Trump e l'aumento della spesa NATO al 5% del PIL
La corsa agli armamenti di Donald Trump

L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, spesso presentato impropriamente come un "pacifista" per le sue dichiarazioni ondivaghe sull'Ucraina e per l'annunciato stop del sostegno bellico americano a Zelensky, si sta già rivelando in realtà uno dei principali promotori della militarizzazione globale. La sua proposta di aumentare la spesa dei membri NATO al 5% del PIL, superando l’attuale obiettivo del 2%, mostra chiaramente il suo intento di rafforzare l’industria bellica e la corsa agli armamenti.
L'obiettivo del 5%
Attualmente, solo 23 dei 32 membri dell’alleanza raggiungono il benchmark del 2%. Passare al 5% rappresenterebbe una sfida enorme per nazioni già gravate da debiti pubblici e crisi economiche. Gli stessi Stati Uniti, che prevedono di spendere il 3.1% del PIL per la difesa nel 2024, dimostrano quanto sia irrealistico il nuovo obiettivo per i paesi europei. Fonti vicine a Trump suggeriscono che potrebbe accontentarsi di un compromesso attorno al 3.5%, ma la richiesta resta comunque un fardello per molti governi, alimentando tensioni politiche interne e internazionali.
Chi c'è dietro Trump
Da quanto sta emergendo dalle dichiarazioni a zig-zag di Trump è evidente che dietro di lui si nascondano furbescamente gli interessi economici legati all'industria bellica statunitense. Nonostante le sue iniziali critiche all’assistenza militare all’Ucraina, la sua prospettiva non è per nulla chiara e appare sempre più una partita a poker con Putin.
La posizione dei pacifisti
Solo dei pacifisti sprovveduti e ingenui potevano pensare di avere Trump come alleato. In realtà la nuova provocazione di Trump rappresenta una sfida non solo per i bilanci pubblici, ma anche per gli ideali di pace e cooperazione. Per i movimenti pacifisti, l’idea di destinare ulteriori risorse agli armamenti rappresenta una minaccia diretta agli sforzi per promuovere il disarmo e la cooperazione internazionale. Un aumento al 5% della spesa per la difesa aggrava la corsa agli armamenti, alimentando tensioni tra blocchi geopolitici rivali e riducendo la sicurezza reale a livello globale.
Gli interessi dei lavoratori e dei cittadini
Questa strategia distoglie risorse da priorità cruciali come la lotta al cambiamento climatico, la riduzione delle disuguaglianze e la lotta alla fame. L’unità della NATO non è scontata e molti paesi potrebbero opporsi a tale pressione economica, generando nell'opinione pubblica un'ondata di ostilità all'alleanza. Se Trump e la Nato tirano troppo la corda, i sindacati europei potrebbero incominciare a protestare con più forza in tutte le capitali per contrastare le spese militari, il che non sarebbe male.
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