Osservatori elettorali nella Repubblica democratica del Congo
Pax Christi Italia condividendo pienamente lo spirito dell’azione e gli obiettivi che si pone augura agli amici che parteciperanno alla Missione in Congo, organizzata dai Beati i Costruttori di Pace e da Chiama l’Africa, di essere presenza nonviolenta di pace, di condividere il desiderio della società civile congolese di democrazia, partecipazione e giustizia, di portare anche il nostro concreto augurio e impegno affinchè le elezioni si svolgano in modo corretto e senza violenze, e finalmente inizi un nuovo corso per questo grande popolo africano e per tutta l’Africa.
Una vicinanza ancora più concreta in quanto mons Laurent Monsengwo Pasinya arcivescovo di Kisangani oltre che presidente della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo è anche vicepresidente internazionale di Pax Christi che non ha fatto mancare la sua presenza in questi anni con le varie sezioni nazionali, compresa quella italiana.
Comunicati stampa di aggiornamento
03/08/2006 - http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_18055.html
http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_18054.html
http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_17968.html http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_17942.html
http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_17943.html
http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_17881.html
http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_17841.html
http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_17878.html
http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_17876.html
PER APPROFONDIRE
Cosa accade in Congo?
Quarant'anni: trenta di guerra civile, dieci di transizione. È dal 1960, anno dell'indipendenza, che la Repubblica Democratica del Congo (RDC) attende le sue prime elezioni libere e democratiche. La data è fissata per il prossimo 30 luglio. «Siamo testimoni dell'impazienza della popolazione, che vuole farla finita con la situazione politica drammatica che ha portato miserie indescrivibili, sofferenze indicibili e innumerevoli morti» - affermano i membri del Comitato Permanente della Conferenza Episcopale della RDC (CENCO) al termine della loro sessione straordinaria tenutasi dal 21 al 24 giugno. «Siamo testimoni della volontà del popolo di arrivare, al più presto, all'instaurazione di uno Stato di diritto. Il nostro popolo non merita questo pesante fardello di incertezza del domani, di crescente insicurezza e di miseria intollerabile». I vescovi rivolgono un appello a tutti per il rispetto delle regole democratiche, partendo dal rispetto della libertà di stampa, alla quale «deve però corrispondere una corretta informazione da parte degli operatori dei media». (da: http://www.unimondo.org)
Il progetto dei Beati i costruttori di pace e Chiama l’Africa:
Lo scopo del presente progetto è quello di costituire una missione di osservatori indipendenti, in risposta alle richieste della Società Civile Congolese organizzata e a fianco della missione di osservatori dell’Unione Europea, presieduta dall’Europarlamentare Philippe Morillon.
La missione sarà composta da soggetti della società civile e da rappresentanti istituzionali che devolveranno il proprio impegno gratuitamente e benevolmente per:
• essere una presenza visibile che rassicura la popolazione sul corretto
• svolgimento delle elezioni e l'affidabilità dei risultati;
• rafforzare la fiducia della popolazione nel processo elettorale;
• valutare la credibilità delle elezioni;
• scoraggiare eventuali casi di intimidazione o di pressione nei confronti degli
• elettori;
• contribuire all'accettazione dei risultati, a livello nazionale ed internazionale;
• denunciare eventuali frodi o irregolarità.
Obiettivo del progetto sarà anche quello di costruire intorno alla missione in RDC una rete di sostegno politico al fine di allargare le sensibilità in Italia sulle vicende dell’Africa Centrale(per ulteriori approfondimenti vedi http://www.beati.org e http://www.chiamalafrica.it).
la Conferenza Episcopale del Congo
è intervenuta in merito alle prossime elezioni con un appello ai politici, alle chiese e alla popolazione che di seguito abbiamo tradotto e riportiamo:
Conferenza Episcopale Nazionale del Congo
Siamo tutti fratelli!
Perché volete dividere le comunità che sono sempre vissute insieme in pace?
Gli stati maggiori della divisione si stanno mettendo in moto per seminare la desolazione in mezzo alla popolazione. Sono state avviate delle strategie funeste per esacerbare i rancori etnici e regionalisti. Sono stati preparati dei complotti contro la democrazia. Con delle considerazioni opportuniste e reazionarie si vuole fare del nostro paese una federazione di tribù. Discorsi pieni di odio sono abilmente messi in onda per motivi elettoralistici. Un macabro calcolo è, giorno e notte, studiato e realizzato nei laboratori di cattivi politici. Chi, all’Est o all’Ovest, è meno congolese dell’altro? No, noi siamo tutti dei fratelli. Ecco perché chiediamo:
Ai politici
• Di cessare le “messe” nere e le congiure contro il popolo che aspira alla pace; i loro progetti sono ben conosciuti;
• Di smetterla di brandire il fattore “est-ovest” come argomento elettorale; il Congo appartiene a tutti, il Congo è uno;
• Di comprendere che se con le armi non sono riusciti a dividere il paese, non sarà grazie ai discorsi pieni di odio che ce la faranno;
• Di comportarsi da veri patrioti e non da avventurieri assetati di potere nonostante e contro tutti;
• Di dare l’esempio di una fraternità senza finzioni, generatrice di felicità condivisa;
Alle chiese
• Di predicare la vera pace, la vera fraternità, la vera concordia, non solo a parole ma con i gesti e le scelte. I servitori di Dio non devono lottare che per il partito della pace;
• Di astenersi dal dividere le loro comunità; gli uomini di chiesa devono cessare di servire da cassa di risonanza dei politici e di essere loro stessi fattori di divisione. No, noi siamo tutti dei fratelli.
Alla popolazione
• Di non soccombere alle voci che urlano cattivi presagi perché non esiste la meschineria dell’est e dell’ovest. Sono gli stessi, che siano dell’est o dell’ovest, che hanno violentato, ucciso, rapinato, saccheggiato e venduto il paese;
• Di considerare le elezioni come un momento fondamentale per salvare il Congo dalle mani degli avventurieri che, oggi, si dichiarano dei nostri, loro che si pavoneggiavano per strada, sazi e arroganti. Hanno paura di non essere eletti, ecco perché ricorrono a questi stratagemmi;
• Di non dimenticare mai che la nostra diversità è la nostra ricchezza, la nostra dignità è la nostra forza;
• Di non dimenticare mai che la nostra causa è unica, all’Est come all’Ovest: salviamo il Congo insieme, perché noi siamo tutti dei fratelli!
Tratto da : Conferenze Episcopale Nationale du Congo, Ensemble pour la Transition
Supplément de « Le Dialogue de Justice et Paix » N° 26 – Mai 2006
Allegati
progetto Beati
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