L'autodifesa del Pentagono. Il mondo accusa

Le forze americane sul banco degli imputati per l'uccisione di tre giornalisti a Baghdad: "Ci siamo solo difesi". Dura protesta delle associazioni della stampa. Secondo il ministero della difesa spagnolo, l'hotel Palestine era stato dichiarato da giorni "obiettivo militare"
9 aprile 2003
Francesco Paterno'
Fonte: Il Manifesto

Non prenderemmo mai di mira intenzionalmente gli esponenti dei media". Nel giorno di guerra piu' cruento per la stampa internazionale - tre morti e quattro feriti nel cuore di Baghdad - il Pentagono passa e chiude. Aidan White, segretario dell'International Federation of Journalists (Ifj), che ha migliaia di iscritti in tutto il mondo, chiede invece un'indagine su possibili crimini di guerra contro giornalisti. "E' difficile credere che sia stato un errore", accusa Severine Cazes, dell'associazione Giornalisti senza frontiere. L'americano Committee to Protect Journalists parla di violazione della Convenzione di Ginevra e annuncia prossime azioni legali contro il Pentagono. Ma dopo un giorno di scambi di accuse, testimonianze, voci e smentite, la domanda resta legittima piu' che mai: ieri a Baghdad gli americani hanno colpito apposta gli uffici di Al Jazeera e l'hotel Palestine, uccidendo nel primo caso un giornalista e ferendo un cameraman, nel secondo uccidendo un cameraman spagnolo di Tele 5, un ucraino della Reuters e ferendo altri tre giornalisti dell'agenzia britannica?

La ricostruzione degli avvenimenti lascia pochi dubbi sull'andamento dei fatti. Il Pentagono, finito subito sul banco degli accusati, ha negato che le forze armate americane abbiano sparato deliberatamente contro i giornalisti, ma ha ribadito che "restare a Baghdad e' pericoloso" e che comunque "si prendono di mira solo le forze armate ma se si piazzano in aeere civili, diventano un bersaglio militare legittimo". A Baghdad e' mezzogiorno ora locale quando un carro armato americano punta il cannone contro l'hotel Palestine, dove vivono da oltre un mese circa 300 giornalisti di tutti i paesi. Parte un colpo che sfonda vetri e pareti di alcune stanze tra il quattordicesimo e il quindicesimo piano. Il colega della Reuters muore subito, il collega di Tele 5 viene ferito gravemente, morira' poco dopo nonostante i soccorsi in un ospedale.

Da Doha, il generale americano Vincent Brooke sostiene che dall'albergo qualcuno ha sparato e il carro armato ha risposto al fuoco. Accusa gli iracheni di mischiarsi ai civili per combattere. E' la guerra. Ma e' una versione che non sta in piedi: al Palestine decine di giornalisti (per primo l'inviato dell'emittente inglese per altro piu' bellicista Sky tv, David Chater) affermano che nessuno ha sparato dall'hotel e che il carro armato ha preso bene la mira.

Passano diverse ore e da Washington arriva la versione definitiva del Pentagono. Secondo il generale Stanley McChrystal, l'equipaggio del carro armato "aveva il dovere di sparare, per proteggersi e per compiere la propria missione", agendo per "auto-difesa", poiche' attaccati. Da Madrid arriva in serata un'altra versione inquietante su quel che potrebbe essere il retroscena della cannonata contro l'hotel della stampa. L'agenzia spagnola Europa press sostiene che il ministero della difesa madrileno ha ricevuto la seguente risposta da parte americana alla richiesta di informazioni sull'attacco contro il Palestine: l'albergo era stato dichiarato dal Pentagono "obiettivo militare" da diversi giorni. Per questo motivo, il ministero della difesa ha chiesto ai direttori dei media spagnoli di richiamare a casa tutti gli inviati a Baghdad. La notizia confermerebbe un attacco deliberato americano contro l'albergo. Nella sua edizione on line, il quotidiano El Pais riprende Europa press mentre l'agenzia Efe e il quotidiano El Mundo "leggono" la notizia in modo opposto: il Palestine e' stato dichiarato "obiettivo militare" da parte degli iracheni. Fatto curioso, a dire il vero.

Cosa sanno davvero il governo spagnolo e gli altri governi alleati, a questo punto? A Roma il ministro Giovanardi riesce a smentirsi da solo nel giro di mezz'ora quando mette in dubbio perfino che un tank americano abbia sparato. Frattini, che invece vede la Cnn, parla di "incidente grave". Al governo italiano risulta in qualche modo che il Palestine fosse stato dichiarato "obiettivo militare"? Di sicuro, sabato scorso gli inviati italiani a Baghdad (tra cui la nostra Giuliana Sgrena) hanno ricevuto una preoccupata telefonata dalla Farnesina in cui si consigliava loro di spostarsi "all'ambasciata russa o siriana", per motivi di sicurezza. Su quali basi informative e' scattata la telefonata?

Prima dell'eccidio al Palestine, per la stampa presente a Baghdad la giornata di ieri era iniziata comunque in modo drammatico. In mattinata due missili avevano colpito l'ufficio della tv araba Al Jazeera, situato nel centro della citta', lontano qualche chilometro dall'hotel Palestine. Muore un giornalista, un cameraman rimane ferito. Un errore, ammettono questa volta gli americani. La direzione di Al Jazeera protesta con forza contro gli Usa e da' una notizia: il Pentagono era stato informato preventivamente sulla locazione dei loro uffici. Esattamente il 24 marzo scorso, con lettera a Victoria Clarke, portavoce del ministero difesa americano, con le seguenti coordinate: latitudine 33,19, longitudine 44,24, altitudine 63 metri. Impossibile sbagliarsi.

Quasi contemporaneamente, i vicini uffici di Abu Dhabi tv, l'altra emittente araba che trasmette da Baghdad, vengono colpiti da colpi sparati da tank americani. Una telecamera sul tetto della casa cade per un primo colpo, la seconda crolla subito dopo, per fortuna nessuna resta ferito. La situazione e' cosi' critica che la tv araba si appella al Pentagono: aiutateci a evacuare 25 dipendenti, la zona e' circondata da carri armati americani, si combatte. Cala la notte.

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