ROMA - Una donna iraniana muore assiderata tra le braccia del marito nella lunga marcia attraverso le montagne che separano la Turchia dalla Grecia, in mezzo a una tempesta di neve. Incapace di accettare la morte della moglie, l'uomo la porta tra le braccia fino alla prima strada, dove un conducente li vede e chiama la polizia. L'uomo è ricoverato per ipotermia, appena dimesso è rimpatriato. É il 7 novembre 2002. È soltanto una delle tragedie umane e familiari che stanno dietro alle migliaia di morti lungo le frontiere europee. L'ultima notizia è del naufragio di oggi al largo di Ragusa: 9 morti e 40 dispersi.
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Abbiamo censito gli archivi di Repubblica, Corriere della Sera, Kathimerini, El Mundo, Le Monde, Turkish Press, Tunezine, The Guardian per documentare una tragedia taciuta che dalla fine degli anni Ottanta macchia di sangue le nostre frontiere. Vista la clandestinità del fenomeno i dati sono sicuramente incompleti, ma fin troppo drammatici: 2.224 morti e 1.015 dispersi dal 1988 ad oggi. Sono soprattutto naufragi (1.929 morti e 1.015 dispersi), nel Mar Egeo, dalla Turchia verso la Grecia (163 morti, 103 dispersi), nel Canale di Otranto, dall'Albania e dal Medio Oriente verso l'Italia (402 morti, 62 dispersi), nel Canale di Sicilia (517 morti, 521 dispersi), ma anche al largo delle coste libiche (92 morti e 123 dispersi) e tunisine (253 morti, 77 dispersi). Infine nelle acque che separano il Marocco dalla Spagna (494 morti e 129 dispersi). Non mancano incidenti lungo la frontiera terrestre: 14 morti nelle due enclave spagnole in Marocco, a Ceuta e Melilla, 19 morti assiderati sul confine turco con l'Iran e 7 per lo stesso motivo sul confine greco con la Turchia. Sempre in Grecia sono 83 i morti nei campi minati della frontiera con la Turchia. Asfissiate nei container almeno 134 persone, 37 in Italia. Trovati congelati nei carrelli aerei 4 cadaveri. Ma si muore anche sotto gli spari delle forze dell'ordine, è successo a Ceuta e Melilla, a Cipro e in Slovenia. Infine almeno 20 persone hanno perso la vita lungo i binari dell'Eurotunnel nascosti sotto i treni per oltrepassare la Manica. (Gabriele Del Grande)
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