie conferenze è che più impariamo riguardo gli effetti delle armi nucleari, peggio risulta essere la prospettiva. Nelle valutazioni da parte dei militari vengono enfatizzati gli effetti iniziali delle esplosioni e delle radiazioni ma sottovalutando gli effetti maggiori sui civili e le infrastrutture per via degli incendi e le tempeste di fuoco susseguenti. Le moderne scienze climatiche hanno dimostrato che avverrebbero gravi, globali e persistenti sconvolgimenti climatici – oltre che un decadimento delle risorse agricole anche solo per causa di un conflitto usando una frazione minuscola dell’arsenale nucleare globale, anche se le armi vengano fatte esplodere in una sola regione.”

E una speranza è nata dall’istituzione di ICAN, quale più promettente ed emozionante iniziativa degli ultimi 25 anni dalla fine della Guerra Fredda. Tre conferenze (Oslo, Nayarit e Vienna – ndt) sono state punti di riferimento e l’ultima – svolta a Vienna – ha prodotto l’Humanitarian Pledge, l’Impegno Umanitario sottoscritto da più di 115 Stati.

L’ultimo passo dell’intervista tocca i recenti trattati sulla messa al bando delle mine e delle cluster bombs, come pure l’imminente trattato sul commercio delle armi. Tilman Ruff sottolinea come “il progresso nella messa al bando di queste armi inumane è stato possibile quando è stato ampiamente compreso che gli effetti di quelle armi sono inaccettabili. L’imperativo umanitario per la loro eliminazione ha allora prevalso sulle argomentazioni circa la loro utilità politica e militare.”

Tilman Ruff, consulente per l’OMS e la Croce Rossa australiana, è co-presidente dell’IPPNW ed ex presidente della filiale australiana, MAPW. Ricopre il ruolo di rappresentante di IPPNW nel comitato direttivo internazionale di ICAN e scrive e parla spesso della necessità di bandire ed eliminare le armi nucleari.

Note: Titolo originale: A “healthy end” to the nuclear era: interview with Tilman Ruff http://peaceandhealthblog.com/2015/10/14/tilman-ruff-interview/

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