Albert, bollettino pacifista settimanale dal 9 al 15 giugno 2025

Verso il vertice Nato: le voci che dicono no al riarmo europeo

Dal 25 al 27 giugno si terrà all’Aja il vertice Nato. In risposta, il movimento pacifista europeo alza la voce: basta riarmo, stop al genocidio, no all'escalation bellica di Israele
14 giugno 2025
Redazione PeaceLink

Albert Albert

Bollettino pacifista settimanale

La voce della ragione in tempo di guerra


Il vertice Nato del 25 giugno

Il vertice Nato del 2025 si terrà all’Aja, nei Paesi Bassi, dal 25 al 27 giugno. Sarà un incontro cruciale per ridefinire le politiche militari dell’Alleanza Atlantica, con particolare attenzione all’aumento delle spese per gli armamenti in Europa. Sono attesi 8.500 partecipanti, tra capi di Stato, ministri della difesa e alti funzionari dei paesi membri.

Tra i temi centrali dell'agenda c'è la richiesta esplicita ai paesi europei di incrementare la propria spesa militare, portandola ben oltre il 2% del PIL. L’obiettivo: rafforzare la “prontezza operativa” e sostenere le filiere industriali della difesa in un contesto globale sempre più segnato da conflitti e tensioni geopolitiche.

Cosa è stato deciso a Washington nel 2024

Il vertice Nato dello scorso anno, svoltosi a Washington, aveva già tracciato una rotta inquietante. In quell’occasione venne annunciato il dispiegamento di nuovi euromissili in Germania, una mossa che ha risvegliato lo spettro di una nuova corsa agli armamenti sul suolo europeo.

Fu anche annunciato il programma ELSA (European Long-range Strike Armament), un missile europeo con capacità di attacco per colpire in profondità la Russia. Sarà integrato nei sistemi Nato entro il 2028. 

Il ritorno degli euromissili costituisce una inquietante ritorno alla strategia del confronto ravvicinato, scenario che era stata cancellato dallo storico accordo fra Gorbaciov e Reagan alla fine degli anni Ottanta.


La risposta del movimento pacifista: Stop Rearm Europe

Quest’anno, però, qualcosa si muove. Di fronte all’escalation del riarmo, il movimento pacifista europeo ha deciso di fare rete e di coordinarsi attraverso la campagna Stop Rearm Europe. Lanciata a inizio 2025, la campagna ha un calendario condiviso di iniziative pubblicato online, curato da PeaceLink, e punta a unire voci, saperi e azioni in tutta Europa.

La data simbolo di questa mobilitazione sarà il 21 giugno a Roma, pochi giorni prima dell’avvio del summit dell’Aja. Nella capitale italiana si terranno due cortei, con la partecipazione di numerosi gruppi, associazioni, studenti, sindacati e organizzazioni pacifiste. Il messaggio è chiaro: no alla corsa agli armamenti, sì alla pace e al disarmo.

Le voci europee che dicono no al riarmo

La mobilitazione del 21 giugno è parte della chiamata all'azione europea in vista del vertice della Nato a L'Aja che deciderà i dettagli dei piani europei di riarmo, del processo di militarizzazione e di preparazione alla guerra.

Le iniziative già previste sono:

21 giugno - Spagna - contro-vertice a Madrid e mobilitazioni locali in diverse città

21 giugno - Francia - A Le Bourget manifestazione contro la fiera delle armi

22 giugno - L'Aja - manifestazione e contro-vertice in occasione del vertice Nato

23-24 giugno - Bruxelles - Forum Internazionale per la pace

In Grecia stanno decidendo di contribuire alla settimana di azioni.

In Irlanda partecipare con la grande campagna per difendere la neutralità del paese

I paesi nordici stanno organizzando forum e manifestazioni in occasione dell'anniversario del trattato di Helsinki

Anche in Belgio sono richieste manifestazioni.

Sono primi passi, per la ricostruzione di una rete europea, ma si fanno insieme e in maniera coordinata, all'interno della stessa campagna. 

Chiediamo a ciascuna organizzazione aderente di contribuire al lavoro di allargamento e di inclusione attraverso le adesioni.

Le adesioni collettive si raccolgono qui: https://bit.ly/4mUTsS7

Le adesioni individuali si raccolgono qui: http://openpetition.eu/!rynpl

Le adesioni di personalità e volti noti vanno comunicate qui: stoprearmitalia@gmail.com

Per avere un effetto moltiplicatore, ogni organizzazione può rilanciare i contenuti proposti sui propri canali e ricordare alla propria comunità l'appello a scendere in piazza il 21 giugno, ad ogni occasione utile, sia nell'ambito dei propri eventi che attraverso i propri canali: newsletter (inserendo news nella newsletter periodica e/o con una newsletter speciale verso il 21 giugno a ridosso della manifestazione), canali social, mailing list, liste broadcast, webradio.

Tutti i materiali grafici (locandine, vignette, caroselli, social card, logo) si trovano qui: https://drive.google.com/drive/folders/1WxBkjcTglb6KTepYhTUsMJZfPqvjyK4-

Le grafiche modificabili, che potete usare per personalizzare la vostra comunicazione, sono qui: https://www.canva.com/design/DAGo704asGg/3wF-5NGLoSixSqJ5L9rdlQ/edit

 

Fonte: Stop Rearm Italia

Il riarmo italiano e la complicità con Israele

Al centro della protesta ci sarà anche la denuncia del ruolo che Israele gioca nel riarmo europeo. Il governo italiano ha recentemente acquistato velivoli G550 dotati di sofisticate tecnologie per la guerra elettronica, capaci di fornire capacità di targeting avanzato agli F-35. Questi sistemi sono sviluppati in collaborazione con aziende israeliane e inseriti in un Memorandum d’Intesa militare siglato tra Italia e Israele.

Il movimento pacifista chiede con forza che tale accordo venga rescisso, denunciando la complicità del governo italiano con l’attuale offensiva militare di Israele, accusata da numerosi osservatori internazionali di praticare una politica che rischia di configurarsi come genocidio.

Secondo i dati del portale Coeweb (ISTAT) e le analisi di Archivio Disarmo, nel 2024 l’Italia ha esportato verso Israele “armi e munizioni” (categoria 93) per circa 5,8 milioni di euro.

Una mobilitazione per fermare la guerra

Il corteo del 21 giugno sarà anche un momento per rilanciare un’altra narrazione: quella dei diritti umani, della giustizia internazionale, della solidarietà con i popoli oppressi. Dirà no al riarmo, ma anche sì a un’Europa che scelga la cooperazione al posto del confronto militare.

La campagna Stop Rearm Europe non si fermerà con la manifestazione di Roma. Proseguirà in tutto il continente, con incontri pubblici, conferenze, presidi e azioni nonviolente. Perché costruire la pace è un compito quotidiano, e ogni voce che si leva contro la guerra fa eco in una storia più grande.


L’escalation bellica di Israele contro l'Iran

L’attacco di Israele volto a decapitare l'intera catena di comando militare iraniana segna una deriva sanguinosa e senza ritorno per l’intera area mediorientale. La strategia dell’attacco preventivo si è trasformata in regola consolidata nei rapporti internazionali, svuotando progressivamente il ruolo dell’ONU e minando alle fondamenta il diritto internazionale. Di fronte all'arroganza di Israele, che continua a partecipare alle esercitazioni della "Nato allargata", l’Alleanza Atlantica continua a esibire un preoccupante doppio standard: mentre invoca il rispetto del diritto internazionale in alcuni teatri di crisi, tace o si mostra reticente nel condannare apertamente Israele, anche di fronte a prove schiaccianti di uso illegittimo e unilaterale della forza. Questo silenzio complice legittima una visione del mondo in cui la legge del più forte sostituisce la diplomazia, e la guerra diventa lo strumento normale della politica estera.

PeaceLink a questo proposito ha pubblicato un editoriale.


Israele e gli accordi Nato

La NATO allargata non è un'entità ufficiale con questo nome, ma è un'espressione spesso usata per descrivere l’insieme dei rapporti di cooperazione e partenariato che l'Alleanza Atlantica intrattiene con paesi non membri, al di fuori del perimetro euro-atlantico. Questo ampliamento "politico-strategico" va ben oltre i 32 membri ufficiali, coinvolgendo una rete globale di paesi che collaborano con la NATO in vari contesti: esercitazioni militari, scambio di intelligence, interoperabilità tecnologica, e accordi bilaterali di sicurezza.

Israele partecipa alla NATO allargata?

Sì, Israele è uno dei partner più attivi della NATO, pur non essendo un membro ufficiale. Fa parte del programma Mediterranean Dialogue, lanciato nel 1994, che coinvolge sette paesi del Mediterraneo: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Mauritania, Marocco e Tunisia.

Israele intrattiene una partnership strategica con la NATO:

  • Partecipa regolarmente a esercitazioni militari congiunte.

  • Collabora nella guerra elettronica, nella cyberdifesa e nelle tecnologie di sorveglianza.

  • Ha un proprio ufficiale di collegamento permanente presso il quartier generale della NATO a Bruxelles.

  • Alcuni sistemi militari israeliani sono interoperabili con quelli NATO, come dimostra l’uso dei jet F-35 e dei G550 con tecnologia israeliana, anche da parte dell’Italia.

Questa collaborazione, sempre più intensa, solleva interrogativi etici e politici, soprattutto alla luce dell’attuale conflitto militare in Medio Oriente: molti osservatori e movimenti pacifisti denunciano la contraddizione tra la pretesa della NATO di difendere l’ordine internazionale basato sulle regole e la scelta di mantenere accordi militari con uno Stato accusato di gravi violazioni del diritto umanitario. 

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