Disarmo

Il trattato fissa un tetto di 1.550 testate nucleari strategiche

Il prossimo anno scade il New START sulle armi nucleari a lunga gittata

Il 2026 può diventare l’anno nero del riarmo nucleare. Occorre come pacifisti promuovere la mobilitazione perché il 2026 diventi invece l'anno della ripresa del dialogo per formare la nuova corsa agli armamenti nucleari, sia quelli a medio raggio (INF) sia quelli a lungo raggio (New START).
25 agosto 2025

Un missile balistico intercontinentale di fabbricazione russa

Nel 2026 giungerà a scadenza il New START, l’ultimo trattato ancora in vigore che limita le armi nucleari strategiche di Stati Uniti e Russia. Si definiscono tali le armi nucleari che colpiscono a lungo raggio (oltre i 5.500 km).

Firmato nel 2010 e prorogato fino al 2026, il New START impone a entrambe le potenze un tetto massimo di 1.550 testate nucleari strategiche dispiegate. Senza questo accordo, non esisterà più alcun vincolo giuridico internazionale che freni la proliferazione atomica delle due principali potenze nucleari.

Nel febbraio 2023 la Russia ne ha sospeso l’applicazione.

Le motivazioni dichiarate da Mosca sono state le seguenti:

  • l’accusa agli Stati Uniti e alla NATO di voler infliggere una “sconfitta strategica” alla Russia nella guerra in Ucraina;

  • la convinzione che in un contesto di conflitto aperto con l’Occidente non ci fossero più le condizioni di fiducia reciproca necessarie per attuare le ispezioni previste dal trattato.

In pratica, la Russia ha dichiarato di non consentire più le ispezioni reciproche e di non partecipare alle riunioni bilaterali previste. Tuttavia, ha anche affermato di voler restare entro i limiti quantitativi fissati dal trattato (1.550 testate strategiche dispiegate), almeno fino alla scadenza del 2026.

A ciò si aggiunge un ulteriore fattore destabilizzante: il trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces), che nel 1987 eliminò gli euromissili dagli arsenali di USA e URSS, non è più in vigore dal 2019. La sua assenza apre la strada a nuovi dispiegamenti. È già stato annunciato, al vertice NATO di Washington, che nel 2026 gli Stati Uniti collocheranno nuovi missili a medio raggio in Germania, mentre la Russia ha reso noto che dispiegherà i suoi missili ipersonici in Bielorussia.

Siamo dunque di fronte al rischio concreto che il 2026 diventi l’anno nero del nucleare: la fine del New START e l’assenza dell’INF potrebbero inaugurare una nuova corsa agli armamenti nucleari a medio e lungo raggio, con l’Europa trasformata ancora una volta in campo di battaglia potenziale.

Il nuovo clima di distensione tra Trump e Putin potrebbe tuttavia aprire uno spiraglio di dialogo. È questa la finestra politica che va utilizzata per spingere verso la riattivazione di trattati di controllo degli armamenti e per evitare un ritorno agli scenari da guerra fredda.

Come movimento pacifista dovremmo mobilitarci per:

  • esigere la proroga o il rinnovo del New START;

  • chiedere il ripristino del trattato INF, per fermare sul nascere la minaccia dei nuovi euromissili sia in Germania sia in Bielorussia, quindi comprendendo quelli russi ipersonici capaci di colpire le nazioni europee in una quindicina di minuti;

  • costruire un movimento di pressione in Italia e in Europa contro l’escalation militare e nucleare.

Il 2026 non deve diventare l’anno nero del nucleare.
Sta a noi, come società civile, far sentire la voce della ragione.

Note: Il primo trattato START (Strategic Arms Reduction Treaty), noto come START I, fu firmato il 31 luglio 1991 a Mosca da:
- George H. W. Bush, presidente degli Stati Uniti,
- Michail Gorbaciov, presidente dell’Unione Sovietica.

Il trattato New START fu firmato l'8 aprile 2010 a Praga da Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, e Dmitry Medvedev, presidente della Federazione Russa.

Le differenze principali rispetto al trattato START I del 1991 sono:

New START impone limiti più stringenti e moderni, limitando a 1.550 il numero di testate nucleari strategiche dispiegate per ciascuna parte, rispetto ai circa 6.000 di START I.

Prevede un limite di 800 lanciatori e bombardieri dispiegati e non dispiegati (ICBM, SLBM e bombardieri strategici), contro limiti più alti e meno flessibili di START I.

New START offre maggiore flessibilità nella composizione delle forze strategiche, senza sottolimiti specifici per i diversi tipi di vettori nucleari, a differenza di START I che fissava limiti separati per ICBM, SLBM e bombardieri pesanti.

Include meccanismi di trasparenza e ispezioni bilaterali per garantire il rispetto degli impegni, con una riduzione complessiva degli obblighi di notifica e ispezione rispetto a START I, semplificando il trattato.

In sintesi, New START è un trattato con limiti più bassi, maggiore flessibilità e modernizzazione delle regole rispetto al trattato START I firmato nel 1991.

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