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"Le ragioni del nostro no alla Nato"

Dall'11 al 14 novembre prossimi al Lido di Venezia si terrà l'Assemblea Parlamentare della Nato. Questo il documento redatto dal Venezia Social Forum su tale evento.
3 luglio 2004
Venezia Social Forum

Siamo cittadini di questo Mondo.
Siamo persone che hanno deciso di rompere con l'ipocrisia della guerra che si fa chiamare pace, di un realismo politico che dietro la maschera della democrazia e della libertà persegue solo gli interessi di pochi trincerati in un sistema economico che affama due terzi del Pianeta, in uno scenario mondiale sempre più regolato da violenze inarrestabili.
Siamo individui che sentono che l'unica strada è mettersi in gioco personalmente, assumendoci le nostre responsabilità di cittadini, opponendo alla violenza di questo sistema economico-militare le armi della democrazia dal basso, della partecipazione, della lotta nonviolenta.
Alla violenza degli eserciti e delle politiche neoliberiste opponiamo i nostri cuori, le nostre menti, le nostre mani nude e l'utopia dei nostri sogni che ci rendono fratelli degli Ultimi di ogni parte del Pianeta.
Siamo piccoli e siamo tanti: siamo i rami di un grande albero che affonda le sue radici nelle lotte di ogni epoca per la dignità ed i diritti di chi ci ha preceduto sulla strada dell'antimilitarismo e della fratellanza universale.
Noi. In prima persona. Senza più deleghe, per costruire con il nostro impegno quotidiano e radicale un mondo diverso, più giusto e possibile.
Diciamo no a tutte le guerre, siano esse umanitarie, preventive o altro.
Diciamo no alla cultura che le coltiva, le produce e le usa per garantire il dominio di pochi su interi popoli..
Noi siamo per un'altra globalizzazione. Ci opponiamo a che una qualunque nazione o gruppo di potere continui ad estendere nel mondo una rete di basi militari che si allarga sempre più e continua a produrre un arsenale militare senza paragoni.
Siamo per l'equità. Vogliamo che ad ogni cittadino di questo pianeta sia garantito il diritto di vivere un'esistenza degna, nel rispetto della propria cultura e soggettività.
Siamo per la libertà. Ci opponiamo a regimi brutali in Iraq o in qualunque luogo, ma ci opponiamo anche alla nuova dottrina della guerra preventiva, che garantisce la continuazione di un conflitto violento e che è la ragione per la quale l'attuale governo degli Stati Uniti è considerato la peggiore minaccia alla pace nel mondo. Siamo per una politica estera democratica che appoggi l'opposizione popolare all'imperialismo, alle dittature e ai fondamentalismi politici e/o religiosi in tutte le sue forme.
Siamo per la solidarietà. Siamo a favore della solidarietà con tutti i popoli esclusi.
Siamo per il riconoscimento e l'affermazione delle diversità. Siamo contro ogni forma di razzismo e di esclusione. Siamo per la fine della repressione nel nostro paese come negli altri.
Siamo per la pace, intesa come capacità di produrre mutamento sociale creativo e costruttivo, controllando e risolvendo i conflitti senza ricorrere all?uso della violenza.
Siamo per la sostenibilità. Siamo contro tutte le armi che distruggono e devastano il pianeta. Siamo contro la distruzione e la privatizzazione dell?aria, dell'acqua, della terra, delle risorse ambientali e della biodiversità, da cui dipende la vita.
Siamo per la giustizia. Siamo contro le istituzioni economiche, politiche e culturali che promuovono una mentalità da corsa dei topi; siamo contro le enormi diseguaglianze economiche e di potere, il dominio delle multinazionali, l'ottenere profitti dalle fabbriche del sudore e del lavoro schiavizzato, le gerarchie sessuali e di genere.
Siamo per politiche che orientino il denaro attualmente impiegato per le spese di guerra e militari verso la salute, l'educazione e la costruzione di case e la creazione di lavoro e l'inclusione sociale.
Siamo per un mondo le cui istituzioni politiche, economiche e sociali aumentino la solidarietà, promuovano l'uguaglianza, incrementino la partecipazione, riconoscano le diversità e favoriscano una democrazia compiuta.
Siamo per la pace e la giustizia. E, di più, da tempo ci impegniamo ogni giorno a lavorare per la pace e per la giustizia, con tutti gli strumenti politici che abbiamo come società civile e come singoli cittadini, e con un cambiamento profondo dei nostri stili di vita, che vogliono essere uno strumento concreto di giustizia e di solidarietà con i popoli del Sud del mondo.
PERTANTO NOI NON RICONOSCIAMO ALLA NATO IL DIRITTO DI DIFENDERCI, NON VOGLIAMO LA SUA DIFESA. LA SUA "SICUREZZA" CI RENDE INSICURI E CI TERRORIZZA.
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Sicurezza/guerre preventive
"Il vero antidoto alla paura non è la sicurezza, è la fiducia." (E. Euli)
Su due termini difesa e sicurezza, e soprattutto sul sentimento della paura della morte che li sottende, l'attuale potere gioca e fa leva per ottenere il sì incondizionato alla guerra, alla limitazione delle libertà individuali di noi tutti e al riarmo globali cui stiamo assistendo.
Il messaggio neanche tanto subliminale usato per ottenere il consenso generale è il seguente:
"Dobbiamo difenderci dai terroristi, ovunque si trovino e chiunque essi siano, compresi tutti quelli che esprimono un qualche dissenso; chi non è con noi è contro di noi, quindi un potenziale terrorista." E poiché prevenire è meglio che curare, non dobbiamo più aspettare di essere aggrediti per difenderci, ma aggrediamo noi per primi, così siamo sicuri proprio del tutto che l'altro, il nemico, non potrà aggredirci più.
Questo argomento è veicolato da una potente metafora medica, nella quale i terroristi sono comparati a dei virus che ci minacciano di morte, rispetto ai quali dobbiamo alzare delle difese immunitarie. E' meglio vaccinarsi, e il vaccino contro questa potenziale e nefasta 'influenza' è l'asservimento e il controllo di tutti, la guerra è uno degli strumenti.
La guerra e il dominio come vaccino, dunque, e le armi sono i farmaci di cui tale vaccino è composto. A Mosca, per esempio, il 27 ottobre 2002 è stato usato un gas composto da una miscela di potenti anestetici (fra cui il curaro) usati normalmente in chirurgia. La guerra e l'ingiustizia sociale sono facce della stessa medaglia, quella della violenza.
Noi stiamo cercando di produrre l'auspicato cambiamento sociale praticando altre strade, radicalmente alternative, senza il ricorso a mezzi militari e violenti. Una di queste è sicuramente segnata dall'agire nonviolento, inteso come rifiuto della delega ad altri e l'assunzione responsabile in prima persona, nella vita quotidiana e nell'impegno sociale, della ricerca di una più equa distribuzione dei beni e del potere, praticando il dissenso, la protesta, la proposta, la non collaborazione, l'obiezione, la disobbedienza civile, ricercando una stretta coerenza tra i mezzi e i fini che perseguiamo. Crediamo infatti che:"Il seme sta allalbero come il mezzo sta al fine"( Gandhi). Siamo convinti che in questo nostro mondo in cui tutto sta andando, noi uomini compresi, così velocemente la dicotomia mezzi/fini non è più sostenibile: non possiamo più porre un fine e poi, machiavellisticamente, usare qualsiasi mezzo per raggiungerlo. Non sta più in piedi il discorso: "Se voglio la pace, allora preparo e faccio la guerra".Se vogliamo la pace non abbiamo altra scelta se non quella di preparare e costruire la pace. Infatti, in una guerra globale pervasiva ed invasiva, che fine fa la nostra sicurezza?
In realtà, nessuno di noi può sentirsi davvero sicuro in questo mondo. E come potrebbe, portando sulla propria testa ogni giorno un tot di tonnellate di ordigni nucleari pronti ad esplodere anche a caso o per errore? Come è possibile sentirsi al sicuro sapendo che con gli attuali arsenali militari possiamo distruggere la Terra almeno 100 volte?
Allora, proprio per essere tutti veramente sicuri dobbiamo dire che l'unica sicurezza possibile è il dire un sì incondizionato alla pace, alla pace preventiva. Dobbiamo prima di tutto disarmarci, disarmare le menti e gli arsenali; in secondo luogo disinnescare tutte le bombe ad orologeria che ci sono in giro per il mondo, costituite dalle ingiustizie prodotte dal cosiddetto capitalismo neo-liberista. Dobbiamo globalizzare la pace, ovvero democrazia, diritti e disarmo.

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Che cosa sarà la NATO?
Da simbolo della guerra fredda la NATO sta progressivamente cambiando il proprio ruolo per diventare uno strumento essenziale al nuovo ordine mondiale che gli Stati Uniti vogliono imporre. Un documento del Pentagono "Trasformazione delle forze armate Statunitensi" vede la NATO come la struttura necessaria per espandere e stabilizzare il potere USA nell'est europeo, al fine di ridurre ogni possibilità di crescita del potere dell'Unione Europea. Tale documento parla chiaramente del ruolo fondamentale della NATO per giungere ad una "dynamic defense" (che si contrappone alla "static defense" della guerra fredda) e che si concretizzerà con la capacità di attacco rapido, fulminante e preventivo in tutti i punti caldi del globo.
Questa ristrutturazione dei piani di difesa USA passa necessariamente attraverso l'ampliamento e il rafforzamento della presenza militare NATO nei paesi membri. I termini di questo cambiamento sono in questo momento oggetto di negoziati tra governi europei e amministrazione USA di cui la società civile è completamente all'oscuro.
Stanno ridisegnando il nuovo controllo del mondo sulle nostre terre e sulla nostra pelle. Non possiamo permetterlo.
Vi invitiamo a sottoscrivere il documento e a restare in contatto con noi per condividere le iniziative che abbiamo intenzione di intraprendere in vista del vertice di novembre (vedi note a pié di pagina).

Note: Per approfondimenti sul tema: www.veneziasocialforum.org <http://www.veneziasocialforum.org/>
Per informazioni e adesioni: info@veneziasocialforum.org , no_nato@lillinet.org

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