Contro la guerra e il riarmo: domani due grandi cortei a Roma

Così, da San Paolo, si marcerà “contro il riarmo” – quello voluto dalla Commissione Europea, punto e basta. Anche chi parte da piazza Vittorio dirà NO alla spesa di 800 miliardi per gli strumenti di morte voluta dalla baronessa Von der Leyen, ma con l’aggiunta di altri due altolà: NO alla richiesta della NATO di spendere il 5% del PIL in armamenti e NO alla stessa permanenza dell'Italia nella NATO – punto che i promotori del primo corteo, invece, considerano divisivo.
Da San Paolo si marcerà “contro il genocidio”, senza ulteriori specificazioni, mentre, da piazza Vittorio, i manifestanti chiederanno – oltre alla condanna del genocidio perpetrato da Israele a Gaza e in Cisgiordania – di rompere le relazioni diplomatiche e militari tra l'Italia e Israele, di sostenere la Resistenza palestinese e di promuovere la campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) per penalizzare Israele economicamente.
Da San Paolo si marcerà contro l'autoritarismo con un ovvio riferimento al cosiddetto "decreto sicurezza" recentemente trasformato in legge. Idem da piazza Vittorio, ma con l'aggiunta di una richiesta di abrogare non solo quella legge ma anche tutte le altre norme anti-protesta e antisindacali volute dall’attuale governo e da quelli precedenti, norme definite “guerra sporca contro i movimenti sociali”.
In pratica, i promotori del corteo da San Paolo hanno ricercato soprattutto una piattaforma inclusiva e quindi meno particolareggiata. Chi sono costoro? Dietro la sigla Stop Rearm Italia, ci sono più di quattrocento associazioni e organizzazioni della società civile, come ARCI, Rete dei Numeri Pari e Rete No Bavaglio, con l’adesione esterna del M5S, di AVS e di una parte del PD. Invece tra i promotori del corteo che parte da piazza Vittorio, riuniti dietro la sigla Disarmiamoli!, ci sono diverse formazioni della “sinistra sinistra”, come Potere al Popolo, Unione Sindacale di Base, Patria Socialista, Rete dei Comunisti,Generazioni Future e ben tre associazioni di Palestinesi in Italia. Hanno preferito una piattaforma più specifica e politicamente più impegnativa.
"Infatti, essere generici fa perdere di vista le rivendicazioni che invece dobbiamo proclamare ad alta voce," dice Giorgio Cremaschi di Disarmiamoli!; "niente riarmo ma anche niente NATO; niente genocidio ma anche niente rapporti con Israele; basta con l’autoritarismo della Legge sulla “Sicurezza” ma basta anche con le altre norme bavaglio!”
“Invece solo se ci muoviamo in modo convergente in Italia e in Europa possiamo farcela”, ribatte Raffaela Bolini di Stop Rearm Italia;.”solo insieme possiamo avere la forza che serve.” E per far capire quanto il riarmo sia inevitabilmente il preludio alla guerra, Bolini lancia la proposta di inscenare un “die in” (la simulazione di una ecatombe) intorno al Colosseo: chiede ai manifestanti di portare un lenzuolo da stendere per terra e, ad un segnale sonoro, di sdraiarvisi sopra, per rievocare i morti e la devastazione che le guerre causano tra tutti i contendenti.
Si prevede una adesione massiccia ai due cortei che approderanno entrambi nella zona Colosseo – Fori Imperiali. Infatti, Stop Rearm Italia e Disarmiamoli! hanno già annunciato decine di pullman in arrivo da tutta l’Italia – anzi, entrambe le formazioni hanno difficoltà a reperire abbastanza pullman, tante sono le richieste.
“In fondo, l’esistenza di un doppio corteo può anche essere vista in positivo, come una bella incentivazione a partecipare, perché dà una possibilità di scelta alla gente,” dice Gianni Magini di Allerta Media che seguirà in diretta l’evento. “Chi preferisce le rivendicazioni concrete di Disarmiamoli! può optare per piazza Vittorio alle ore 14. Chi invece preferisce la piattaforma ‘inclusiva’ di Stop Rearm Italia, può scegliere di partire da porta San Paolo a quella stessa ora. Intanto, tutti quanti confluiranno, all’arrivo, nel medesimo cuore della Roma antica, una ravvicinamento che ci auguriamo prosegua nelle future iniziative dei due gruppi promotori.”
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