Una delle cose che possiamo studiare nelle quinte classi è Iginio Ugo Tarchetti. Fu un esponente della Scapigliatura milanese che nel 1866 scrisse il primo romanzo italiano in cui si ripudia esplicitamente la guerra giungendo a parlare di diserzione. Rileggendo Tarchetti la scuola ripudia la guerra.
La scuola è il luogo ove coltivare la pace e educare ad essa. La prevenzione dei conflitti, la loro trasformazione nonviolenta, l’implementazione dei diritti e il rispetto della vita umana in tutti i suoi aspetti, sono i mezzi per costruire una cultura di pace e di nonviolenza.
Ci sono canzoni che hanno fatto da colonna sonora ai movimenti che si sono opposti alla guerra e che hanno espresso con la forza della musica, per intere generazioni, il ripudio della guerra e del militarismo.
11 ottobre 2020 - Redazione PeaceLink
Proponiamo questo esperimento sociale scherzoso sul servizio militare
Un video scherzoso di Fanpage da proporre per la campagna "Scuole smilitarizzate". Fa emergere lo spirito pacifista latente nell'opinione pubblica italiana
Iginio Ugo Tarchetti fu un esponente della Scapigliatura. Da soldato partecipò alla repressione del brigantaggio meridionale, ma rimase scandalizzato dalla brutalità dell'esercito. Fece scalpore la denuncia della violenza militare nel suo libro "Una nobile follia", in cui elogiò la diserzione.
Il Parere Istruttorio Conclusivo presenta molteplici carenze per cui si chiede di non procedere all'approvazione. Taranto è al primo posto per tumori di origine professionale ma non c'è una verifica dello stato di salute dei lavoratori. Inoltre manca il calcolo del Carbon Budget Residuo nazionale.
Recentemente, aveva deposto dello sterco di cavallo nell’abitazione dove risiede il deputato José Luis Espert, appartenente al partito di estrema destra La Libertad Avanza e noto per invocare carcere e pallottole contro i movimenti sociali.
Abbiamo potuto seguire di persona La Musica contro il Silenzio a Varese e a Brescia e abbiamo conosciuto gli organizzatori. Così abbiamo proposto loro un’intervista per raccontare meglio questa splendida iniziativa contro l’apartheid e il genocidio in Palestina. Ne è nata un’intervista a più voci.
Riusciranno i posteri a decifrare quanto della nostra civiltà abbiamo scritto - digitato - archiviato nei tanti "formati" di bit, via via sempre diversi e incompatibili?
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