Il Pentagono vieta la diffusione di qualsiasi immagine di bare di soldati
Una foto delle bare di 20 soldati americani morti in Iraq è costata il posto di lavoro a una donna impiegata in una società che gestisce per il Pentagono, in Kuwait, il trasporto in patria delle salme dei caduti. Tami Silicio, 50 anni, un'americana dello Stato di Washington, aveva fatto avere (senza chiedere compenso) al quotidiano Seattle Times una foto scattata agli inizi di aprile che mostrava le bare allineate nella stiva di un aereo cargo diretto negli Stati Uniti, ognuna coperta da una bandiera a stelle e strisce. L'immagine, scattata all’aeroporto di Kuwait City, è stata pubblicata domenica dal quotidiano di Seattle e ha subito cominciato a circolare sui siti Internet.
Il Pentagono vieta la diffusione di qualsiasi immagine di bare di soldati condotte in patria: il divieto è stato introdotto nel 1991 dal presidente George Bush padre, ai tempi della prima Guerra del Golfo, ed è stato poi ribadito nel marzo 2003 da George W. Bush, all'inizio del secondo conflitto in Iraq. La Silicio lavorava per la Maytag Aircraft, una società che ha in appalto dal Pentagono servizi di trasporto dall’area di crisi nel Golfo. Su pressioni del ministero della Difesa, l'azienda ha licenziato la donna e suo marito.
La pubblicazione della foto ha riaperto il dibattito sul divieto di diffusione di immagini di questo genere negli Usa, che è da anni al centro di polemiche da parte dei media. Il direttore del Times è apparso ieri allo show della tv Abc «Good Morning America» difendendo la sua decisione di mostrare l’immagine e affermando che il giornale ha ricevuto numerosi messaggi email e telefonate sul caso, in maggioranza favorevoli alla pubblicazione.
«Quello che vogliamo - ha ribattuto una portavoce del Pentagono, Cynthia Colin - è essere sicuri che non ci sia alcuna copertura giornalistica sulle bare fino a quando non raggiungono la loro destinazione finale», per rispetto alle famiglie dei caduti. Ma c’è chi sostiene che nascondere il rientro dei caduti sia una mossa per ridurre l’opposizione all’intervento in Iraq.
L'autrice della foto ha detto di aver voluto diffondere la foto proprio per mostrare alle famiglie con quanta cura e rispetto siano trasportate le salme dei loro cari. La donna ha lavorato in passato come decoratrice a Seattle e come guidatrice di camion in Kosovo.
Le bare dei soldati morti in Iraq arrivano quasi tutte alla base dell’Air Force a Dover, nel Delaware, dove ha sede il più grande obitorio del Dipartimento della Difesa. Da ieri centinaia di simili foto «proibite» circolano online .
Vi è un precedente licenziamento che richiama alla mente i divieti del governo Usa quando si tratta di rivelare la dimensione del dolore. Infatti un'impiegata della Casa Bianca, Elisabeth Osborn, fu licenziata in tronco all'inizio del marzo 1992 per aver divulgato le "stime" ufficiali dell'Amministrazione americana relative alle perdite di civili iracheni durante "Desert Storm"; in base a tali dati, nel corso dei bombardamenti e a seguito delle epidemie e della carestia del dopo guerra avrebbero perduto la vita circa 158 mila civili, fra cui 39.612 donne e 32.195 bambini.
Fonte: http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_2237.html
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