NAUFRAGIO NATALE '96.
Lo scorso 10 ottobre, presso la Corte di Assise di Appello di Catania, si è tenuta un'udienza riguardante la posizione del capitano della nave assassina Yiohan, Youssuf El Hallal, che nella notte del 26 dicembre 1996 nelle acque del canale di Sicilia causò l'affondamento del battello chiamato F174 provocando la morte di 283 migranti pakistani, indiani e tamil dello Sri Lanka. El Hallal potrà dunque essere processato in Italia, come già richiesto dall'avvocata Simonetta Crisci di Senzaconfine appena tornata dal Pakistan dove ha incontrato le famiglie delle vittime che rappresenta nel dibattimento: l'ex-capitano della Yiohan dovrà comparire quindi innanzi alla Corte di secondo grado di Catania, diversamente da Tourab, il pakistano naturalizzato maltese sotto processo a Siracusa per aver comprato la nave utilizzata per il trasporto di immigrati in Italia.
Questa notizia, nell'assenza di qualsiasi iniziativa del Governo italiano che non sembra interessato né al recupero del relitto per dare sepoltura ai corpi delle vittime a dieci anni di distanza, né a ripensare i meccanismi di ingresso in Italia aprendo canali regolari per ricerca di lavoro, unico strumento concreto per tentare di prevenire le morti in mare, riaccende qualche timida speranza tra chi da ormai dieci anni si batte per la verità, la giustizia, per dare una svolta alle politiche migratorie di questo Paese nel senso della libera circolazione e contro
le logiche securitarie secondo le quali i Governi oggi blindano sempre più le frontiere.
Catania/Roma, 13.10.06
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