Dal mese di luglio del 2024 a oggi, il governo Meloni ha fatto autorizzare una serie di investimenti militari che destano preoccupazione per il loro impatto sulle finanze pubbliche e sugli equilibri geopolitici. Tra caccia di sesta generazione, F-35 e Eurofighter, si delineano priorità politiche che privilegiano la corsa agli armamenti rispetto al benessere sociale e ambientale.
Novembre 2024: il prototipo del caccia Tempest (GCAP)
Il caccia Tempest (programma GCAP)
Fonte: Leonardo
Con un investimento di 7,5 miliardi di euro, il Parlamento italiano ha approvato lo sviluppo del prototipo del caccia di sesta generazione Tempest nell’ambito del programma GCAP (Global Combat Air Programme). Ma nessuno può dare certezze. Nel dibattito parlamentare la stima dei costi ipotizzata è giunta anche a 8.8 miliardi di euro.
Sorprende il voto favorevole del Partito Democratico, che si allinea alla linea governativa anziché avanzare proposte alternative per un uso civile delle risorse pubbliche. Si tratta di una spesa che alimenta la militarizzazione dell’innovazione tecnologica, sottraendo fondi che potrebbero essere destinati a ricerca sanitaria, transizione ecologica, istruzione e lotta alla povertà.
Settembre 2024: nuovi caccia F-35 a costi triplicati
Con l’acquisto di
25 caccia F-35, il governo Meloni incrementa un già controverso programma, portando la spesa totale per questi velivoli a
7 miliardi di euro. Questa decisione si aggiunge agli impegni presi per 90 F-35, dimostrando una volontà politica di accrescere la presenza militare italiana negli scenari di guerra e nell'Indopacifico. Il costo di ogni singolo F-35, compresi manutenzione e aggiornamenti, è esorbitante: 280 milioni di euro per ogni F-35 quando il suo costo iniziale dell'F-35 dovrebbe essere 80 milioni.
L'aumento da 80 a 280 milioni è dovuto ai costi aggiuntivi legati ad un programma a lungo termine di manutenzione, aggiornamenti, logistica e addestramento che fanno lievitare notevolmente il prezzo totale. Questo fenomeno è tipico di programmi militari complessi, ma il caso dell’F-35 è particolarmente eclatante.
Luglio 2024: Eurofighter pronti a bombardare
Eurofighter
Fonte: Wikipedia
A luglio, il governo ha stanziato 7,4 miliardi di euro per l'acquisto di 24 nuovi caccia Eurofighter, aggiornati per missioni di bombardamento. Questa scelta rappresenta un ulteriore passo verso una politica di deterrenza aggressiva, che contribuisce a destabilizzare scenari internazionali già precari. Anche in questo caso, i fondi impegnati avrebbero potuto essere reindirizzati verso necessità civili, come il rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale o il contrasto alle disuguaglianze sociali .
I primi Eurofighter erano progettati principalmente come intercettori, con l'obiettivo di contrastare minacce aeree nemiche e garantire la superiorità aerea. La loro progettazione si concentrava su manovrabilità e prestazioni in combattimento aria-aria.
Con il passare del tempo, l'Eurofighter Typhoon ha acquisito capacità di attacco al suolo, diventando un cacciabombardiere. Questa transizione ha permesso all'aereo di eseguire missioni di bombardamento e supporto aereo ravvicinato, ampliando notevolmente il suo raggio d'azione operativo.
Di qui anche la lievitazione dei prezzi oltre che il tradimento dei fini iniziali "difensivi". Oggi questo caccia tradisce la Costituzione Italiana per la sua stessa "metamorfosi" in cacciabombardiere.
Una corsamenti che non giova a nessuno
In totale, nelle ultime due stagioni del 2024 si registra un impegno di 21,9 miliardi di euro per progetti bellici nel solo campo aeronautico e nel solo campo di questo genere di sistemi d'arma. Si tratta di cifre impressionanti che evidenziano una preoccupante escalation nella spesa militare del governo italiano che incontrano non solo scarsa resistenza nell'opposizione ma anche una cerca compiacenza. E soprattutto non vi è informazione sufficiente nel campo pacifista. Su questi tre eclatanti casi non vi è stata alcuna iniziativa pubblica di rilievo. Non siamo stati capaci di fare opinione pubblica su temi piuttosto ostici tecnicamente. Tali temi "ostici" sono tuttavia rilevanti ai fini strategici, sia per le implicazioni belliche sia per i costi esorbitanti.
Questi investimenti non solo esacerbano le tensioni internazionali, ma contraddicono l’articolo 11 della Costituzione italiana, che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie.
Di fronte a queste scelte, la società civile più sensibile ai temi della pace è chiamata a mobilitarsi. È urgente riorientare il dibattito pubblico, chiedendo conto ai nostri rappresentanti di decisioni che compromettono il futuro del Paese. Questa militarizzazione della spesa pubblica ci trascina verso la perdita di controllo sul bilancio, con ricadute presenti e future sulla scuola, sulla sanità, sull'ambiente e sulla lotta alla povertà.
La mobilitazione del 10 dicembre per la pace e quelle per contestare la legge di bilancio 2025 dovranno contemplare queste tre parole chiave da ricordare a memoria e da spiegare all'opinione pubblica: GCAP, F-35, Eurofighter.
E se la Russia attaccasse l'Europa?
A dovesse obiettare che queste nuove spese spese militari sono necessarie perché la Russia potrebbe attaccare e conquistare l'Europa, va data una semplice risposta con i numeri.
Nel 2023, la spesa militare totale della NATO ha raggiunto circa 1.341 miliardi di dollari, rappresentando circa il 55% della spesa militare globale, che ammonta a 2.443 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda la Russia, nel 2023 la spesa militare è stata di circa 109 miliardi di dollari, che corrisponde al 4,5% della spesa militare mondiale.
La Nato è 12 volte superiore militarmente rispetto alla Russia. I numeri non hanno bisogni di altro commento.
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