Disarmo

Occorre trasparenza sull'effettiva erogazione di questi fondi da destinare a fini sociali

Indennizzi per vincoli militari, quali contributi per Augusta e gli altri comuni siciliani?

Contributi annui ed entrate ordinarie per i comuni che subiscono la presenza di istallazioni e attività militari. Lo sancisce la legge dello Stato riconoscendo l'impatto della militarizzazione "sull’uso del territorio e sui programmi di sviluppo economico e sociale".
21 settembre 2021

vignetta di Guglielmo Manenti

Le regioni e i comuni gravati da istallazioni e attività militari, hanno diritto a contributi ed entrate ordinarie da parte dello Stato. Il Comune di Augusta, per l’elevata militarizzazione del proprio territorio, rientra tra quegli enti locali a cui questi contributi devono essere regolarmente corrisposti. Lo stesso vale per i restanti comuni siciliani, tra i quali spicca Melilli, classificati dal legislatore come “militarmente importanti”.

A prevederlo è il Codice dell’ordinamento militare (d.lgs. 66/2010), che affida ad appositi decreti governativi il compito di determinare, ogni cinque anni, l’elenco delle regioni “maggiormente oberate dai vincoli e dalle attività militari” e i criteri per la fissazione degli indennizzi.

Lo scorso 9 settembre la Conferenza Stato-Regioni ha espresso il proprio parere favorevole sullo schema di decreto del Ministro della Difesa (di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze) che ha fissato i parametri ai fini della corresponsione del contributo dello Stato alle regioni a statuto speciale, tra cui la Sicilia, per il quinquennio 2015-2019.

A questi enti territoriali lo Stato “corrisponde un contributo annuo da destinarsi alla realizzazione di opere pubbliche e servizi sociali nei comuni nei quali le esigenze militari (compresi particolari tipi di insediamenti) incidono maggiormente sull’uso del territorio e sui programmi di sviluppo economico e sociale”.

Ai comuni con popolazione fino a centomila abitanti, “in cui esistono insediamenti militari” italiani o Nato, sono inoltre “corrisposte entrate ordinarie da parte dello Stato” sulla base del numero di abitanti e del personale militare residente.

Alle luce di queste premesse, ci chiediamo se il Comune di Augusta e i restanti comuni siciliani ‘militarmente importanti’ abbiano mai percepito questi contributi e, se del caso, a quali fini e progetti siano stati destinati. Rivolgiamo questa domanda all’amministrazione comunale megarese e alle altre amministrazioni siciliane interessate, affinché si rendano edotti i cittadini sull’effettiva corresponsione di tali somme agli enti e sulla loro destinazione a fini sociali.

Al riguardo, ricordiamo che analoghi quesiti erano stati sollevati da associazioni e comitati ambientalisti ed ecopacifisti, oltre quattro anni fa, in occasione di una conferenza pubblica sui temi della militarizzazione e del rischio nucleare nel porto di Augusta .

Spiace constatare che, dinnanzi all’indifferenza delle amministrazioni locali, fino ad oggi tutti gli appelli e interrogativi sono caduti nel vuoto.

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