Disastro ambientale nell’Artico
"Secondo quanto chiarito dalla Commissione investigativa, in seguito a un calo di pressione in una centrale termo-elettrica presso Norilsk, 300 km oltre il Circolo polare, 20mila tonnellate di combustibile diesel e lubrificanti sono fuoriusciti da una cisterna: 15mila tonnellate si sono riversate nel fiume Ambarnaja, 6.000 sono state assorbite dal terreno".
Questo si legge sul Sole 24 Ore.
Maggiori dettagli sull'Agenzia Nova: "Le concentrazioni di inquinanti nei fiumi, dopo l'incidente alla centrale termica russa di Norilsk, superano abbondantemente i limiti ammissibili. Lo ha dichiarato il direttore dell'Agenzia per la tutela dell'Ambiente russa, (Rosprirodnadzor) Svetlana Radionova, nel corso di una riunione con il presidente, Vladimir Putin, sulla risposta all'emergenza. In seguito ad un incendio scoppiato il 29 maggio, sul territorio della centrale di Norilsk, da un serbatoio sono state versate circa 20 mila tonnellate di gasolio, parte delle quali sono finite nel torrente locale e nel fiume Ambarnaja. "Sono stati prelevati circa 25 campioni, i livelli massimi ammissibili sono stati superati di decine di migliaia di volte nei corpi idrici. Il volume massimo di olio oggi è di 20 centimetri, la lunghezza totale dei corpi idrici dal punto di inquinamento è ora di circa 20 chilometri", ha dichiarato Radionova. Il presidente Putin ha deciso di dichiarare lo stato di emergenza federale a Norilsk".
Già nell'estate del 2016, nei pressi della città, il fiume Daldykan si era tinto di rosso in più occasioni tanto da rischiare di inquinare anche il lago Pjasino e il Mare di Kara, si legge su Wikipedia.
Norilsk in Russia è condiderata una delle città più compromesse sotto il profilo ambientale.
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