Israele attacca l'Iran, il movimento pacifista sia la voce dell'intera umanità
L'attacco condotto dalle forze militari israeliane contro l'Iran stanotte non solo è un atto di grave violazione del diritto internazionale ma anche un pericoloso passo ulteriore verso una spirale di conflitto che potrebbe trascinare l'intera regione del Medio Oriente in una guerra devastante. Come movimento pacifista, ci troviamo di fronte a una situazione estremamente preoccupante, dove l'escalation tra Israele e Iran minaccia di scatenare un conflitto su larga scala con conseguenze catastrofiche per la popolazione civile e per la stabilità della regione nel suo complesso.
Mentre la NATO esita a prendere posizione e gli Stati Uniti si dissociano timidamente dall'azione militare israeliana, è fondamentale che il movimento pacifista si erga come punto di riferimento per promuovere la pace e la risoluzione dei conflitti attraverso mezzi diplomatici e non violenti. Confidiamo nelle voci di pace che pure esistono in Israele: è nostro compito sostenerle. La comunità internazionale deve agire con determinazione per richiamare Israele al rispetto del diritto internazionale e per evitare un'escalation ancora maggiore delle ostilità.
Il fatto che il governo di Israele abbia attaccato e distrutto l'ambasciata iraniana in Siria il 1° aprile, un sanguinoso attacco seguito dalla risposta dell'Iran con un lancio di droni e missili (senza tuttavia uccidere civili israeliani) il 14 aprile, già aveva creato una tensione insostenibile. Ora, con questo nuovo attacco, il rischio di una guerra totale diventa sempre più concreto.
È imperativo che l'Unione Europea prenda una posizione chiara e decisa di condanna nei confronti di tali azioni militari e si impegni attivamente per promuovere il dialogo e la negoziazione come unica via per risolvere le controversie nella regione. L'Unione Europea non può richiamarsi il diritto internazionale a giorni alterni a seconda della situazione.
Di fronte al rischio di un'escalation suicida e di fronte all'inaffidabilità della politica Estera dell'Unione Europea, particolarmente divisa sull'atteggiamento da prendere verso Tel Aviv, i vari gruppi pacifisti in Europa e nel mondo, a partire da quelli israeliani, hanno il compito di unire le voci e richiamare i governi a isolare il governo Netanyahu.
Occorre una convergenza fra ecologisti e pacifisti. Siamo davanti a un'unico rischio di catastrofe, ecologica e militare.
In questo momento critico, dobbiamo esortare tutte le parti coinvolte a porre fine alle ostilità, a impegnarsi nel dialogo e nel rispetto reciproco, e a lavorare insieme per trovare soluzioni pacifiche ai conflitti che affliggono il Medio Oriente. La guerra non è mai la risposta; solo attraverso la cooperazione internazionale e il rispetto del diritto internazionale possiamo sperare di costruire un futuro di pace e prosperità per tutti i popoli della regione.
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