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Campagna scuole smilitarizzate

Promuovere la storia della pace per educare alla libertà

Una delle cose che possiamo studiare nelle quinte classi è Iginio Ugo Tarchetti. Fu un esponente della Scapigliatura milanese che nel 1866 scrisse il primo romanzo italiano in cui si ripudia esplicitamente la guerra giungendo a parlare di diserzione. Rileggendo Tarchetti la scuola ripudia la guerra.

Campagna scuole smilitarizzate: "La scuola ripudia la guerra" L'esempio di don Milani

"L'Assemblea Costituente ci ha invitati a dar posto nella scuola alla Carta Costituzionale "al fine di rendere consapevole la nuova generazione delle raggiunte conquiste morali e sociali"(ordine del giorno approvato all'unanimità nella seduta, dell'11 Dicembre 1947).

Una di queste conquiste morali e sociali è l'articolo 11: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli".
Voi giuristi dite che le leggi si riferiscono solo al futuro, ma noi gente della strada diciamo che la parola ripudia è molto più ricca di significato, abbraccia il passato e il futuro.
E' un invito a buttar tutto all'aria: all'aria buona. La storia come la insegnavano a noi e il concetto di obbedienza militare assoluta come la insegnano ancora".

La storia della pace

Queste erano le parole di don Lorenzo Milani nella sua Lettera ai giudici, quando finì sotto processo per aver invitato i giovani a disobbedire alla guerra.

A mio parere una delle linee guida su cui la campagna Scuole Smilitarizzate può muoversi è proprio quella di promuovere, ad esempio nell'ambito storico e dell'educazione civica, la conoscenza di tutto ciò che di positivo gli uomini hanno prodotto per opporsi alla guerra.

PeaceLink può fornire un grande archivio di "storia della pace", che attualmente è molto consultato. E' anzi, per la precisione, la tematica più consultata nel 2020 nel sito www.peacelink.it e questo si spiega per la notevole quantità di connessioni provenienti dal mondo della scuola.

Dalle prossime settimane arricchiremo tale archivio per favorire la campagna Scuole Smilitarizzate e fornire in tal modo un supporto didattico.

Parlare di diserzione a scuola leggendo Tarchetti

Una delle cose che ad esempio possiamo proporre subito nelle quinte classi è un'autore della letteratura che solitamente viene saltato perché considerato "minore": Iginio Ugo Tarchetti. Fu un esponente della Scapigliatura milanese che nella seconda metà dell'Ottocento elaborò il primo romanzo italiano in cui si ripudia esplicitamente la guerra giungendo a parlare della diserzione. Si dirà che già Manzoni aveva descritto in modo negativo la guerra e che non mancano nella storia della letteratura italiana degli spunti critici. Ma Tarchetti va oltre. Parte dalla sua esperienza personale, dalla guerra da lui vissuta - la repressione dei briganti meridionali come soldato - per scrivere un romanzo il cui protagonista decide di disertare. Il ripudio interiore della guerra, la vergognosa esperienza nella campagna contro il brigantaggio, porta Tarchetti a trasformare tale ripudio in un romanzo antimilitarista "Una nobile follia". Il protagonista è Filippo, un soldato che uccide in guerra un "nemico". Mentre sta morendo, il nemico racconta la sua storia a Filippo, che si identifica nel suo "nemico" perché scopre che chi ha ucciso è un uomo come lui: la sua storia ha tratti di grande somiglianza a quella del protagonista. A questo punto Filippo decide di togliersi la divisa e di disertare.

I valori della libertà e dell'obiezione di coscienza

Questa storia va raccontata a scuola, perché è la storia vissuta da tante persone e che hanno disertato, compiendo la scelta più etica che potessero compiere come esseri umani: l'obiezione di coscienza.

Noi come insegnanti abbiamo il compito di coltivare questo "spirito di diserzione" che don Milani e Tarchetti avevano maturato e trasmesso attraverso la cultura, formando i suoi allievi alla libertà e alla pace.

E' uno spirito di libertà e di responsabilità umana che si esprime nella disobbedienza agli ordini ingiusti e che oggi ha un saldo ancoraggio nell'articolo 11 della nostra Costituzione.

Il nostro compito

Il nostro compito quali esseri umani consiste nel compiere, all'interno della nostra propria, unica, personale esistenza, un passo in avanti sulla strada che dalla bestia porta all'uomo.

Hermann Hesse (da "Non uccidere")

"Non uccidere"

E' lo spirito che troviamo dentro il libro "Non uccidere" di Hermann Hesse o nella storia di Bertand Russell, lo scienziato che nel 1916 - nel pieno della Prima guerra mondiale - fu allontanato dall'insegnamento presso il College di Oxford e successivamente arrestato sempre per propaganda pacifista e per il suo impegno a favore all'obiezione di coscienza antimilitaristica.

E' questo spirito di libertà che - in un mondo gravemente segnato dalla violenza - abbiamo il compito di coltivare nella scuola, con ogni mezzo che la cultura ci offre.

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