Taranto Sociale

Lista Taranto

Archivio pubblico

«Accettano tutto quello che non piace al resto d’Italia»

I tarantini non sanno cosa vuol dire "Not In My Back Yard"

"Non è possibile tollerare il ricatto occupazionale dell’Ilva e non serve che regali al cimitero l’impianto idrico, per affrancarsi dalle sue responsabilità in materia di vittime del lavoro e di malattie. A guardar bene, l’acciaieria ha procurato al S. Brunone il maggior numero di clienti."
11 novembre 2007
Fonte: TarantoSera

Not in my back Yard Nimby, non nel mio giardino. Questa è la frase con cui si identifica la sindrome di Nimby, che colpisce chi si oppone all’insediamento territoriale di impianti ed infrastrutture. Qualcuno obietta che nessuna comunità vuole nel suo giardino cose scomode, ma necessarie a tutti come rigassificatori, ripetitori, acciaierie, raffinerie, ecc.

Ebbene sembra proprio che i tarantini siano stati sempre affetti da una sindrome che produce effetti esattamente opposti a quella di Nimby e che li ha spinti ad accettare supinamente tutto ciò che al resto d’Italia non andava bene. Una patologia alla quale, in ricordo del famoso detto popolare “salta il cetriolo e...” si potrebbe dare il nome di Sindrome dell’Ortolano.

E’ stato così che nei primi anni ‘60 la nazione ci ha regalato l’Italsider, accolto da tutti come una grande conquista, insieme a tutto ciò che lo stabilimento portava con sè. Per permettere il suo insediamento fu attuata una modifica della città, non solo paesaggistica, ma anche culturale, dato che vennero stravolte le sue tradizioni e le sue vocazioni alla pesca, all’agricoltura ed al turismo. Con la venuta poi della Cementir e della raffineria, il capoluogo ionico di lì a poco sarebbe diventato una delle più grandi realtà industriali d’Europa.

Oggi su Taranto si contano più di 9 siti industriali sottoposti alla direttiva Seveso ed aleggia l’ombra del rigassificatore e del raddoppio della raffineria. In fondo con 50 anni di industrie ed oltre un secolo di Marina Militare, la città ha ampiamente contribuito al bene del sistema paese. In cambio ha ricevuto solo inquinamento, vittime del lavoro e malattie. Oggi la domanda che molti cittadini si pongono è: ma perché tutto nel nostro giardino? Non è possibile tollerare il ricatto occupazionale dell’Ilva e non serve che regali al cimitero l’impianto idrico, per affrancarsi dalle sue responsabilità in materia di vittime del lavoro e di malattie. A guardar bene, l’acciaieria ha procurato al S. Brunone il maggior numero di clienti.

Non è più accettabile una presenza così ingombrante della Marina Militare, che oggi si estende anche in Mar Grande. A causa dei mancati investimenti sull’Arsenale, oggi si corre il rischio che tutte le unità navali della Marina vengano dirottate verso altre basi militari. Di fronte a questo scenario, il grande assente sembra essere proprio la politica locale, incapace di fare proposte concrete o di imporsi a livelli nazionale affinché la popolazione sia chiamata a decidere delle scelte che riguardano il suo futuro.

Dalla politica ci aspettiamo un impegno concreto perché sul nostro territorio trovino piena applicazione gli articoli scritti 60 anni fa nella Costituzione Italiana, che sono l’unica garanzia affinché tutti i tarantini vedano riconosciuto e tutelato il proprio diritto alla salute, al lavoro, alla libertà ed alla dignità umana.

Giuseppe Buonpensiero
Taranto

Articoli correlati

  • Ogni tanto occorrono scuse solenni a nome dello Stato
    Editoriale
    Come è accaduto in Gran Bretagna

    Ogni tanto occorrono scuse solenni a nome dello Stato

    A Taranto lo Stato - inteso come potere legislativo ed esecutivo - è venuto meno al suo dovere di proteggere e ha fermato persino la magistratura che ha fatto di tutto per svolgere un ruolo di supplenza. Il dovere di proteggere è il cardine di tutto. Ma il presidente Mattarella è silente.
    5 settembre 2024 - Alessandro Marescotti
  • Decarbonizzare l'ILVA moltiplicando il carbone per tre
    Taranto Sociale
    La finta decarbonizzazione

    Decarbonizzare l'ILVA moltiplicando il carbone per tre

    Mentre il Sindaco di Taranto prefigura un futuro green per l'ILVA, le proposte governative vanno in direzione opposta. Il sindaco invoca una decarbonizzazione che il governo non prevede. Ma chi comprerà uno stabilimento che fa debiti in continuazione e nessuno ha saputo portare in pareggio?
    28 luglio 2024 - Alessandro Marescotti
  • Un anno senza Celeste Fortunato
    Taranto Sociale
    Donna simbolo nella lotta contro l'inquinamento a Taranto

    Un anno senza Celeste Fortunato

    Le sue ultime parole furono queste: "Non arrendetevi mai, lottate sempre. Battetevi per ciò che è giusto, anche quando tutto sembra perduto. Amatevi. L’amore è la cosa più importante, irrinunciabile, fondamentale, alla base della mia vita".
    25 luglio 2024 - Alessandro Marescotti
  • Ex Ilva: PeaceLink, 12 anni fa sequestro, "simbolo della lotta per la giustizia ambientale"
    Taranto Sociale
    Ma governi di ogni colore politico hanno cercato di mantenere in vita la produzione inquinante

    Ex Ilva: PeaceLink, 12 anni fa sequestro, "simbolo della lotta per la giustizia ambientale"

    Secondo Peacelink, “se in questi 12 anni i soldi sperperati fossero stati usati per i lavoratori e non per la produzione, allora operai, impiegati e tecnici del centro siderurgico potrebbero vivere felicemente con un altro lavoro e un'altra prospettiva anziché dentro una fabbrica senza prospettiva”.
    26 luglio 2024 - AGI
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)