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Donna, Vita, Libertà

Due riconoscimenti importanti. Due donne. In Iran

Quasi in contemporanea, due riconoscimenti prestigiosi ma specchio di situazioni di repressione e di morte. Il Premio Sacharov a Jina Amini, Il Nobel per la Pace a Narges Mohammadi. Due donne accomunate in un destino comune di repressione e cancellazione dei diritti umani.
12 dicembre 2023

Premio Sacharov Due eventi in questi giorni hanno potuto "bucare i media" al di là delle Bad News che riempiono di solito i TG nostrani. Due riconoscimenti prestigiosi, tuttavia veicolanti anch'essi altrettante storie di persecuzione e di morte.

Il Premio Nobel per la Pace di quest'anno all'attivista iraniana Narges Mohammadi, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte. La cerimonia a Oslo, il riconoscimento raccolto in sua vece dai figli Ali e Kiana Rahmai, esuli assieme al padre in Francia.

E ancora, nel ricordo di Jina Amini e al movimento "Donna Vita Libertà" dal Parlamento Europeo è il Premio Sacharov per la libertà di pensiero con un risvolto tuttavia drammatico anche se forse prevedibile, i famigliari della ragazza curda iraniana arrestata e morta a Teheran, fermati in aeroporto della capitale mentre erano in partenza per la cerimonia a Strasburgo.

Donna, Vita, Libertà. Protesta a Ottawa, in Canada

Di quest'ultima vicenda scrive Gulala Salih, cittadina kurda Italiana e Presidente della UDIK - Unione donne italiane e kurde:

Il 9 dicembre 2023 i genitori di Jina Amini hanno subìto un’altra ingiustizia oltre all’uccisione della loro figliola: sono stati infatti bloccati all’aeroporto internazionale Imam Khomeini di Teheran e non hanno potuto recarsi in Francia per ricevere il Premio Sacharov, che è stato assegnato a Jina Amini dal Parlamento Europeo. Avevano ottenuto il visto di ingresso in Francia, ma sono stati bloccati dall’autorità iraniana e hanno persino subìto la confisca dei passaporti.

Jina Amini, una ragazza del Kurdistan orientale, è morta l'anno scorso all'età di 22 anni dopo essere stata arrestata e torturata da esponenti del sistema religioso di Teheran. La sua morte però ha rotto il silenzio e ha dato il coraggio a tutte e a tutti in Iran, per scendere in piazza contro il regime sanguinario; la sua morte ha portato lo slogan kurdo "JIN JIYAN AZADI" nelle piazze dell’Iran e lo ha fatto risuonare anche nella lingua persiana: Zan, Zindagi, Azadi. Nel suo nome si è scatenata e diffusa la protesta nel Kurdistan orientale e in Iran e finalmente si sono viste reazioni internazionali sulla questione delle donne iraniane.

E con una riflessione amara, specchio di quanto accade in Iran e in altri luoghi dove la popolazione kurda ha dimora:

Sono davvero amareggiata, come spesso mi accade, per quello che subiscono i kurdi e che avviene nell’indifferenza e nella sottovalutazione di chi avrebbe invece il dovere di prendersene carico, di stare attento a quanto avviene, di condividere le notizie, difendere la giustizia e sostenere la verità. Riporto le parole scritte in questi giorni sul profilo di una nota attivista “Bisogna essere famosi per avere l’attenzione delle persone sulla tua causa e sulla lotta che porti avanti”. Io non sono famosa, ma confido nelle persone famose, nei politici, nelle organizzazioni dei diritti umani e invito chi mi legge a rompere il silenzio, a pubblicare e condividere questa mia comunicazione e le notizie che riguardano i kurdi e che rimangono spesso ignorate, visto che anche noi kurdi facciamo parte dell’umanità.
Invece politici e organizzazioni dei diritti umani sono rimasti spesso nel silenzio totale, ignorando quanto continua ad accadere nei confronti del popolo kurdo.

Narges Mohammadi

Sosteniamo Narges Mohammadi

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.

Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.

Donna, vita, liberta'.

Peppe Sini
Centro ricerche per la pace di Viterbo

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