Dall'accordo di pace fra Ittiti e Egizi alle trattative fra Trump e Putin
1. Stalin e la fine della Seconda guerra mondiale
Iosif Stalin è stato uno dei leader più spietati della storia, responsabile di purghe, deportazioni e un sistema repressivo che ha causato milioni di vittime. Eppure, durante la Seconda guerra mondiale, l'Unione Sovietica da lui guidata fu l'alleato decisivo per sconfiggere Hitler. Senza l'apporto dell'Armata Rossa e il sacrificio di milioni di sovietici, il nazismo avrebbe potuto vincere. Nel 1943, a Teheran, e poi a Yalta nel 1945, Stalin fu accolto come un interlocutore necessario da Roosevelt e Churchill. Il mondo occidentale dovette accettare di trattare con un dittatore sanguinario. La fine della guerra in Europa passò inevitabilmente attraverso la sua firma, e l'ordine mondiale successivo nacque con il suo coinvolgimento, nel bene e nel male.
2. Kissinger e la fine della guerra in Vietnam
Henry Kissinger, segretario di Stato degli Stati Uniti negli anni '70, è stato spesso accusato di cinismo politico e di aver sostenuto regimi autoritari in nome degli interessi americani. Eppure, fu anche l'artefice degli accordi di pace di Parigi del 1973, che portarono al ritiro delle truppe statunitensi dal Vietnam. Kissinger negoziò direttamente con il governo nordvietnamita di Lê Đức Thọ, in un contesto di grande tensione e diffidenza reciproca. Il trattato pose fine a un conflitto sanguinoso che aveva lacerato l'Indocina e sconvolto l'America. Kissinger fu insignito del Premio Nobel per la Pace, nonostante le critiche sul suo operato in altre aree del mondo. La lezione storica rimane: la pace si fa anche con gli avversari più temuti e disprezzati.
3. Reagan e la fine della Guerra fredda
Ronald Reagan è stato un presidente statunitense noto per la sua retorica anticomunista e per l'intensificazione della corsa agli armamenti negli anni '80. Eppure, proprio lui firmò uno degli accordi più significativi della Guerra Fredda: il Trattato INF del 1987, che eliminava i missili nucleari a medio raggio dall'Europa. La firma dell'accordo con Mikhail Gorbaciov segnò l'inizio della fine della Guerra Fredda. Reagan, che era stato un fervente sostenitore del riarmo, comprese che un'intesa con l'Unione Sovietica era necessaria per evitare una spirale di distruzione reciproca. Questo atto di realismo politico dimostrò che anche i leader più rigidi possono essere protagonisti di svolte pacifiche.
4. Trump e Putin e la guerra in Ucraina
Donald Trump e Vladimir Putin sono due leader controversi, spesso criticati per le loro politiche autoritarie e le loro posizioni nazionaliste. Tuttavia, proprio loro potrebbero essere gli artefici di un accordo che pone fine a una guerra che rischiava di diventare un conflitto armato infinito, con il pericolo concreto di varcare quelle "linee rosse" oltre le quali c'era la guerra nucleare. Attraverso negoziati e incontri bilaterali, Trump e Putin hanno cercato di ridurre la tensione tra le potenze globali, cercando soluzioni diplomatiche anziché militari. Anche se le loro scelte politiche rimangono discutibili, il loro contributo alla stabilità mondiale non può essere ignorato.
La storia insegna che per arrivare alla pace si deve accettare il compromesso, talvolta con figure che sarebbero difficili da riabilitare sotto altri punti di vista. La diplomazia non sceglie sempre i migliori uomini, ma cerca i risultati migliori. La memoria collettiva può essere critica nei confronti di Stalin, Kissinger, Reagan, Trump o Putin, ma non può negare il loro ruolo nel porre fine a conflitti devastanti. La pace viene prima di tutto, anche quando a firmarla sono persone da cui vogliamo stare politicamente e idealmente distanti.
5. Il primo trattato di pace della storia: Ittiti ed Egizi come Usa e Russia
Questa lezione risale a tempi antichissimi. Il Trattato di Kadesh, firmato nel 1269 a.C. tra il faraone Ramesse II e il re ittita Hattusili III, è il primo trattato di pace internazionale registrato nella storia.
Occorre sottolineare che coloro che - tremilatrecento anni fa - firmarono l'accordo di pace non erano "brave persone". Hattušili III era un usurpatore, era arrivato al potere con la forza, con un colpo di mano. Ramses II era anch'egli un personaggio controverso. L'egittologo francese Pierre Montet ha definito Ramses II un sovrano con un "egoismo mostruoso" e benché nelle rappresentazioni artistiche, Ramses II presenti spesso un lieve sorriso, quello era tuttavia un "sogghigno di fredda autorità" secondo Percy Bysshe Shelley, poeta lirico inglese al tempo del Romanticismo. E quindi il "faraone della pace" probabilmente aveva lo stesso "sogghigno di fredda autorità" di Putin e di Trump.
Articoli correlati
- Albert, bollettino pacifista settimanale dal 23 al 29 giugno 2025
La Spagna si ribella al riarmo
Il summit NATO ha sancito un nuovo patto militare: il 5% del PIL – di ogni paese – dovrà essere destinato a difesa e sicurezza, con una prima verifica nel 2029. Donald Trump l’ha definito “un successo monumentale per gli Stati Uniti”. Ma il dissenso della Spagna ha guastato la festa.26 giugno 2025 - Redazione PeaceLink - Il vertice NATO dell’Aja punta al raddoppio delle spese militari
La NATO vuole il 5%
Già oggi la NATO nel suo insieme spende dieci volte più della Russia in ambito militare. E se si guarda alla sola Europa — somma dei bilanci militari dei Paesi dell’Unione Europea e del Regno Unito — la spesa militare europea è tre volte superiore a quella russa. Con il 5% supererebbe le sei volte.25 giugno 2025 - Alessandro Marescotti - 26 giugno 2025, unire le forze per costruire un movimento
Piazze per la Pace: la mobilitazione delle donne contro la guerra
La protesta del 26 giugno non è solo un atto di resistenza, ma un appello a un cambiamento radicale. "Ascoltare il dolore" delle vittime della guerra, non sacrificare altre vite in nome della patria o della sicurezza, ma scegliere la giustizia e la convivenza. Ecco come segnalare gli eventi.21 giugno 2025 - Redazione PeaceLink - La diretta
In marcia a Roma contro il riarmo
In totale, sono oltre 480 le sigle tra associazioni, sindacati e movimenti politici che hanno aderito all’appello, rendendo il corteo una delle più ampie mobilitazioni contro il riarmo degli ultimi anni.21 giugno 2025 - Redazione PeaceLink
Sociale.network