Dibattito Bush - Kerry : passami il telecomando

I Dibattiti presidenziali? Meglio darsela a gambe levate
1 ottobre 2004
Joshua Frank (trad. M. Sesler)


Ma chi stiamo prendendo per il naso? L'America finge che l'ufficiale dibattito Presidenziale sulla politica estera di Giovedì rappresenti l'apice della democrazia in azione degli Stati Uniti (mentre è più un simbolo dell'inerzia della democrazia). Pochi si aspettano di poter raccogliere nuove informazioni da questa messa in scena, il cui copione è già stato scritto in anticipo. Nessuna alternativa reale sarà offerta per controbattere l'ordine del giorno di Bush, perché Dio lo proibisce. Kerry si limiterà semplicemente a schernire la cattiva amministrazione di Bush della guerra in Iraq e 'Dubya' risponderà facendo risaltare il flip-flop di Kerry su questa questione. Fine dello show.

Non ci sarà molto di cui divertirsi. A Ralph Nader, naturalmente, non sarà permesso partecipare agli eventi della serata. I due partiti non hanno soltanto fatto la loro parte nel mettere in sordina la candidatura di Nader, ma i Democratici inoltre hanno lavorato in maniera violentemente esplosiva, riuscendo nell'impresa di tenere Ralph fuori dal voto in molti stati Americani. Gran bel lavoro ragazzi, mi complimento. Effettivamente, questo è ciò a cui adesso assomiglia la democrazia negli Stati Uniti: due fratelli di sangue ex studenti della Yale University e membri della 'Skull and Bones' che si combattono per arrogarsi il diritto di dirigere l'Impero Americano. Qui l'opportunità per una scelta vera non esiste, ed è proprio la maniera in cui loro vogliono che sia. Passatemi delle ciambelle salate: in televisione è venuto il tempo delle gag.

Comunque questa volta ci potrebbero essere alcuni eventuali benefici per quel Nader al quale è stato rifiutato l'accesso al voto: i Democratici, diversamente dal 2000, non potranno accusare scorrettamente chiunque altro di aver rovinato l'inconsistente offerta rappresentata da Kerry. Questa volta faranno tutto da soli. Quante sconfitte sono necessarie prima che i Democratici capiscano che la condotta del DLC - Democratic Leadership Council - è un atteggiamento politicamente sbagliato? Potete scommettere che Howard Dean, che è li che aspetta dietro le quinte, sta segretamente leccandosi i baffi nella speranza che Kerry perda di un grande margine elettorale. Lui vuole strappare il controllo del Partito dai ladri che l'hanno rubato e occupato, e l'unico modo per poterlo fare è che Kerry coli a picco in fiamme. Burn baby burn.

Nel frattempo, il Partito Verde continua a zoppicare in avanti in maniera piuttosto piacevole. David Cobb, il furtivo candidato Verde dal Texas, sta realizzando esattamente che cosa si era impegnato a fare, ossia assolutamente niente. Ah aspettate, lui starebbe costruendo il Partito Verde, me ne ero dimenticato. Che grande forza sarà! Vedete, voi un effetto sicuramente lo avete se dibattete con gli altri candidati terzi che nessuno conosce su CSPAN (compagnia creata nel 1979 dall'industria televisiva via cavo e che si prefigge di fornire accesso al processo politico Statunitense), guadagnandovi il vostro totale di voti dello 005% e chiamandola poi una enorme vittoria per la vostra squadra. È come i contadini che combattono fra di loro mentre i monarchici continuano a sfruttare il bene comune: vi sviluppate in maniera impercettibile, ma non avete alcun impatto sul vostro destino nella vita, e tanto meno nelle elezioni. La possiamo definire una ribellione compiacente.

Quindi i dibattiti fra Bush e Kerry significano davvero qualche cosa? Questa è l'elezione più importante della nostra vita, o così dovrebbe essere per come loro la mettono. Ma lo è? Sicuramente ci sono delle differenze fra i due candidati, ma questo conta solo per il peso che uno attribuisce alle somiglianze. L'aborto? Sicuro che esiste una disparità fra Bush e Kerry, anche se la minaccia è stata gonfiata dai Democratici allo scopo di strappar via gli elettori pro-scelta dalla Nader land. La pena di morte? Non c'è una grande differenza. La sanità? Bene, vogliono farci credere che ci sia, ma è sottile. Il commercio? Non una differenza a cui è degno accennare. Israele? Su questo Kerry potrebbe seguire una linea ancor più dura di quella di Bush. L'ambiente? La differenza è soltanto nella retorica. I Democratici hanno fatto la loro parte equa nel contribuire alla furia di Bush. La guerra? Neanche a parlarne. Le libertà civili? Neanche su quelle. E la lista continua.

Tristemente, questo è ciò che è diventata la politica Americana: il dibattere in televisione le minute differenze che esistono fra due candidati delle multinazionali. Lo chiamano l'evento di prima serata. Io invece preferisco darmela a gambe levate e quindi passami subito il telecomando!
Note: Tradotto da Mauri Sesler - A Cura di Peacelink

Nota del traduttore: Giovedì scorso si è svolto il primo dei tre dibattiti
presidenziali per le Elezioni 2004 fra il Repubblicano George Bush e il
Democratico John Kerry all'Università di Miami, Florida. Questo articolo è
stato scritto e quindi pubblicato da CounterPunch poco prima della sua
avvenuta


Joshua Frank ha contribuito al libro di CounterPunch, 'A Dime's Worth of
Difference: Beyond the Lesser of Two Evils', e sta completando il suo prossimo libro,'Left Out: How Liberals did Bush's Work for Him', che verrà pubblicato dalla Common Courage Press. Commenti possono essergli inviati all'indirizzo di posta frank_joshua@hotmail.com .


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