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le istituzioni e il deposito nazionale di scorie nucleari

NUCLEARE:DUE ANNI PERSI DALLA "LEZIONE" DI SCANZANO

13 novembre 2005
noscorie trisaia (movimento antinucleare pacifista)


Stanchi di segnalare e denunciare, sono passati due anni dalla lezione di democrazia e libertà di Scanzano del popolo lucano che le istituzioni ancora non hanno imparato…

Il governo e il partito del nucleare trasversale italiano (destra e sinistra) sono ancora alla ricerca spasmodica del deposito nazionale per far ripartire le centrali nucleari e il business della lobby dell’atomo. La Sogin, pagata per mettere in sicurezza i siti italiani, manda a riprocessare il combustibile italiano a Sellafield (Inghilterra) per nuovi utilizzi e aumenta i rifiuti nucleari prodotti. Enel acquista azioni nelle centrali nucleari slovacche e Sogin diventa leader interna-zionale nelle gestioni del nucleare. Il presidente Bubbico non ha mantenuto le promesse: ha lasciato i bambini di Terzo Cavone (Scanzano) senza città e senza nemmeno una capanna. Le miniere di sale in futuro saranno utilizzate da altre lobby del business nucleare e dei rifiuti? Si penserà di utilizzare i calanchi o Ferrandina? I calanchi sono nell’elenco dei siti nazionali di scorie, interessati da non meglio chiari progetti d’impianti a fusione nucleare sponsorizzati da istituzioni e protocolli d’università. Le inchieste giudiziarie sui fusti radioattivi e i traffici internazionali di rifiuti, in cui è implicata la Trisaia di Rotondella, completano il quadro raccapricciante della realtà nucleare che deve sopportare il nostro territorio.

TAVOLO DELLA TRASPARENZA

Allo stato attuale il Tavolo della Trasparenza sul nucleare tra istituzioni regionali e Sogin ha prodotto poco e nulla. La bonifica del centro Enea-Sogin della Trisaia procede con lentezza, in modo dispendioso (tanto pagano i cittadini con le bollette Enel) e soprattutto senza dare spiegazioni su cosa si sta facendo all’interno del centro.

LE BARRE DI ELK RIVER (di proprietà USA):
Dopo le promesse di Jean sono ancora in Trisaia. Sono l’alibi per il deposito provvisorio- definitivo che si vorrebbe realizzare in Trisaia?
L’impianto Itrec è fermo, ma non è demolito. Potrebbe rientrare in funzione per essere utilizzato per ulteriori e pericolosi esperimenti di riprocessamento nucleare ?(come a Sellafield).
La condotta contaminata in riva al Mar Ionio ancora fa da trampolino per i bagnanti. Le Fosse (Siroi) nascoste e i liquidi ad alta attività attendono la sistemazione in sicurezza.
Nel 2006 (quindi il prossimo anno) Sogin prevede di portare dalla Casaccia di Roma in Trisaia altre due barre d’Elk River, con la scusa di sistemarle all’interno dello stesso contenitore.

TRISAIA -DEPOSITO PROVVISORIO DEFINITIVO

Il famigerato decreto Marzano prevede l’utilizzo dei “siti provvisori-definitivi” per lo stoccaggio del materiale nucleare e ampi poteri a Sogin. Le dichiarazioni di Sogin lasciano trasparire che il “deposito provvisorio” crea meno rischi d’impatto sulle popolazioni ed è di facile attuazione rispetto a quel definitivo nazionale. Il centro nucleare di Trisaia rischia di ospitare il materiale di III cat.(rifiuti che decadono in migliaia d’anni) del combustibile riprocessato (per farne cosa?) e i rifiuti derivanti dal ripro-cessamento di Sellafield.

SICUREZZA DELLE POPOLAZIONI

Non esiste ancora un Piano d’Emergenza ed evacuazione, che interessa le popolazioni in funzione della presenza del centro nucleare Sogin, da rendere accessibile a tutti che prevede esercitazioni periodiche (ancora nessuno sa cosa fare in caso d’inquinamento radioattivo, dove andare, quali farmaci somministrare per la propria salute e quella dei propri cari). Non esiste un piano d’emergenza dighe (la Trisaia è interessata dall'invaso di monte Cotugno con capacità da primato europeo in terra battuta). Non è completo il monitoraggio dell’am-biente e della popolazione. E’ necessario fare indagini chimico-fisiche su aria, acqua, terreno, cibo, animali, i cui risultati devono essere pubblici, accessibili a tutti, controllati da un Ente pubblico in cui vi è la partecipazione dei cittadini con la possibilità di verifica e contro-analisi effettuate da organismi indipendenti (l’Arpab ha montato solo due centraline per i rilievi dell’aria e non ha reso pubblico nessun piano di monitoraggio).Chiediamo un’indagine epidemiologica (seria), che evidenzi i rischi derivanti dalla presenza del centro nucleare (ossia: che malattie ci sono sul territorio, di quali patologie soffriamo ed analisi sui rischi per la salute). Non conosciamo l’esistenza d’alcun Registro Tumori presso le competenti autorità sanitarie.

LE RICHIESTE DEI CITTADINI

I dubbi sulle attività svolte nel centro Enea -Sogin della Trisaia dopo i numerosi incidenti e le inchieste giudiziarie sono aumentati e non ci fanno stare tranquilli. Non accettiamo che il territorio sia gestito dalle lobby dell’energia o dai boss della mafia. Chiediamo pertanto che: sia fatta giustizia e che sia tutelata la salute dei cittadini, l’immagine e l’economia del territorio. Siano restituiti agli USA, i rifiuti nucleari d’Elk River. Sia effettuata la bonifica immediata del centro della Trisaia e siano redatti e resi noti i Piani d’emergenza ed evacuazione (nucleare e dighe) con un Monitoraggio ambientale ed un’indagine epidemiologica con procedure di vigilanza per la tutela delle popolazioni. Nessuna vergognosa speculazione mediatica ai danni dei disoccupati da parte di politici e sindacati sull’energia e sul nucleare sarà tollerata. Chiediamo inoltre che: i laboratori dell’ENEA siano utilizzati pacificamente per la creazione di un Polo Universitario al servizio dell’economia del territorio e non per il nuovo nucleare di Berlusconi e della lobby trasversale nuclearista (subito agricoltura ed energie alternative). I Calanchi siano subito istituiti come parchi regionali naturali per creare lavoro nel settore del turismo e scongiurare “tentazioni nucleari”. Le miniere di salgemma di Terzo Cavone siano interessate da un progetto turistico – sociale (siamo sul mar Jonio e questo basta…).
LA BASILICATA NON E’ TERRA DI SFRUTTAMENTO E DI CONQUISTA, NON E’ IL POZZO NERO DEI RIFIUTI D’EUROPA.

E-mail: nonucleare@email.it

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