Perché l’attacco israeliano all’Iran non scandalizza l’Occidente?
Un attacco su un complesso residenziale a Teheran avrebbe provocato circa 60 morti, tra cui 20 bambini, con dieci corpi ancora sotto le macerie.
L'esercito israeliano ha dichiarato di aver ucciso nove scienziati nucleari iraniani di alto livello, oltre a figure militari di rilievo. L'operazione, chiamata "Rising Lion" o "Leone nascente", è stata definita dal premier israeliano Netanyahu come un "attacco preventivo" per la sicurezza di Israele.
In risposta, Teheran ha avviato i propri lanci balistici su Israele. È iniziata una nuova guerra in Medio Oriente.
C’è un elemento che desta profonda inquietudine: l’ambiguità della reazione internazionale.
La NATO, per bocca del segretario Mark Rutte, ha evitato ogni condanna, limitandosi a richiamare la necessità di “de-escalation”.
Gli Stati Uniti e altri Paesi – Francia, Germania, Repubblica Ceca, Paraguay – hanno sostenuto il “diritto di Israele a difendersi”.
Altri, come Italia e Regno Unito, si sono detti “preoccupati”, ma senza mai menzionare l’illegalità dell’operazione israeliana. Nessun appello al rispetto della Carta dell’ONU, che vieta l’uso unilaterale della forza se non per legittima difesa immediata o su mandato del Consiglio di Sicurezza.
Ma dove sono finiti i principi della Carta delle Nazioni Unite?
L'articolo 2 della Carta è chiarissimo al comma 3:
"I Membri devono risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici, in maniera che la pace e la sicurezza internazionale, e la giustizia, non siano messe in pericolo". E poi al comma 4 fissa un principio anche questo chiarissimo: "I Membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite".
L’attacco israeliano è stato giustificato utilizzando un rapporto dell’AIEA (Agenzia internazionale per l'energia atomica). Il rapporto parla di uranio iraniano arricchito al 60%. Un livello elevato, ma inferiore alla soglia del 90% necessaria per un’arma nucleare funzionante. Il rapporto non certifica un imminente programma militare iraniano, ma segnala piuttosto una mancanza di trasparenza. Alcuni media e politici occidentali hanno distorto questo dato, presentandolo come prova che l’Iran fosse a un passo dalla bomba. Ma l’Iran è tuttora ispezionato dall’AIEA. Israele invece non ha mai permesso ispezioni internazionali e, pur detenendo un arsenale stimato di 90 testate, non aderisce al Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP).
In questa situazione di ipocrisia, reticenza e di doppiopesismo per fortuna abbiamo il conforto dell'International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW), premio Nobel per la Pace, che ha condannato senza mezzi termini l’attacco israeliano come un pericoloso precedente che mina ogni sforzo di disarmo e può incentivare altri Stati a cercare armi nucleari.
L’International Peace Bureau (IPB), anch’esso Nobel per la Pace, ha espresso una chiara condanna per i bombardamenti israeliani. IPB è stato chiaro: "Azioni come queste rafforzano pericolosamente chi sostiene che la deterrenza nucleare sia necessaria per la sopravvivenza nazionale. In questo modo, l'attacco potrebbe paradossalmente incoraggiare la proliferazione anziché prevenirla. Israele, che si ritiene possieda circa 90 testate nucleari, rimane l'unico stato dotato di armi nucleari nella regione. Il suo continuo rifiuto di riconoscere il proprio arsenale o di impegnarsi in sforzi per il disarmo nucleare è in netto contrasto con gli obiettivi globali di non proliferazione. L'IPB avverte che colpire gli impianti nucleari, indipendentemente dall'intento, comporta rischi catastrofici, sia per i danni diretti che per i precedenti che creano".
PeaceLink si associa alle voci autorevoli dei Nobel per la pace come IPPNW e IPB.
Il diritto internazionale non può essere usato a intermittenza dall'Occidente secondo le proprie convenienze geopolitiche.
Rischiamo una catastrofe se non si ferma questa escalation.
L'Italia deve rescindere il Memorandum di intesa militare con Israele.
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