La sfida all'Iran
"Da Trump quasi una dichiarazione di guerra all'Iran", titola l'ultimo editoriale di Analisi Difesa, in cui si legge:
"La decisione di Donald Trump di uscire dall’accordo sul programma nucleare iraniano potrebbe determinare una grave escalation nella già precaria stabilità del Medio Oriente con riflessi molto preoccupanti per l’area del Mediterraneo e l’Europa".
Appare chiaro che è nelle mani degli Usa la possibilità di disinnescare i conflitti (ieri Obama con l'Iran, oggi Trump con la Corea del Nord) come pure quella di innescarli (oggi Trump con l'Iran).
In questo clima rovente si sta incuneando l'Arabia Saudita che spera di cercare nel possesso della bomba atomica una stampella per durare in eterno nonostante sia una delle nazioni più reazionarie e medioevali del mondo.
Scrive Analisi Difesa:
"I sauditi il “loro” programma nucleare lo hanno completato già da molti anni finanziando “l’atomica islamica” del Pakistan che aveva la necessità di bilanciare le armi nucleari indiane.
Secondo diffuse indiscrezioni Riad, in cambio dei petrodollari, ha preteso la piena disponibilità di alcune testate pakistane da impiegare in caso di guerra totale contro l’Iran".
Scrive Panorama:
"Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrein hanno salutato con favore il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare (JCPOA) siglato da Barack Obama nell’aprile del 2015, cioè appena tre anni fa, e già dissolto con l’insediamento della nuova Amministrazione Trump".
In particolare, il quotidiano del governo saudita Al-Riyadh, in un editoriale del 9 maggio 2018, intitolato "Washington Has Had Its Say", ha benedetto l’intera operazione come un "evento storico internazionale".
Come si può vedere si sta avviendo in Medi Oriente una partita completamente nuova che gioca con la terribile tecnologie delle armi nucleari.
Trump "Pannocchia" veniva salutato come una novità al momento della sua elezione ma oggi ci si accorge che è un pericoloso apprendista stregone. Infatti con la sua benedizione sta per iniziare un conflitto imprevedibile fra Iran e Israele, forse per ottenere come risultato collaterale il ritiro del sostegno iraniano alla Siria e crollo del regime di Assad.
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