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Smart city e smart citizen

Per città intelligenti servono cittadini intelligenti

Un caso pilota, l'esperienza del Galilei-Costa di Lecce (Intervista)
11 novembre 2013

La scorsa settimana abbiamo riportato sul Tacco d'Italia le performance, deludenti, delle città pugliesi in tema di Smart Cities nelle classifiche stilate dal nuovo rapporto Icityrate 2013.
Classifiche che sottolineano i nostri ritardi e le nostre mancanze in molteplici ambiti di programmazione e amministrazione pubblica che spaziano dalla mobilità e dai servizi fino alle forme di partecipazione cittadina, al digital divide ed al livello di salubrità dell'aria.

Tuttavia, per cambiare le cose non basta solo cambiare le nostre città, serve anche una scuola capace di formare i cittadini del futuro. Cittadini Smart possibilmente. A Lecce, una scuola che potremmo definire "pilota" in questo senso è l'Istituto Tecnico Economico Galilei – Costa. Una scuola che alla domanda "a smartizzare i cittadini chi ci pensa?", risponde con un piano didattico innovativo che implementa una serie di progetti orientati a formare i cittadini del futuro. Linee guida sono il know what (sapere cosa) e il know how (sapere come) per vivere al meglio in una smart city interagendo con i propri simili e sfruttandone le potenzialità.

Su cosa sia una città intelligente le idee al Galilei – Costa le hanno chiare. Sanno che si tratta di un concetto che ultimamente è diventato piuttosto "popolare" e che rischia perciò di ricadere solo nei proclami e nelle buone intenzioni dei più. Sanno che si tratta di una città che risparmia energia, riducendo quella inquinante e incentivando la rinnovabile. Sanno che è una città che si muove con mezzi preferibilmente ecologici, che permette l'universalità dell'informazione e che promuove forme più inclusive di fare politica.

Nell'istituto leccese, inoltre, in vista dell'attivazione di corsi serali per adulti e giovani lavoratori si stanno attivando per prevedere la possibilità di estendere la formazione "smart" anche a queste categorie.

Per saperne di più e riflettere anche sulla situazione pugliese delle città intelligenti, abbiamo parlato con Daniele Manni, un docente dell'Istituto Galilei-Costa.

Agli smart citizen ci pensa una scuola. Di che progetti si tratta? Ci spieghi come funzionano.
Sono tanti i progetti e sono diversificati, alcuni riguardano singole classi mentre altri coinvolgono rappresentanze di tutte le classi della scuola. Spaziano dalla mobilità sostenibile (attraverso il "Movimento 5 Selle") al risparmio energetico (con il piano "EdiSons – Figli di una energia migliore"), dalla sensibilità ambientale (attraverso le azioni del "Salento EcoDay") alla buona e sana alimentazione (con il progetto "Dieta Med-Italiana"), dalla preparazione di specialisti in nuove tecnologie di comunicazione (i cosiddetti "Social Media Expert") alla nobile e importantissima attività di riduzione del digital divide attraverso l'insegnamento agli anziani, da parte degli studenti ("Tecno Angels"), dell'uso di internet e dei social network. La maggior parte del lavoro si svolge in classe e nei laboratori, durante le ore di lezione, ma c'è anche molto lavoro che viene svolto dai ragazzi a casa, nel pomeriggio, interagendo attraverso il web ed il social network Facebook. Ogni progetto ha la finalità di preparare bene il gruppo di lavoro sul tema che si affronta, per poi successivamente produrre concretamente un bene, un prodotto o un servizio che possa risultare utile all'intera comunità e alla cittadinanza.

Qual'è la risposta di studenti, professori e genitori?
La risposta degli studenti e dei loro genitori è eccellente, anche perché, in un certo senso, se lo aspettano. Questo perché sono ormai diversi anni che la nostra scuola opera in questo modo, coinvolgendo gli alunni in progetti concreti, di forte impatto e che riscontrano un grande interesse fuori dalle mura scolastiche, pertanto la maggior parte dei nostri iscritti hanno scelto l'istituto proprio per questa caratteristica. I docenti, dal canto loro, visti i risultati, sono motivati e molto soddisfatti.

La vostra scuola sperimenta progetti nuovi e originali. Progetti di importanza fondamentale se si guarda allo stato del nostro ambiente e delle nostre economie nazionali ed estere. Tuttavia l'Italia è ancora in forte ritardo sul fronte Smart rispetto a tante altre nazioni, secondo lei di cosa ha bisogno il sistema scuola italiano da questo punto di vista?
E' vero, la società italiana, e quindi anche la scuola, è un po' in ritardo su questi temi, ma sta recuperando piuttosto in fretta. E' sufficiente vedere sia il grande lavoro che stanno facendo alcune amministrazioni, soprattutto quelle composte da giovani, nel rendere quanto più "smart" possibili le proprie città che la qualità e quantità di iniziative ed eventi che stanno avendo luogo sul territorio e che coinvolgono e stimolano le scuole, come i TEDx, i saloni specialistici, i concorsi, etc. Si dice spesso che le scuole hanno bisogno di mezzi, questo è vero, come è altrettanto vero però che il corpo docente ha bisogno di segni e segnali forti, di considerazione e atti concreti capaci di incentivare ulteriormente la passione e l'impegno che caratterizza la professione.

Scendiamo ad un livello più locale. Sono di questi giorni le classifiche delle città intelligenti italiane contenute nel Rapporto ICityrate 2013. Il gap nord-sud è evidente e le città pugliesi sono posizionate tutte nelle parti basse della classifica. Vuol dire che al sud c'è ancora più strada da fare. Lei cosa ne pensa?
Certo che c'è più strada da fare ma, a volte, il maggior disagio si traduce in maggiore azione e noi ci auguriamo che questo sia uno di quei casi. Siamo ottimisti. Notiamo solo che, ancora una volta, la forza è nei singoli, singoli docenti, singole scuole, singoli amministratori che però possono fare la differenza. Il "Galilei - Costa" è una piccola scuola, di una piccola città, persino nel profondo sud, eppure riesce a far sentire in tutta la penisola la propria voce, che parla di futuro, di progresso, di ottimismo. Sarà un concetto trito e ritrito, a cui le nostre orecchie si sono purtroppo abituate, ma noi crediamo ancora che se ciascuno facesse la propria parte (con l'accento sul verbo "fare"), così come un oceano è composto da singole gocce, nell'insieme, anche noi e l'intera società di cui facciamo parte, potrebbe cambiare, molto e molto in fretta.

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