Kimbau

Sabato 30 Aprile ore 19.45

Chiara Castellani sarà a Lecce per l'"Otto Marzo Sempre"

AIFO Salento e la Famiglia Francescana incontrano CHIARA CASTELLANI - Chiesa S. Antonio a Fulgenzio
26 aprile 2011
Amici di Chiara Castellani

Chiara e le donne congolesi

Nel libro autobiografico "Una Lampadina per Kimbau" emerge una Chiara Castellani non solo "pacifista alla Gino Strada" ma anche donna " orgogliosa della sua femminilità, una donna che ha scelto di far nascere e non può accettare al contrario di essere strumento di mutilazione".
Chiara dal Nicaragua alla Repubblica Democratica del Congo, sempre al servizio degli ultimi, ha dimostrato in più occasioni, nel suo lavoro, come medico e volontaria di essere sempre al fianco delle donne, nel momento gioioso della nascita come nel momento drammatico della morte; vicina alle donne, che spesso insieme ai bambini, si trovano costrette a pagare per prime il prezzo delle tante ingiustizie, dei conflitti, dei soprusi.
E anche quando scoppia la guerra Chiara Castellani è là al loro fianco: vicina alle donne che spesso sono vedove di guerra, o madri che hanno perso i loro figli nei violenti scontri che insanguinano questo teatro di guerra, oppresso dalla fame, dalle epidemie, dalla miseria; vicina alle donne stuprate dai ribelli, in Congo dove gli stupri sistematici sono una strategia bellica.

Quelle donne hanno saputo - nonostante tanto dolore, mancanze, sofferenze - non solo rialzarsi nuovamente in piedi ma hanno lanciato forte il loro grido: il messaggio di cambiamento. "Appena è calata la tensione e la paura, si sono rimesse subito a fabbricare sapone e hanno battezzato questa loro iniziativa Telema che in kikongo significa "Alzati in piedi!"." Insieme a Chiara poi sono riuscite "ad installare un piccolo polo di sviluppo, basato sulla solidarietà che lega le donne nelle zone rurali e sulla loro grande capacità di lavorare".
A Kinshasa, Chiara ha anche incontrato le "splendide e coraggiose animatrici del Movimento Donne per la giustizia e la pace" che durante i crudeli scontri tra i soldati di Mobutu e quelli di kabila, hanno rivolto un drammatico appello alle autorità del paese per porre fine alla guerra.
Hanno scritto: "Il nostro cuore di madri e di mogli è profondamente ferito. Le lacrime non scorrono più sul nostro viso. Perchè tante violenze? Perchè tanto spreco di vite umane? noi gridiamo il nostro strazio di fronte al mondo intero. Fermatevi basta uccidere!Lasciate scorrere la vita che nasce dentro di noi. Noi e i nostri figli abbiamo diritto alla vita, alla pace, alla felicità. La guerra, l'odio, le stragi hanno destabilizzato completamente il nostro paese. Noi donne e i nostri bambini, traumatizzate, prive di equilibrio, andiamo errando un pò ovunque sulla nostra terra per colpa dei regimi dittatoriali che si sono radicati nei nostri paesi d'Africa". Il Movimento Donne per la giustizia e la pace ha rivolto poi un appello ai governanti europei nordamericani perchè cessino di fabbricare le armi che uccidono la loro gente, distruggono i loro villaggi e le loro famiglie. Ed infine si sono rivolte queste donne coraggiose "alle donne del Nord del mondo per ricordare loro il legame di speranza che le accomuna in barba, a tutte le differenze, la femminilità".

Chiara scrive ancora nel suo libro che le donne in Congo devono "combattere quotidianamente con gli ostacoli che una gestione interamente maschile dell'economia monetaria impone alla fantasia creatice che le donne manifestano". E si è scontrata Chiara con questa "cultura maschile" anche quando ha scelto per la gestione dell'ospedale a Kimbau che fosse diretto essenzialmente da donne, e che fossero presenti soprattutto nei posti chiave.
Ed è a Zimba Nzala una ragazza di Kimbau che è dedicata la giornata del 30 aprile a Lecce: presso la Chiesa S. Antonio a Fulgenzio dove si raccoglieranno i fondi necessari per coprire le spese di studio e dare anche Zimba l'opportunità di frequentare il Corso di Infermiere professionale.

Perchè c'è ancora speranza di "una struttura diversa da quella del potere androcentrico che ha condotto la repubblica Democratica del Congo al disastro" - Perchè "se l'Africa ce la farà a uscire dall'abisso nel quale sta sprofondando lo dovrà alle sue donne, le sole testimoni del mistero della vita, annunciatrici della vittoria della vita sulla morte"- Ecco perchè l"Otto Marzo Sempre".

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