Albert, bollettino pacifista settimanale dal 2 giugno all'8 giugno 2025

Memorandum di intesa militare con Israele: la mobilitazione non si ferma

Oggi 8 giugno 2025 scade il Memorandum. Dopo di che vi sarebbe il rinnovo tacito. Secondo il governo tale rinnovo avverrebbe invece il 13 aprile 2026. Cerchiamo di capire perché e cosa possiamo fare per revocare il Memorandum che ci rende complici con il governo israeliano e le sue forze armate.
8 giugno 2025
Redazione PeaceLink

Albert Albert

Bollettino pacifista settimanale

La voce della ragione in tempo di guerra


Oggi, 8 giugno 2025, scade ufficialmente il Memorandum d’intesa firmato vent’anni fa tra Italia e Israele. Un accordo militare che prevede cooperazione nella difesa, negli armamenti, nella ricerca tecnologica e nell’addestramento delle forze armate. Un patto silenzioso ma pesante, che lega il nostro Paese a politiche e pratiche sempre più condannate sul piano internazionale.

Secondo i documenti ufficiali, il Memorandum fu firmato l’8 giugno 2005, ma la ratifica venne notificata solo il 12 aprile 2006. Da qui nasce la confusione tra le due date. Per il governo italiano, la decorrenza effettiva e quindi il rinnovo tacito cadrebbero il 13 aprile 2026. Ma il rischio di una proroga automatica resta concreto se non aumentiamo la mobilitazione. Manifestazione a Roma, 7 giugno 2025

Resta quindi la domanda: vogliamo davvero continuare ad essere complici?

La guerra in corso a Gaza ha aggravato le responsabilità morali, giuridiche e politiche dell’accordo. Le immagini delle distruzioni, le accuse di crimini di guerra, la sofferenza dei civili palestinesi rendono intollerabile ogni legame di collaborazione militare. Restare fermi sarebbe una resa morale.

E allora che fare?

Abbiamo ancora alcuni mesi di tempo per agire. Possiamo:

  • informare e costruire consapevolezza: pochi conoscono l’esistenza di questo Memorandum. Manifestazione a Roma del 7 luglio 2025

  • chiedere ai parlamentari di ogni schieramento di opporsi al rinnovo.

  • mobilitare la società civile: associazioni, scuole, università, chiese, movimenti per la pace.

  • lanciare una campagna nazionale per la revoca ufficiale del Memorandum, anche con una petizione pubblica e azioni coordinate a livello europeo.

Serve una pressione costante e intelligente. Serve anche riscoprire la forza del diritto internazionale e dell’etica civile: non possiamo cooperare con eserciti che bombardano popolazioni civili, qualunque sia il contesto.

Il Memorandum non scade oggi. Il futuro è ancora nelle nostre mani. La mobilitazione continua.


"Vogliamo conoscere l’Accordo di sicurezza fra Italia e Israele" Manifestante

Comunicato stampa dei giuristi sottoscrittori della diffida per la immediata denuncia del Memorandum d’intesa stipulato dal Governo italiano con il Governo dello Stato d’Israele.
(CARDUCCI Michele, DINI Veronica, GALLO Domenico, GIANNANGELI Ugo, GIANELLI Fausto, MARCELLI Fabio, MATTEI Ugo, PACCIONE Luigi, SALTALAMACCHIA Luca, VITALE Gianluca
07 Giugno 2025
Il ministro Ciriani afferma di voler attendere il 13 aprile 2026 per il rinnovo tacito del Memorandum d’intesa, facendo riferimento alla data di notifica della ratifica del Memorandum da parte di Israele (13 aprile 2016).
Riteniamo gravemente illegittimo questo approccio “burocratico” ad un tema giuridico che attiene al rispetto del diritto internazionale e della nostra Carta Costituzionale con particolare riguardo ai princìpi non negoziabili afferenti:
i. alla Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, entrata in vigore nello Stato italiano il 02.08.1952;
ii. all’autodeterminazione dei popoli (Résolution 2625 (XXV) de l’Assemblée générale ONU); Manifestazione a Roma, 7 giugno 2025
iii. al divieto di annessione di territori con l’uso della forza (ius cogens);
iv. all’obbligo per il nostro Governo di conformarsi alle norme del diritto internazionale
generalmente riconosciute (art. 10 Cost.);
v. all’obbligo per il nostro Governo di non collaborare con Stati che pratichino la guerra come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11);
vi. all’obbligo per il nostro Governo di vietare l’esportazione di armamenti verso Paesi in stato di conflitto armato la cui politica contrasti con i princìpi dell’art. 11 della Costituzione (art. 1 c. 6 della legge italiana n. 185/1990).
Precisiamo che la nostra diffida, alla luce dei princìpi sopra esposti, è volta ad attivare senza ritardo il procedimento di denuncia del ripetuto Memorandum indipendentemente dalla burocratica scadenza quinquennale richiamata dal Ministro Ciriani.
La denuncia può essere fatta in ogni tempo col solo limite di avere efficacia sei mesi dopo l’avvenuta comunicazione. La denuncia può essere fatta anche sulla base del mutamento fondamentale di circostanze ai sensi dell’art.62 della Convenzione di Vienna sul diritto dei Trattati.
Noi riteniamo che la denuncia debba intervenire subito ed avere effetto immediato per evitare che prosegua la condotta concorsuale del nostro Governo nei crimini contro l’umanità in corso in terra di Palestina ed in particolare nel genocidio in corso a Gaza.
Abbiamo da ultimo notificato al Governo italiano in data 6 giugno 2025 istanza volta ad acquisire copia dell’Accordo di sicurezza stipulato con il Governo dello Stato d’Israele il 5 ottobre 1987. Trattasi di Accordo espressamente richiamato quale suo presupposto vincolante dall’art. 5 del Memorandum. L’istanza di accesso muove dalla constatazione che il detto Accordo non è mai stato reso pubblico nel suo contenuto, risultando come tale non conoscibile malgrado comporti oneri finanziari a carico dei cittadini-contribuenti (art. 80 Cost.).
Attendiamo riscontro dal Governo per le opportune successive azioni in ossequio al principio di militanza del sapere giuridico a presidio della nostra Carta Costituzionale.

Emergency: 200 mila firme per interrompere il Memorandum militare Italia-Israele

Sono oltre 200mila le firme raccolte dall’appello di Emergency Ora! rivolto al governo italiano per chiedere lo stop al memorandum d’intesa per la collaborazione militare tra Italia e Israele.

Continua su https://lists.peacelink.it/pace/2025/06/msg00001.html


Difendere la missione della Freedom Flottilla

Freedom Flotilla Nel quadro degli ingenti aumenti delle spese militari in corso, giustificati con l'esigenza di incrementare la sicurezza dei cittadini europei pensiamo sia importante richiamare l'attenzione sulla necessità urgente di assicurare la libera navigazione nelle acque del Mediterraneo intanto con i mezzi aerei e navali disponibili.
La Freedom Flotilla in acque internazionali e in procinto di entrare nelle acque prospicienti territori di pertinenza dell autorità palestinese ha subito severe minacce di atti di pirateria da parte delle forze armate del governo occupante la Palestina.
Un eventuale attacco deve essere prevenuto con tutti i mezzi a disposizione delle forze europee nell'area che devono offrire alla Freedom Flotilla tutta la copertura necessaria al completamento della missione.
Nel caso i governi europei ed in particolare quello italiano mostrassero negligenza o colpevole ritardo nell’assicurare la copertura aerea e navale dovuta, sarà evidente la strumentalità e falsità di ogni affermazione concernente la funzione delle forze armate a difesa dei valori e della sicurezza della democrazia rafforzando l'opinione che gli investimenti nelle forze armate sono solo funzionali alla affermazione di obiettivi di sopraffazione da parte di interessi che niente hanno a che vedere con la sicurezza e la pace.
Carlo Volpi 
Coordinamento No Riarmo

21 giugno a Roma: serve un corteo unitario!

Manifestazione, Roma 7 giugno 2025

La spirale della Terza guerra mondiale può e deve essere fermata solo attraverso una decisa e continua lotta contro la partecipazione del nostro paese ai conflitti in corso, contro il sostegno allo Stato sionista d’Israele deciso più che mai a continuare lo sterminio del popolo palestinese, contro le politiche di riarmo dell’UE e della NATO.

Negli scorsi mesi c’è stata un’ampia e sana reazione popolare e di forze politiche, sociali, sindacali alle politiche guerrafondaie che il governo Meloni promuove al soldo degli USA e dei vertici UE. Una reazione che ha vissuto nelle centinaia di iniziative di base diffuse nel paese in ogni città e provincia, nelle mobilitazioni di piazza e presidi, nella giornata del 5 aprile a Roma promossa dal M5S che ha visto una partecipazione popolare ampia e variegata, il 12 aprile a Milano in solidarietà con il popolo palestinese che ha visto 50.000 persone in piazza, il 25 aprile in cui molte città si è animata e sviluppata la contestazione ai tentativi di delegittimare il 25 aprile legittimando lo sterminio a Gaza e l’invio di armi in Ucraina.

Il prossimo 21 giugno a Roma sono state convocate due mobilitazioni nazionali: una, convocata da Potere al Popolo e altri organismi che hanno lanciato questa data a seguito dell’assemblea del 13 aprile scorso a Roma; l’altra, convocata dai promotori della campagna “Stop rearm Europe” che risponde ad un appello di numerosi organismi europei ed è stata lanciata in una riunione internazionale, partecipata da oltre 90 organismi, lo scorso 5 maggio.

I firmatari di questo appello ritengono che due piazze per il prossimo 21 giugno a Roma sono inevitabilmente disgreganti e dispersive per l’ampio e diffuso fermento popolare che cerca un riferimento e momenti di lotta unitari per scendere in piazza contro la guerra: per questo una frammentazione sarebbe inaccettabile. Per questo motivo l’appello esplicito ai promotori delle due mobilitazioni è quello di dialogare e convergere per confluire in una piazza unica che raccolga e valorizzi il malcontento e la volontà di protesta e riscossa di larga parte della popolazione del nostro paese.

Una piazza unica, plurale, in cui ogni organismo possa portare i propri contenuti, bandiere, simboli e slogan al fine di rilanciare ulteriormente la lotta per fermare la Terza guerra mondiale in tutte le forme in cui si manifesta!

Per una mobilitazione popolare, unitaria e di riscossa!

Chiediamo ad ogni organismo e singolo che intende sottoscrivere tale appello di farlo circolare e comunicare la propria adesione scrivendo a coordinamentonazionalenonato@proton.me

Firmatari:

  • Coordinamento Nazionale No Nato
  • Brigate Verdi
  • Generazioni Future
  • Resistenza Radicale – azione nonviolenta
  • Tavolo Uniti contro la guerra – Napoli
  • Patrizia Morciano – Lecce
  • AsSUR – Associazione Scuola Università e Ricerca
  • Roberto Villani – Direzione nazionale PRC, Comitato Politico Nazionale PRC
  • Coordinamento della Marcia della Pace Tivoli Guidonia
  • Coordinamento per la Pace Milano
  • Peacelink
  • Rete No War
  • Collettivo Millepiani Arezzo
  • ANVUI
  • Elena Coccia, Avvocatessa, Napoli
  • La Fucina per la Nonviolenza – Firenze
  • Francesca Anna Perri, medico emergentista (Sanitari per Gaza Nazionale)
  • Aldo Infantino , Angelo Giacomazzi, Antonella Pedrini, Giuseppe Lobascio, Maria Guido (Sanitari per Gaza Veneto)
  • Matteo Rosellini, RSA USB Worsp di Pisa
  • Marco Lenzoni RSU/RLS coordinamento regionale USB-Sanità Toscana
  • Roberta Leoni, insegnante
  • Fulvio Grimaldi, giornalista
  • Sandra Paganini
  • Sinistra Libertaria
  • Movimento Login
  • Rete Mobilitazione Globale Pace
  • Giuseppe Felici
  • Rosario Marra
  • Alessandro Capuzzo – Tavola per la Pace FVG
  • Carlo Volpi, Firenze
  • Coordinamento fiorentino contro il riarmo
  • Circolo Rifondazione Comunista Viterbo
  • Circolo Vegetariano VV.TT.
  • Carlo Iozzi, RSU Valmet Tissue Converting – Lucca, AG Fiom Toscana
  • Edoardo Todaro, Firenze
  • Circolo PRC Valdarno Aretino
  • Sergio Genini, Le Veglie Contro Le Morti in Mare – Milano
  • Umberto Spallotta, Anzio
  • Daniela Restelli
  • Laura Setti, pensionata
  • Mario Franzil, PRC
  • Adriana De Mitri, Peacelink nodo di Lecce
  • Partito dei CARC
  • Tonia Guerra
  • Circolo territoriale PRC della Piana Fiorentina “Teresa Mattei”
  • Assopace Palestina
  • PRC Federazione di Bologna
  • Associazione “Schierarsi” Bologna
  • Associazione culturale Russia-Emilia Romagna
  • Rete Warfree – Lìberu dae sa gherra

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