Assistiamo purtroppo da tempo alla dura repressione dei diritti fondamentali nel Paese islamico, soprattutto nei confronti delle donne.
Ma in Iran con coraggio è in corso una rivoluzione nonviolenta straordinaria, espressa dallo slogan “Woman-Life-Freedom”, “Donna, vita, libertà”
9 novembre 2024 - UDIK - Unione Donne Italiane e Kurde
Oggi 26 ottobre si svolgono manifestazioni pacifiste in tutt'Italia. La pace è sotto attacco. Stanotte vi è stato un attacco israeliano sull'Iran. Questa pagina web è il punto di raccolta e condivisione delle informazioni disponibili per oggi. Vuoi collaborare anche tu? Ti spieghiamo come.
Israele aveva interpretato la recente cautela dell'Iran come segno di debolezza. L'analista geopolitico Farhad Rezaei aveva pubblicato ieri sul Jerusalem Post un articolo intitolato "L'inazione calcolata dell'Iran: perché Teheran sta da parte mentre Hezbollah vacilla".
1 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink
E' stato violato il diritto internazionale e occorre una condanna unanime
Di fronte al rischio di un'escalation suicida, i vari gruppi pacifisti nel mondo, a partire da quelli israeliani, hanno il compito di unire le voci e richiamare i governi a isolare Netanyahu. Ancora insufficiente è l'attenzione del movimento ecologista sui rischi nucleari della guerra
19 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
Israele ha annunciato un nuovo attacco contro l'Iran
Come pacifisti chiediamo che l'intera comunità internazionale, in sede ONU, prenda le distanze dal ciclo infinito di ritorsioni, superando le divisioni e mettendo da parte i calcoli geopolitici in nome di un solo obiettivo: allontanare il più possibile lo spettro di una terza guerra mondiale
Israele aveva bombardato l'ambasciata iraniana a Damasco in Siria, uccidendo il generale Mohammad Reza Zahedi. Non si è fatta attendere la ritorsione dell'Iran che ha lanciato un'ondata di missili e droni su Israele.
14 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
Oggi i pacifisti hanno marciato fino alla base Nato di Amendola, contro tutte le guerre
Facciamo appello a tutte le parti coinvolte a considerare la vita umana sopra ogni altra cosa e a cercare una risoluzione pacifica. Vi è il rischio di un conflitto più ampio che potrebbe coinvolgere altre nazioni e destabilizzare ulteriormente una regione già fragile.
Quasi in contemporanea, due riconoscimenti prestigiosi ma specchio di situazioni di repressione e di morte. Il Premio Sacharov a Jina Amini, Il Nobel per la Pace a Narges Mohammadi. Due donne accomunate in un destino comune di repressione e cancellazione dei diritti umani.
12 dicembre 2023 - Roberto Del Bianco
Intanto le autorità politiche dell'Iran approfittato del conflitto palestinese
Le vicende tragiche di questi giorni rendono evidente che l’uso della forza, anche da parte di uno Stato fortemente militarizzato come Israele e dei suoi alleati, non potrà mai risolvere le tensioni e i problemi emersi
18 novembre 2023 - Mohsen Hamzehian
Il documentario sulla prigionia girato da Narges Mohammadi
Quest’anno l’attivista Narges Mohammadi è stata insignita del premio Nobel per la Pace. Il suo documentario «White Torture» è dedicato ai prigionieri politici iraniani
Oggi ricordiamo Jina Amini, la madre di questa rivoluzione, ma ricordiamo anche tutte le altre donne e uomini che sono stati annientati o carcerati prima e dopo la morte di Jina Amini, tutte le donne che ancora oggi rischiano la loro vita per ottenere la libertà e la giustizia.
In carcere un suo studente è stato torturato, a molti è stato vietato di accedere agli edifici universitari. Reza Sharifi è un professore iraniano. A causa del suo supporto ai contestatori, rischia il licenziamento
Può essere curioso come la questione del velo per le donne sia stata centrale. Nel 1936 Reza Shah, il padre di Reza Pahlavi, impose il divieto per le donne di girare con il velo: vi fu una forte opposizione e diverse donne si rifiutarono di uscire di casa per timore di mostrarsi senza velo.
"In quattro decenni - dice Anoush Ganjipour - questo Stato è diventato militare, corrotto, immorale. Non ha più nulla di islamico. È un Leviatano moderno. Uno dei più immorali che si possa immaginare".
L’ultimo giorno di libertà in Iran, per le donne e non solo, è in alcuni scatti straordinari di Hengameh Golestan a Teheran. Dal giorno dopo, 8 marzo 1979, l'uso della hijab fu imposto per legge.
Il 25 gennaio in oltre 50 città italiane associazioni, movimenti e cittadini hanno organizzato eventi aderendo all'appello Spegniamo la guerra, accendiamo la Pace. PeaceLink pubblica le foto di alcune piazze. E alla vigilia è stata diffusa un'importante lettera dalla società civile irachena
27 gennaio 2020
Sabato 25 gennaio 2020 giornata di mobilitazione internazionale per la pace
“La guerra è un male assoluto e va ‘ripudiata’, come recita la nostra Costituzione all’Art. 11: essa non deve più essere considerata una scelta possibile da parte della politica e della diplomazia”.
15 gennaio 2020
La stessa Germania, come documenta Der Spiegel, è irritata dalle sanzioni Usa
Agli USA interessa davvero sostenere l’asse Arabia Saudita, Emirati, Egitto e Israele piuttosto che Qatar e Turchia? O piuttosto compromettere quello fra Siria, Iran e Russia?
La settimana scorsa Copernicus, il programma satellitare europeo di osservazione della Terra, ha pubblicato l'immagine del giorno con la temperatura media della superficie del Mar Mediterraneo.
Con questa ordinanza verrebbe vietata anche una iniziativa di volantinaggio e sensibilizzazione dei turisti sui temi della pace e del rispetto dei diritti umani. Si promuove un'idea di turismo ridotto a svago passivo, privo di confronti con la realtà sociale e che limita persino la democrazia.
I metalmeccanici FIM-FIOM-UILM intervengono sulla Palestina: "Restare in silenzio è impossibile". I sindacalisti denunciano: "Questo è un massacro. È occupazione. È apartheid".
Sono strumenti partecipativi e decentrati che consentono di fare informazione dal basso. E' stato inoltre da oggi attivato www.noriarmo.it che rappresenterà sul web un riferimento sempre aggiornato per i gruppi impegnati nel movimento contro il riarmo.
Il 23 giugno settantasette associazioni della provincia di Taranto e della Basilicata hanno inviato un appello accorato al neo presidente della provincia jonica, al neo sindaco del capoluogo e al sindaco di Statte per chiedere di essere coraggiosi in questo momento delicato della vicenda ILVA
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