Per salvare gli ostaggi: chiedere per gli altri ciò che si chiede per se stessi
Più di mille morti, tra militari, civili e bambini. Pesante il tributo dei militari italiani. Tre connazionali in ostaggio. Uno assassinato freddamente. Il terrorismo che dilaga.
E continuano a parlare di mantenimento della pace.
Questa guerra non ci è mai piaciuta.
Noi, cittadini preoccupati dell'odio dilagante, chiediamo che prevalga una scelta per la pace e per la vita.
Siamo vicini alle famiglie degli ostaggi. Ne condividiamo le ansie e le speranze. Abbiamo visto attorno a loro unirsi gli italiani. Una commossa manifestazione si è raccolta a Roma al seguito di una lunghissima bandiera arcobaleno.
E' stata l'espressione solenne e spontanea di una volontà di pace che è nettamente prevalente nel popolo italiano. E' difficile trovare consenso attorno a scelte militari che hanno portato solo morte e distruzione, terrorismo e povertà, sofferenze e dolore. Viceversa il popolo italiano sta prendendo coscienza che questa guerra - avviata in violazione del diritto internazionale - è un'avventura senza ritorno, che il Papa ha denunciato e che una vasta maggioranza dell'opinione pubblica mondiale ha avversato.
Le nostre bandiere della pace in queste ore stanno mandando un messaggio forte in Iraq, dove la popolazione vive - dalla parte opposta e sotto i bombardamenti americani - le stesse angosce delle famiglie Agliana, Cupertino e Stefio.
Nutriamo dubbi su chi si arruola nei corpi paramilitari privati, ma la difesa della loro vita in questo momento ci sta più a cuore di qualunque altra considerazione.
Umilmente e lasciando alle famiglie degli ostaggi la responsabilità per le scelte che ritengono le più opportune, riteniamo di aggiungere una considerazione che valutiamo fondamentale: occorre fare forse ancora un passo in avanti chiedendo la fine degli attacchi militari sull'Iraq che tanti morti mietono fra la popolazione civile.
Per sperare nella liberazione degli ostaggi italiani occorre avere il coraggio di battersi per la salvezza di quegli irakeni che sono oggi "ostaggi della guerra". Questo diciamo alle famiglie Agliana, Cupertino e Stefio: un destino comune unisce i loro figli e tanti di irakeni a rischio di vita. Questo destino comune è la pace. La salvezza non possiamo chiederla solo per i nostri. La salvezza va chiesta per tutti, a partire dai nostri ma senza scordare gli altri. Questa è la pace, volere per il prossimo ciò che noi vogliamo per noi stessi. Pace come rispetto della vita: per tutti. Pace come cessazione delle violenze: da ogni parte. Pace come autodeterminazione del popolo iracheno: perché il colonialismo non ritorni mai più.
Pace!
Mimmo Battista
Giuseppe Caso
Rocco Castria
Cosimo Cazzato
Teresa D'Assisi
Loredana Flore
Alessandro Marescotti
Giovanni Matichecchia
Carla Motolese
Maria Zaccaria
Articoli correlati
- La situazione attuale
Iraq, la rivolta continua
Dopo la pandemia, il crollo del prezzo del petrolio e la nomina, frutto del compromesso tra USA e Iran, di al-Kadhimi come primo ministro, cosa è cambiato?19 ottobre 2020 - Valeria Poletti - Foto dalle piazze pacifiste italiane
Da piazza Tahir all'Italia: la guerra porta solo altra guerra
Il 25 gennaio in oltre 50 città italiane associazioni, movimenti e cittadini hanno organizzato eventi aderendo all'appello Spegniamo la guerra, accendiamo la Pace. PeaceLink pubblica le foto di alcune piazze. E alla vigilia è stata diffusa un'importante lettera dalla società civile irachena27 gennaio 2020 - Sabato 25 gennaio 2020 giornata di mobilitazione internazionale per la pace
Spegniamo la guerra, accendiamo la Pace! Contro le guerre e le dittature a fianco dei popoli in lotta per i propri diritti
“La guerra è un male assoluto e va ‘ripudiata’, come recita la nostra Costituzione all’Art. 11: essa non deve più essere considerata una scelta possibile da parte della politica e della diplomazia”.15 gennaio 2020 - 4 Novembre
Si può esporre la bandiera della pace durante la parata militare?
Ecco le norme da rispettare per poter esporre il vessillo arcobaleno durante le celebrazioni ufficiali.Alessandro Marescotti
Sociale.network