Ancora una volta i socialisti fanno una scelta al ribasso dettata dalla ragion di stato e non dall'interesse europeo

19 novembre 2009
Monica Frassoni

Monica Frassoni, co-Presidente del Partito Verde europeo ha dichiarato in occasione delle decisioni del Consiglio europeo sulla Presidenza del Consiglio e la nomina dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione e vice-Presidente della Commissione.

“Se la scelta di Herman Van Rompuy dimostra una certa attenzione a conferire a questo nuovo incarico un valore soprattutto di ricerca del consenso e di forte impegno europeista, quella di Catherine Ashton ci riporta in pieno nella logica della ragion di stato. Le scelte del Partito socialista Europeo e del Gruppo parlamentare socialista andavano in tutt’altra direzione. Ma gli 8 capi di governo socialisti presenti al Vertice hanno deciso di sottostare alle pretese di un primo Ministro britannico ormai su viale del tramonto. La nomina della Ashton non ha alcun valore aggiunto europeo; non ha esperienza in questo settore e la sua opera di Commissaria al Commercio non é certo stata particolarmente significativa in questo anno. Inoltre, é espressione di un governo che ha svolto da sempre un ruolo nefasto nell’UE. Si tratta quindi di una decisione che si spiega solo con la volontà (incomprensibile) di dare un contentino al Regno Unito per la rinuncia di Blair. E questa scelta é particolarmente miope, anche considerando il fatto che in questi mesi si sta ridefinendo tutto il quadro delle competenze dell’UE in materia di politica estera e la ripartizione della responsabilità fra la Commissione e gli Stati membri, con un fortissimo rischio della ripresa del potere delle diplomazie nazionali rispetto alla Commissione. Un Alto rappresentante senza esperienza e poco autonomo pare davvero una scelta sciagurata: un’altra prova dell’inadeguatezza della famiglia socialista a pensare “europeo”, nonostante l’esistenza di candidati molto più prestigiosi e competenti nelle sue fila. In questo contesto, il fatto che sia stata operata una scelta che riduce l’ineguaglianza di genere nei posti di responsabilità nell’UE non toglie nulla alla sua totale inadeguatezza.”

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