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Lettera al Sindaco di Taranto dopo l'incendio di Pasquetta all'ILVA

Le domande al Sindaco dopo l'incendio di Pasquetta
29 marzo 2016
Alessandro Marescotti

L'incendio sviluppato nell'Ilva di Taranto il giorno di Paquetta

Al Sindaco di Taranto dott. Ippazio Stefano

La Pasquetta 2016 sarà ricordata a Taranto per l’enorme nube nera che si è levata dall’ILVA e per la paura suscitata nel quartiere Tamburi. Le informazioni trapelate parlano di un incendio al nastro trasportatore la cui gomma sarebbe andata a fuoco. Quanta diossina si sia sviluppata da questo incendio del materiale gommoso saranno gli organi di controllo a valutare.

Ma quello che maggiormente desta preoccupazione è che l’incendio si sia sprigionato nell’area in cui è in funzione l’impianto di agglomerazione. In tale impianto vengono prodotte e filtrate enormi quantità di diossina la cui dispersione può contaminare pericolosamente il territorio.

In quest’impianto di agglomerazione si accumulano tonnellate e tonnellate di polveri con un’altissima concentrazione di diossina. Queste scorie di produzione vengono stoccate in grandi sacchi (i cosiddetti” big bag”). Il potenziale cancerogeno e genotossico della diossina è enorme: bastano pochi grammi per generare un disastro ambientale.

Può intaccare il DNA e provocare malformazioni nei neonati, come tutti i pediatri dovrebbero sapere.
Chiediamo al Sindaco di Taranto di pubblicare tutte le informazioni in suo possesso e di rispondere pubblicamente alle seguenti domande:


1. dove vengono stoccati tali sacchi con la diossina;

2. dove siano trasportati;

3. se siano mai transitati in città e quando;

4. se esista un piano di segnalazione del passaggio e quali precauzioni vengano prese a cura dell’Amministrazione Comunale;

5. se esista un piano di emergenza specifico nel caso in cui questi sacchi dovessero incendiarsi o nel caso che le polveri dovessero disperdersi;

6. se ritiene di escludere che da tali sacchi possa essere fuoriuscita diossina che abbia contaminato il territorio;

7. se abbia mai ordinato di sua iniziativa una ispezione per verificare la sicurezza di tutte le operazioni di stoccaggio e trasporto della polvere con diossina;

8. se dopo l’incidente di Pasquetta si sia recato nel luogo dell’incendio;

9. se sia a conoscenza dell’incendio di sacchi con diossina che si fossero verificati in questi anni e cosa abbia eventualmente fatto di conseguenza;

10. se possa escludere che dalle attività attuali dell’ILVA possano insorgere danni alla salute dei cittadini e se la situazione di salute della popolazione stia migliorano o no dopo l’AIA.

Al Sindaco di Taranto vorremmo fare presente che l’ILVA continua a generare paura: paura per il presente e per il futuro. Essa ha un potenziale di contaminazione e di pericolo che la rende somigliante ad una centrale nucleare. Essa produce anche radioattività per via dell’emissione di polonio-210 e piombo-210. Molti cittadini hanno paura di ammalarsi.


Il territorio attorno all’ILVA è contaminato.


Quanto dobbiamo attendere per non avere più paura di una simile situazione?

 

 

 

Alessandro Marescotti Presidente di PeaceLink

 

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