Pace

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  • Conflitti
    La roccaforte ucraina di Pokrovsk è destinata a cadere ma resiste in nome della stupidità militare

    Salvare gli uomini, abbandonare Pokrovsk

    Mentre la battaglia infuria e i soldati ucraini vengono spinti dal loro governo a una resistenza sempre più disperata, una domanda morale si impone: su Pokrovsk possiamo rimanere in silenzio come pacifisti o dobbiamo prendere posizione per la invocare la salvezza dei soldati ucraini?
    3 novembre 2025 - Alessandro Marescotti
  • Editoriale
    Cosa è l’“adjunct nazionale” del programma GCAP

    Scoperto un errore da oltre due miliardi di euro nei conti del Ministero della Difesa

    Era contenuto nel programma “Aeromobili a Pilotaggio Remoto per l’Aeronautica Militare”. Un programma da 2,4 miliardi di euro che ha attirato l'attenzione degli analisti militari. Poi vi è stato un "errata corrige" del Ministero e la cifra è crollata di 31 volte. Ma i conti non tornano.
    2 novembre 2025 - Alessandro Marescotti
  • Pace
    Intanto il Ministero dell’Istruzione annulla il corso "la scuola non si arruola”

    Celebriamo un 4 novembre che scelga di camminare su strade di pace

    La sciagurata voglia di guerra delle classi dirigenti politiche italiane ed europee non corrisponde alla volontà di pace dei propri popoli. Crediamo che i ragazzi e le ragazze abbiano il diritto di pensare ad un mondo senza guerre esenza armi
    2 novembre 2025 - Donne in Nero - Piombino
  • Pace
    Mentre l'Europa pensa a reintrodurre la leva e a preparare i giovani allo scontro militare

    Noi per il 4 novembre sosteniamo gli obiettori di coscienza e i disertori di tutte le guerre

    Oggi soffia un nuovo vento di guerra. Sempre più spesso vengono amplificate iniziative di riarmo e di sostegno ad una mentalità bellicista e di allarme internazionale. Molti governi europei premono per un servizio militare generalizzato come obiettivo di adeguamento numerico delle forze armate.
    1 novembre 2025 - Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Movimento Nonviolento, PeaceLink
  • Peacelink en français

    Pas de paix sans justice dans la République Démocratique du Congo

    Néné Bintu Iragi, Présidente de la Société Civile du Sud-Kivu, à l’Est de la République Démocratique du Congo. Intervention à la «Conférence pour la Paix et la Prospérité dans la Région des Grands Lacs », à Paris, le 30 octobre 2025.
    30 ottobre 2025

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20 marzo 2006

Un tipo finlandese

18 marzo - minicronaca dal corteo di Roma
Autore: Ivana Mescalchin

Fra le tante cose che ci ha dato Roma il 18 marzo (le strade e le piazze che abbiamo attraversato, i monumenti ogni volta più incredibilmente veri, l'allegria della gente, i colori, 'la bandao' strepitosa di Poggibonsi, e le ragazzine che avanzavano nel corteo a passo di danza sul ritmo dei tamburi, una marea animata di gente) la cosa più bella erano i sorrisi delle persone: quello di Giuliana Sgrena che si è aperto su un viso serio e sofferto, di uomini e donne non più giovani avvolti nelle bandiere iridate che si riconoscevano e si abbracciavano, di ragazzine col viso dipinto col segno della pace, quel ragazzo con lo sguardo sognante che cantava tra sé e quell’uomo goffo con la bandiera rossa che ballava di gioia...

C’era un senso diffuso di contentezza per essere lì, in una città magnifica in una luminosa giornata di primavera: quel cercarsi continuo con gli occhi, e la curiosità di vedere cosa c’era scritto sui cartelli e sugli striscioni, il cavalluccio di cartapesta col Berluskan...
Ognuno a suo modo esprimeva un proprio sentire, dai cittadini americani con le loro bandiere, ai gruppi di partito organizzati, a quelli in bicilcletta, le famiglie, i singoli con un cartello scritto a mano con la frase del cuore : 'il sonno della ragione genera mostri'...
Io avevo a fianco la mia bambina compunta che controllava se stavo composta e ogni tanto rientrava nel gruppetto delle amiche a ridere e commentare. Abbiamo camminato tanto e sembrava che avremmo continuato ancora...
Quando siamo arrivati in piazza Esedra i comizi erano finiti da tempo e la gente cominciava a riporre striscioni e bandiere, a gruppi si salutavano e si separavano.

Mancava un finale da ricordare, ma c’era una grande bandiera iridata stesa a terra nel centro della piazza; alcune persone sedevano sui bordi chiacchierando a gruppetti e qualcuno s’era disteso per far ridere gli amici, come a esibire la stanchezza per la lunga marcia; altri, sorpresi e incuriositi, scaricavano sulla scena le ultime foto.
Io mi ricordo il sorriso di un tipo 'finlandese', a cui mando un saluto da Venezia.

Poi tutti in fila al panificio in Campo dei Fiori (ultrastrapieno di fiori) per un trancio di pizza e di nuovo a piedi fino al Colosseo, come un fiume al tramonto che va verso la foce.

Siamo saliti sulla metro fino a Ponte Mammolo, in compagnia di quei ragazzi romani che si prendevano in giro a vicenda vociando prima di separarsi con abbracci a fermate diverse.

E poi, un altro viaggio nella notte verso casa, stanchi ma contenti, attraverso il paesaggio spaziale dell’autostrada.

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ps: di situazioni incresciose a cui accennano alcuni giornali noi non abbiamo avuto alcun sentore.

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