Quasi in contemporanea, due riconoscimenti prestigiosi ma specchio di situazioni di repressione e di morte. Il Premio Sacharov a Jina Amini, Il Nobel per la Pace a Narges Mohammadi. Due donne accomunate in un destino comune di repressione e cancellazione dei diritti umani.
12 dicembre 2023 - Roberto Del Bianco
Intanto le autorità politiche dell'Iran approfittato del conflitto palestinese
Le vicende tragiche di questi giorni rendono evidente che l’uso della forza, anche da parte di uno Stato fortemente militarizzato come Israele e dei suoi alleati, non potrà mai risolvere le tensioni e i problemi emersi
18 novembre 2023 - Mohsen Hamzehian
Il documentario sulla prigionia girato da Narges Mohammadi
Quest’anno l’attivista Narges Mohammadi è stata insignita del premio Nobel per la Pace. Il suo documentario «White Torture» è dedicato ai prigionieri politici iraniani
Oggi ricordiamo Jina Amini, la madre di questa rivoluzione, ma ricordiamo anche tutte le altre donne e uomini che sono stati annientati o carcerati prima e dopo la morte di Jina Amini, tutte le donne che ancora oggi rischiano la loro vita per ottenere la libertà e la giustizia.
In carcere un suo studente è stato torturato, a molti è stato vietato di accedere agli edifici universitari. Reza Sharifi è un professore iraniano. A causa del suo supporto ai contestatori, rischia il licenziamento
Può essere curioso come la questione del velo per le donne sia stata centrale. Nel 1936 Reza Shah, il padre di Reza Pahlavi, impose il divieto per le donne di girare con il velo: vi fu una forte opposizione e diverse donne si rifiutarono di uscire di casa per timore di mostrarsi senza velo.
"In quattro decenni - dice Anoush Ganjipour - questo Stato è diventato militare, corrotto, immorale. Non ha più nulla di islamico. È un Leviatano moderno. Uno dei più immorali che si possa immaginare".
L’ultimo giorno di libertà in Iran, per le donne e non solo, è in alcuni scatti straordinari di Hengameh Golestan a Teheran. Dal giorno dopo, 8 marzo 1979, l'uso della hijab fu imposto per legge.
Il 25 gennaio in oltre 50 città italiane associazioni, movimenti e cittadini hanno organizzato eventi aderendo all'appello Spegniamo la guerra, accendiamo la Pace. PeaceLink pubblica le foto di alcune piazze. E alla vigilia è stata diffusa un'importante lettera dalla società civile irachena
27 gennaio 2020
Sabato 25 gennaio 2020 giornata di mobilitazione internazionale per la pace
“La guerra è un male assoluto e va ‘ripudiata’, come recita la nostra Costituzione all’Art. 11: essa non deve più essere considerata una scelta possibile da parte della politica e della diplomazia”.
15 gennaio 2020
La stessa Germania, come documenta Der Spiegel, è irritata dalle sanzioni Usa
Agli USA interessa davvero sostenere l’asse Arabia Saudita, Emirati, Egitto e Israele piuttosto che Qatar e Turchia? O piuttosto compromettere quello fra Siria, Iran e Russia?
Non rinuncerò al potere. Ma lo eserciterò senza la pretesa di dominare i popoli, la terra, le genti. Ecco: ci viene chiesto di rovesciare il sistema.
E di ripartire dal servizio.
Chi arma chi? Cosa si cela dietro il conflitto sudanese? Relazioni pericolose, rapporti di forza, rigorosamente a suon di armi e accordi con altre numerose potenze internazionali.
Il governo Usa sta gettando benzina sul fuoco attraverso la continua fornitura delle armi usate dalle forze armate israeliane per violare i diritti umani
2 agosto 2014 - Rossana De Simone
Due "vecchi antagonisti" stanno tentando di trovare il modo per assorbire le trasformazioni, che cambierebbero l'ordine regionale, per mantenere le reciproche posizioni di potere.
Il governo dello Stato di Israele, con dichiarazioni, dapprima fatte filtrare all’esterno e poi con dichiarazioni pubbliche di alcuni suoi principali rappresentanti, caldeggia l’uso della propria forza militare per impedire che lo Stato iraniano possa eventualmente dotarsi di armi nucleari trasformando la propria energia nucleare “civile” in “militare”. Ecco come puoi firmare l'appello
9 luglio 2013 - Laura Tussi
Le sanzioni Economiche e sofferenza del popolo iraniano
Sull’intera società iraniana si fanno sentire gli effetti delle sanzioni economiche, da tempo motivate come pressione per indebolire un governo inviso alla comunità internazionale. Esse si configurano sempre come una tremenda pressione prima di tutto sulla popolazione civile.
Alla fine dell’Ottocento Francesco De Sanctis espresse una condanna di Guicciardini che, con il suo scetticismo e il suo disincanto pessimistico, era rinunciatario nei confronti della corruzione e della decadenza politica italiana. Era capace di comprenderne la portata nefasta ma ne poneva rimedio.
Presentate come strumenti di difesa della popolazione, sono diventate invece con il tempo il mezzo per combattere e sconfiggere i russi. E così le armi hanno accresciuto le perdite in termini di vite umane invece di ridurle, svolgendo un ruolo opposto a quanto dichiarato in origine.
Battaglioni di "partigiani russi" che combattono per Kiev hanno varcato la frontiera e dichiarano di aver occupato tre villaggi russi vicini al confine ucraino. Ma chi sono e che idee politiche hanno?
La guerra, gli scacchi, due sconosciuti che si affrontano in una partita a distanza
La storia si preannuncia toccante e potrà servire a stimolare dibattiti e passi in avanti nella risoluzione dei vari conflitti, piccoli e grandi, "if you want it"
L'obiettivo di questo articolo è quello di individuare gli errori di Zelensky e della Nato e che hanno portato a rafforzare Putin invece che indebolirlo. Vi è poi il capitolo delle sanzioni che dovevano bloccare l'economia russa e fiaccarne la macchina bellica, cosa che non è avvenuta.
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