«Contro di noi ordigni sconosciuti»
Mentre si moltiplicano le denunce per l'uso di armi non convenzionali in Libano da parte delle truppe israeliane, da Gaza arriva l'allarme per la comparsa di nuovi tipi di arsenali «migliorati» sperimentati per la prima volta durante le incursioni israeliane a Gaza di questi giorni. Ne parla Juma as-Saqqa, portavoce dell'ospedale as-Shifa' di Gaza.
Dottor as-Saqqa', lei già da diversi giorni denunciava il sospetto uso di un nuovo tipo di munizioni contro la popolazione di Gaza.
Sì, temo stiano sperimentando qualche nuovo tipo di arma contro i palestinesi, ma non ho idea di cosa si tratti, se di armi al fosforo bianco o ad energia laser. Sicuramente si tratta di qualcosa in grado di provocare un più alto numero di morti e feriti rispetto al passato. Fra coloro che sopravvivono all'attacco riscontriamo un alto numero di invalidi e di ustionati, alcuni irriconoscibili persino ai loro più stretti parenti. Casi particolarmente inquietanti si sono verificati ieri quando, ad esempio, abbiamo cercato di estrarre schegge dall'addome di alcuni pazienti. Ebbene non ve ne erano. Trovavamo segni di gravissime lacerazioni dei tessuti, le ossa erano bruciate fino all'interno, ma senza tracce di residui. Il fegato era intatto ma completamente carbonizzato, i polmoni minutamente distrutti come se fossero esplosi dall'interno. Più che ad una reazione chimica, sono portato a pensare a l'effetto di radiazioni ma ripeto che non abbiamo mai visto niente di simile. Ci limitiamo a prenderne atto senza poter indagare visto che anche il nostro laboratorio per le autopsie è distrutto.
Ieri l'offensiva israeliana si è concentrata sul lancio di missili. I morti sono stati 23, dei quali la maggior parte civili. Vuole parlarci dei sintomi?
In realtà, i morti finora accertati sono 25. Non nego che alcuni dei caduti fossero combattenti, ma la maggior parte delle vittime di ieri erano civili presi di mira nelle loro case, o in macchina. Molti dei missili sono stati indirizzati ai gruppi di civili che si affollavano per le strade. Puntano contro tutto ciò che si muove, nessuno è al sicuro. La casistica è inquietante: i corpi dei caduti ieri erano irriconoscibili. Il numero di feriti è senza precedenti. Sui 90 ricoverati ieri, abbiamo dovuto eseguire almeno 50 amputazioni, a volte più di una sullo stesso paziente, e su molti bambini. Sono moltissimi quelli che si ritrovano permanentemente invalidi o sfigurati. Non possiamo fare niente per recuperare gli arti: queste misteriose munizioni hanno un effetto letale. Provocano ustioni interne di quarto grado. I tessuti sono tutti istantaneamente morti, possiamo soltanto amputare. Anche oggi abbiamo già altri 3 morti, ed una quindicina di feriti dei quali cinque in fin di vita.
Quali sono le condizioni nelle quali opera il vostro ospedale?
Quando l'esercito colpisce, colpisce per uccidere: questo significa anche bloccare i soccorsi. Spesso prendono di mira le nostre stesse ambulanze. Negli ultimi 5 anni il Ministero della salute ha perso sul terreno 55 dipendenti, mentre almeno altri 500 sono stati feriti, spesso resi invalidi permanenti. Ultimamente possiamo occuparci soltanto delle emergenze, non possiamo più assistere pazienti ordinari. E le nostre centrali elettriche sono state bombardate le scorse settimane, il che rende estremamente difficile l'uso di macchianari elettronici.
Israele ha imposto l'embargo sugli aiuti umanitari a Gaza. E' ancora attivo?
Siamo sotto assedio da settimane. Se non consideriamo il problema dell'approvvigionamento di elettricità, cibo ed acqua, resta il problema dei medicinali. Le scorte stanno finendo.
Siete il principale ospedale di Ghaza; quanto pensate di poter resistere ancora?
Abbiamo resistito in condizioni disperate per settimane. Se la situazione dovesse rimanere tranquilla, speriamo di tener duro ancora per 14 giorni. Ma se dovesse esserci un nuovo attacco israeliano, le nostre possibilità di sopravvivenza come ospedale si riducono a qualche giorno.
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