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Le grandi opere come totem della modernità

Attenti al Nimby

La necessità di coinvolgere le popolazioni locali. Il tavolo di confronto sulle grandi opere e la sindrome Nimby
7 dicembre 2007
Maria Giovanna Bolognini
Fonte: La Nuova Ecologia.it

Manifestazione NO TAV In un clima disteso si è svolto il tavolo di confronto sulle grandi opere e la sindrome Nimby, acronimo che indica la contestazione di infrastrutture che si teme possano danneggiare un territorio. Roberto Della Seta ha tenuto a chiarire alcuni punti oscuri riguardo le vicende delle lotte locali.

«Innanzitutto – ha affermato il Presidente di Legambiente – occorre specificare che il Nimby non nasce in Italia, ma negli Stati Uniti intorno agli anni '80, e testimonia di una crescente volontà di partecipazione da parte delle comunità locali in questioni che le riguardano da vicino».

Nimby è, in qualche modo, sinonimo e conseguenza della modernità: «è un tentativo di conciliare la globalizzazione con l'identità – ha proseguito Della Seta – e, antropologicamente parlando, è un aspetto insito nell'animo umano». Anche in quello di Chicco Testa, ha ricordato Della Seta con una battuta, che ha un po' di difficoltà ad accettare l'autostrada tirrenica che dovrebbe costeggiare il posto in cui vive. «E poi – ha dichiarato Della Seta – spesso le proteste locali diventano specchio di un'emergenza più allargata». Come è accaduto a Marsiglia, dove dalla movimentazione di 20.000 persone contro il raddoppio ferroviario è nato il Debat Public, una legge che garantisce la consultazione delle popolazioni locali prima e non dopo le decisioni politiche.

In Italia esiste un vuoto in questo senso a livello istituzionale. Sergio Chiamparino, sindaco di Torino direttamente coinvolto nella vicenda No-Tav della Val di Susa, ha dichiarato che «è necessario creare strutture che consentano il massimo confronto, ed è necessario che la politica non deleghi il suo spazio di discrezionalità nell'assumersi la responsabilità decisionale in materia di grandi opere». Chiamparino stesso, a seguito della manifestazione di Venaus, è stato uno dei promotori dell'Osservatorio Istituzionale sulla Tav, proprio per rimediare a quello che, per lui, è un evidente difetto di dialogo tra cittadini e politica. Incalzati a tal proposito da Stefano Menichini, direttore di Europa, Chiamparino e Della Seta si sono interrogati sul ruolo che, in tal senso, potrà avere il neonato Partito democratico.

«Una declinazione politica di Internet – secondo Chiamparino – che si dirama sul territorio e che consente l'accesso dei cittadini in corrispondenza dei punti di snodo per partecipare a un dibattito collettivo e costruttivo». Perchè la sindrome Nimby non è, nelle parole di Roberto Della Seta, «nè un totem né un tabù». «Legambiente è contraria alla Tav non in quanto grande opera, ma perchè il progetto non ci convince – ha concluso il Presidente – Non condividiamo e non accettiamo a priori nulla: quello che non assolutamente non accettiamo, come base di partenza, sono gli atteggiamenti pregiudiziali».

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