Un nuovo software Google Earth consente la visione tridimensionale del pianeta e la possibilità di esplorarlo

Viaggiare non è mai stato così comodo

Non solo una cartografia: tutte le informazioni disponibili sul motore di ricerca Google organizzate e distribuite in tutto il globo terracqueo
Una vista come tante altre. La riconoscete?

Una gita a...

Tutto questo è possibile grazie al servizio Google Maps, uno strumento semplice quanto effeciente, ma cominciamo con la sua storia. Il 27 ottobre 2004, Google Inc. acquista un'azienda americana nata nel 2001 - KeyHole [letteralmente, il buco nella serraura] - nata nel 2001 con l'obiettivo di realizzare sistemi di cartografia satellitare per farne mappe "navigabili" mediante sistemi GPS. Veramente un ottimo progetto! La notizia dell'acquisizione passò però in secondo piano, tanto è vero che tutta la stampa specializzata sottovalutò l'enorme potenzialità di quest'acquisto e la cosa passò in sordina.

Impossibile leggere queste righe senza andare a spasso per la cartina, ingrandire i dettagli, cercare casa propria e così via finché c'è fantasia a disposizione. Da sottolineare che - mentre nell'interfaccia web per l'Italia è disponibile la sola visione via satallite - per gli Stati Uniti è presente una cartografia completa e dettagliata. Ad esempio è possibile vedere quel che resta delle torri gemelle, ma in questo caso è disponibile anche la cartografia con tanto di vie e indicazioni per i sensi unici, ottenibile col tasto [Map]. Se solo si pensa che la finalità del progetto è realizzare questo su scala planetaria si ha un primo abbozzo dell'immensa portata commerciale di questo software.

Un passo avanti

Sì, possiamo fare un enorme passo avanti se accantoniamo l'interfaccia web e installiamo Google Earth [anche questo in fase di sviluppo; i due progetti sono figli dello stesso padre e viaggiano in parallelo]. Si tratta del massimo che si può chiedere alla cartografia. Visione satellitare, con mappe stradali e ferroviarie, bar, pizzerie, alberghi [e tutto quanto può essere reperito nel motore di ricerca Google, cioè tutto]. E sin qui nessuno si stupisce. L'affare c'è ed è ghiotto, per le aziend è in gioco la visibilità nel mare magnum di segnalazioni e inserzioni, tutto diventa semplice e personalizzabile. Che bello! Finalmente una cartografia mondiale, non più italiana, tedesca, europea. Qualcosa di grande e soprattutto completo, con tanto di possibilità di osservazione.

Una volta installato il programma [quella scritta enorme in alto a destra della pagina principale, impossibile sbagliare], andando a spasso per il mondo - ruotandolo come una pallina tenuta tra le mani - potremo andare ovunque e - se nel posto in cui siamo c'è una web cam - vedere se l'amico che ci ha dato appuntamento è arrivato [o - perdonate l'ardire - se la persona simpaticissima che ha promesso di presentarmi è con lui]. Al di la' delle battute facili: questo strumento si integra perfettamente con tutte le tecnologie offerte dal web e indicizzate su Google.

Poco prima ho scelto l'esempio delle torri gemelle perché li sono presenti ben quattro telecamere che forniscono immagini in tempo reale. Ma soprattutto per introdurre al prossimo - e primo - punto di domanda: questo software è stato sviluppato a partire dal 2003, dopo l'attacco terroristico alle torri gemelle. Possibile che nessuno alla Google Inc. abbia riflettuto su un potenziale uso di questo software, che definire criminale sembra un eufemismo?

Tutto oro quel che riluce?

Forse, no. Io non sono un avvocato, ma nemmeno un bambino. So che esiste un Regio Decreto, il n. 1161 partorito l'undici luglio 1941, il quale all'art. 4 [Deroghe al divieto di divulgazione] senza tanti giri di parole recita quanto segue:


Il divieto di divulgazione, previsto per le notizie indicate nell'allegato e per quelle contemplate dall'art. 2, è considerato inesistente, agli effetti della legge penale, quando dall'autorità militare o dalla commissione suprema di difesa o dall'autorità statale preposta alla vigilanza della produzione industriale bellica, per la parte di rispettiva competenza, sia stata concessa, in deroga ad esso, particolare autorizzazione a procurasi o a far conoscere a determinate persone, o a divulgare sotto speciali condizioni, per uno scopo determinato, le notizie medesime.
Anche gli enti statali o parastatali, che intendano o debbano per qualsiasi motivo provvedere a pubblicazioni, rilasciare documenti, divulgare notizie, dare informazioni, che comprendano, in tutto o in parte, o illustrino, con fotografie o rilievi, dati riferibili, sia pure in forma generica, a quelle contemplate dal presente decreto o in altri provvedimenti aventi il medesimo oggetto, emessi dall'autorità competente, devono chiedere preventiva autorizzazione alle amministrazioni centrali militari; ovvero, per la parte di loro competenza, alla commissione suprema di difesa o all'autorità statale preposta alla vigilanza sulla produzione industriale bellica, salvo che sia diversamente stabilito da altre particolari disposizioni.
Le autorizzazioni hanno valore esclusivamente per le notizie per le quali sono state concesse, e soltanto per il concessionario, il quale deve valersene per lo scopo dichiarato ed osservare le condizioni imposte. I terzi che vengono a conoscenza delle notizie medesime in base alla suddetta autorizzazione non possono in qualsiasi modo divulgarle o portarle a conoscenza di altri.
Le domande per ottenere le autorizzazioni indicate in questo articolo sono, in ogni caso, presentate alla commissione suprema di difesa (segreteria generale) la quale, se il provvedimento non è di sua competenza, trasmette la domanda all'autorità competente.

Ovvero: Google ha avuto una deroga dal Governo italiano per mappare e rendere pubblici tutti i siti militari e sensibili dislocati nel nostro territorio e - naturalmente - non riportati in nessuna cartina geografica? Confesso: non gle l'ho chiesto. Ho pensato che mi sarei coperto di ridicolo alla sola domanda. Però sono certo di una cosa: io non ho in mano alcuna deroga. Chi pensava di trovare qui le foto satellitari [ma non troppo] della base Usaf di Aviano, del porto militare di Taranto, oppure - perche no? - della tanto discussa centrale nucleare di Dimona, costata diciotto anni di carcere a Mordechai Vanunu [proprio per qualche fotografia di troppo] resterà deluso.

Come fare per averle?

Semplice:
  1. si va al sito di rifrimento Google Earth;
  2. si clicca in alto a desta sul pulsante [Get Google Earth] dove troverete tutti i requisiti minimi [e consigliati] di sistema:
    • Sistema operativo: Windows 2000, Windows XP
    • CPU: Intel® Pentium® PIII 500MHz;
    • Memoria disponibile (RAM): 128Mb;
    • 200Mb liberi nel disco fisso;
    • Scheda grafica 3D con 16Mb VRAM;
    • Risoluzione 1024x768, con profondità di colore a 32 bit;
    • Velocità di rete: 128kbps;
  3. non resta altro da fare che scaricare il file di installazione.

Ora avete il mondo nelle vostre mani. Potete girarlo e rigiralo come fosse una pallina da tennis. Volete visitare il Pentagono? Non dovete fa altro che digitare The Pentagon e premere [Search]. Lo sapevate che ci sono tre web-cam che lo spiano giorno e notte? [Fonte: Google Inc.]

E' bellissimo passeggiare per gli Stati Uniti perché lì il progetto Google Earth è veramente avanzato: i palazzi possonno essere osservati così come li vede il satellite ma anche ricostruiti tridimensionalmente - effetto Lego -, le vie hanno i sensi unici, trovate pizzerie, farmacie, e qualsiasi cosa sia di vostro gradimento.

Una domanda

Perché io dispongo di un simile mezzo? Per trovare una pizzeria? Bastava molto meno, non era necessaria la visione tridimensionale. Ho visto un'antenna di Echelon nei pressi di Taranto, ma io non sono un Generale dell'Esercito, sono un civile per giunta molto minuscolo. Un programma del genere potrebbe essere dato in dotazione alle forze dell'ordine non regalato a chi non sa come perdere il suo tempo come il sottoscritto.

Non smetterò mai di sottolinearlo: io credo nella libertà, ma soprattutto nella nonviolenza. Ma il punto è un altro: siamo tutti uguali? Io credo che, almeno questa volta, Google abbia fatto - come si usa dire in gergo tecnico - la pipì fuori dal vasino. Vedremo se il programma resterà in rete [il 2 luglio, ad esempio, era sparito] oppure verrà addomesticato, nascondendo tutti i siti sensibili attualmente alla portata di tutti.

Se questo avverrà l'intera redazione di PeaceLink da un lato si dispiacerà per l'avvenuta perdita di una seppur minima libertà, ma allo stesso tempo dormirà sonni più tranquilli.

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